Feccia che silenzia e Lega che non trova la quadra

Il clamoroso caso sollevato in Consiglio da Enzo Salera sembra aver chiuso la bocca ad un'opposizione di solito loquacissima. Ma è un silenzio strategico. Lo aspettano al varco. Mentre Ciacciarelli apre il reclutamento del Carroccio sotto l'abazia. Ma senza i leghisti locali.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Forse è solo un caso, una coincidenza. Probabilmente le due circostanze non sono collegate tra loro. O invece sì, c’è un legame. Stiamo parlando dell’opposizione consiliare di Cassino, di quella parte dell’opposizione che un giorno sì e l’altro pure ha bastonato il sindaco e più in generale l’amministrazione comunale. Ora è in quarantena. Politica, s’intende.

In un primo momento il silenzio si imputava alla pausa per le vacanze natalizie. Poi al Covid che ha rialzato la testa. Adesso sul fatto che molti sono concentrati sulla crisi di Governo: potrebbe avere ripercussioni anche sui territori.

Più di un mese di mutismo

Salvatore Fontana

Quale che sia la motivazione, una cosa è evidente: dall’ultimo Consiglio comunale dello scorso 21 dicembre, 40 giorni fa, di fatto l’opposizione più intransigente, quella che fa capo agli esponenti di Italia Viva Salvatore Fontana e Giuseppe Golini Petrarcone si è silenziata. Da quando cioè il sindaco di Cassino Enzo Salera ha fatto un intervento duro, con chiari riferimenti, e ha spiegato di aver informato anche le autorità competenti di ciò che ha dichiarato in Aula. (Leggi qui Salera pirotecnico: ci mette la faccia e bastona la ‘feccia’).

Mai, prima d’ora, il gruppo dei “petrarconiani” a trazione Fontana ha fatto passare non un mese, ma neanche una settimana, senza risparmiare un’invettiva. O una critica, una interrogazione, una mozione o anche un semplice post su Facebook per andare all’attacco dell’amministrazione. Nella mission di mettere nel mirino l’amministrazione comunale il consigliere Fontana nel recente passato era incappato anche in una foto fake che ritraeva un mercato affollato chiedendo al sindaco di mettere fine alle bancarelle; in realtà era il mercato di un’altra citta, nemmeno italiana.

Per la cronaca: si scusò per l’errore e cancellò il post quando gli fecero notare di aver condiviso una bufala. Ma questo per dire che insomma, la foga e la passione politicxa, a quella parte dell’opposizione consiliare non è mai mancata. I colpi, sopra e sotto la cintura, a Enzo Salera non li ha mai risparmiati. Almeno fino allo scorso 21 dicembre.

Quando Salera tuonò sulla ‘feccia’

Enzo Salera

Quel giorno in Consiglio comunale il sindaco tra le altre cose disse: «Esprimono la feccia della politica quegli ominicchi, come li definiva Leonardo Sciascia nel Giorno della Civetta. (Ominicchi), che da decenni cercano di avere una visibilità in questa città. E avvicinano dei consiglieri di maggioranza per convincerli a creare un gruppo autonomo per mettere sotto scacco il sindaco e l’amministrazione. Per metterli sotto ricatto affinché una società che si occupa di efficientamento energetico venga imposta a questa amministrazione. O per cercare di mettere mano sugli appalti».

Un intervento destinato a non cadere nel vuoto, tant’è che a Salera viene chiesto di rendere conto e di spiegare quali organi ha informato e a quale opposizione si riferiva. Perché è all’opposizione consiliare che si riferiva. Lo ha detto esplicitamente: «In un sistema democratico sia la maggioranza che l’opposizione possono esprimere la parte nobile della politica. Oppure possono esprimere la parte meno nobile, la feccia della politica». E quindi via con gli esempi della feccia. Uno su tutti: «Chi opera a mezzo di blogger anonimi e pseudo giornalisti juke box».

Da quel giorno, almeno una parte dell’opposizione, sembra aver cambiato decisamente strategia.

Il silenzio non deve ingannare

Un’aula del Tribunale

Un dato è certo. Non è un silenzio dovuto a timore. La minoranza ha atteso qualche giorno e poi, come in un’abile partita di poker, ha chiamato il ‘Vedo‘. Ha chiesto di vedere le carte sulla feccia, sfidando Enzo Salera sul terreno della sua stessa provocazione. (Leggi qui Il “caso feccia” resuscita la chat dei Magnifici sei).

Come il giocatore che ha in mano il poker d’assi ed aspetta solo il momento migliore per calarlo sul tavolo. Attendono che ci sia un risvolto giudiziario, investigativo di qualunque genere a quelle frasi. Ma finora non c’è stato e nemmeno è previsto. A quel punto, la bomba sganciata dal sindaco si rivelerebbe poco più di un pallone di Maradona: il gigantesco petardo che fa molto rumore, sposta un po’ d’aria ma danni non ne fa.

Attendono che la procura della Repubblica di Cassino faccia piena luce sul caso delle presunte firme false della lista del Pd. Cosa c’è da indagare. Sono false? Pare di si. C’entra l’amministrazione? Pare di no. Qualcuno ha cercato di forzare la mano o è stata una cialtronata? Tocca alle indagini stabilirlo. E poi configurare l’eventuale reato. L’indagine potrebbe avere serie ripercussioni sulla maggioranza. O non averne affatto.

Rimpasto ‘indolore’

Certamente il silenzio non è lo stile che ha contraddistinto finora quella parte dell’opposizione consiliare. E il collegamento con l’invettiva del sindaco viene, per molti, in automatico. Visto e considerato che nulla è stato detto dall’opposizione neanche in merito al rimpasto di giunta con la staffetta tra Chiara Delli Colli ed Arianna Volante. (Leggi qui Delli Colli ed il cambio… Volante. Ecco cosa c’è dietro).

Proprio l’ex assessore era uno dei bersagli preferiti di quella parte della minoranza. Ma la prova del nove si avrà però nel corso del prossimo Consiglio. L’assise è stata convocata dal presidente Barbara Di Rollo si terrà tra una settimana, giovedì 4 febbraio dalle ore 17.

Arianna Volante e Chiara Delli Colli

Sarà quella l’occasione in cui si vedrà se davvero l’opposizione dura e pura ha tirato i remi in barca. E se Mario Abbruzzese ha un patto segreto con Enzo Salera come sostiene l’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro. (Leggi qui Guai nel centrodestra? Tanto c’è il parafulmine Mario…).

Ex sindaco che mette i puntini sulle i a proposito del ruolo avuto nella sua giunta dall’allora assessore Franco Evangelista oggi all’opposizione. Cioè che il 10 gennaio del 2018 la delega alla Manutenzione a Franco Evangelista la tolse lui. E’ vero, perché lui era il sindaco. Ma in realtà ci fu un forte pressing da parte di Mario Abbruzzese, con una richiesta sostenuta dai dissidenti di Forza Italia e della Lega. Gli stessi che un anno dopo fecero cadere l’amministrazione. (Leggi qui il precedente: Il tallone di Enzo si chiama Emiliano, e Franco lo sa).

Ciacciarelli recluta, ma da solo

Pasquale Ciacciarelli © IchnusaPapers

E intanto sul fronte del centrodestra ci sono anche altre novità: questa mattina nella sala Restagno del Comune di Cassino alle 10:30 c’è la conferenza stampa per presentare le nuove adesioni alla Lega.

Il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli celebra l’ingresso di Mauro Iafrate (pedina fondamentale nello scacchiere elettorale di Arpino, sfilato a Forza Italia), non potrà annunciare l’adesione del sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo (uscito da Forza Italia ma in stand by). Tra le new entry, dovrebbe esserci anche una candidata che alle scorse elezioni comunali ha sostenuto l’ex sindaco di centrosinistra Petrarcone.

Coloro che hanno invece concorso nella lista della Lega e che oggi siedono in Consiglio in quota al Carroccio, Franco Evangelista e Michelina Bevilacqua, sono stati invitati. Tuttavia fanno sapere che non parteciperanno.

Insomma, ai piedi dell’abbazia l’unità in casa Lega continua ad essere una chimera.

Anzi, un ossimoro.