La tragedia di Francesca e Claudio quando parlano di Fca

I risvolti tragici della riunione avvenuta ieri al Ministero per parlare di Fca. Il dialogo al confine con l'assurdo avvenuto con i sindacati. L'impressione che non ci sia una rotta per Fca. ma solo verso le elezioni Europee.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

C’è qualcosa di tragico nella riunione tenuta venerdì mattina al Ministero del Lavoro in cui parlare di Fca. Simile allo steward che invitava i passeggeri di seconda classe a restare nelle cabine mentre il Titanic affondava. E quelli di Prima Classe si accomodavano nelle scialuppe.

Gli steward del Titanic

A vestire i panni di quello steward ieri sono stati il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e l’onorevole Francesca Gerardi. (leggi qui la cronaca dell’incontro di venerdì al Ministero: Fca è farsa al ministero: «Problemi per l’Ecotassa? Invenzioni dei giornali, Manley non ce lo ha detto»).Ritrovatisi di fronte però a passeggeri che non gli hanno creduto nemmeno un po’.

Perché è difficile credere a chi ti dice che è tutto a posto mentre la barca è già inclinata e dall’altoparlante il comandante ha detto che ci sono problemi.

Mike Manley non è un signore che passa per caso dalle parti di Auburn Hills, in Oakland (Usa), sede strategica del colosso Fiat Chrysler Automobiles. Si sfiora il ridicolo quando si prova a far credere che Fca non abbia problemi legati all’introduzione di Ecotassa/Ecobonus. Soprattutto se si tenta di giustificare la serenità con il fatto che l’amministratore delegato Fca non ha mandato una raccomandata o un fax e neppure una mail con cui informare gli steward che è stato costretto a studiare se cambiare la rotta al suo transatlantico a bordo del quale viaggiano 234.499 dipendenti e fattura ogni anno 110,9 miliardi.

Il Ceo di Fiat Chrysler Automobiles, società con sede strategica a Auburn Hills (Oakland, Usa), con sede legale principale ad Amsterdam (Olanda) e domicilio fiscale a Londra (Regno Unito) ha detto ciò che doveva nella sede ritenuta la più idonea a diffondere il messaggio: la diretta tv del canale economico Usa Cnbc in occasione di un importante evento motoristico a Detroit. Infatti dopo dieci secondi tutte le agenzie di stampa economiche mondiali avevano ripreso la notizia.

Resta da capire se i nostri steward pensavano di fare fessi i passeggeri oppure credano davvero che i problemi non esistano.

I passeggeri esperti in naufragi

Grave in entrambi i casi. Nel primo, perché tra i signori in cabina c’è un tizio che parla a voce bassa ma fa il sindacalista a Cassino da quando ci si assemblavano le Fiat 126 e le Brigate Rosse sparavano ai rappresentanti sindacali tanto quanto ai dirigenti aziendali. E non miravano alle gambe.

Nel secondo caso sarebbe ancora più tragico. Perché significa che sulla nave, con la divisa di bordo, c’è gente che non ha idea della rotta sulla quale si sta navigando. I sindacati stanno dicendo in tutte le lingue che il problema non sta nel sistema Ecobonus/ Ecotassa ma nei suoi tempi di applicazione. La stessa cosa l’ha spiegata, dal fronte opposto, il vice presidente nazionale degli industriali italiani Maurizio Stirpe.

Si va oltre il tragico e si entra nel grottesco se si ascolta per un attimo ciò che gli steward provano a dire per convincere a rientrare in cabina: la cassa integrazione di questi giorni non dipende dall’Ecotassa, il provvedimento colpirà solo 3 motorizzazioni.

Che è come dire “La cena non era bruciata ed abbiamo solo colpito un iceberg“. Perché nessuno dei sindacati presenti ieri ha mai detto che la Cassa Integrazione di questi giorni sia riconducibile al provvedimento del governo: la prossima forse si ma non questa. E perché tentare di ridurre tutto a 3 motorizzazioni ed al fatto che Cassino Plant esporta per il 70% significa non avere compreso che il problema è nazionale.

Lontani da Matteo

Si va nel grottesco perché i due steward sono completamente dissociati dal loro armatore. Non si sono resi conto che due giorni, nel corso della conferenza stampa con cui il premier Conte presentava il via libera al decretone su quota cento e reddito di cittadinanza, Matteo Salvini ha saggiamente rifiutato di esibire le slide proposte da Rocco Casalino in cui si sintetizzavano i passaggi chiave del provveidmento. Ha usato invece una sua slide in cui si parla solo di Quota 100 e non un cenno al Reddito di Cittadinanza. L’Armatore sta navigando su una rotta che gli consente di essere allo stesso tempo in maggioranza (Quota 100) ed all’opposizione (con la mancia di cittadinanza). Per dirla con le parole di Claudio Cerasaessere contemporaneamente il responsabile del disastro italiano e l’alternativa naturale al disastro“.

Ai nostri steward sarebbe stato sufficiente dire “Spiacenti, ci abbiamo provato, ma è il prezzo che abbiamo dovuto pagare sull’altare dell’alleanza per poter Governare: lo ha preteso l’alleato. La prova? Noi siamo qui a metterci la faccia e ad ascoltarvi, pronti a fare il possibile, mentre i tre parlamentari a 5 Stelle eletti in provincia di Frosinone non si sono fatti né vedere né sentire”.

Manco questo. Ed è la cosa più tragica. Che fa capire come non ci sia una rotta per il Paese. Ma solo verso le elezioni Europee.