Federico a cena con Salvatore per federare il centrodestra ma Lino dice no

Il centrodestra ci riprova. Si vede a cena a casa di Vittorio Di Carlo. E parla della possibilità di federare gli alleati. Ma il leghista Caschera non si presenta: nemmeno per il gelato a pistacchio. Cosa si sono detti. Gli intrecci per le Regionai. E per le Provinciali

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Una carbonara per unire il centrodestra di Sora. O quantomeno per provarci. Bucatini, uova, guanciale, pecorino, parmigiano: tutto secondo la ricetta di Vittorio Di Carlo, buongustaio e commissario cittadino di Forza Italia.

A quella cena si è attovagliato il consigliere di Fratelli d’Italia Federico Altobellitradendo” il collega di Partito Antonio Lecce. Ma cosa si festeggiava? Salvatore Meglio e la sua permanenza in Consiglio comunale grazie al ritiro del ricorso al Tar presentato dall’ex presidente d’Aula Antonio Lecce. Rischiava di mettere in discussione il seggio.

Tra una forchettata e l’altra ha iniziato a prendere forma il patto della carbonara: per federare il centrodestra, affidandone il coordinamento ‘dall’esterno dell’Aula’ all’avvocato Mario Cioffi. La Lega però risponde “picche”: Lino Caschera non si è presentato: nemmeno per assaggiare il dolce al pistacchio.

Il tutto mentre il senatore Massimo Ruspandini va a Sora per presentare il nuovo coordinatore di FdI ed attacca il sindaco Luca Di Stefano. Che stavolta gli risponde per le rime.

INDOVINA CHI VIENE A CENA

La cena a casa di Vittorio Di Carlo

Si sono visti l’altro sabato sera dal commissario di Forza Italia Vittorio Di Carlo. Il motivo? Festeggiare con una cena il ritiro del ricorso al Tar da parte dell’ex consigliere di Fratelli d’Italia Antonio Lecce. Che ha così tolto la spada di Damocle dalla testa di Salvatore Meglio (leggi qui Scranno conteso, Lecce rinuncia al ricorso al Tar. O forse no).

Molto ampia la tavolata. C’era ovviamente il padrone di casa. C’era il festeggiato, Salvatore Meglio che in Consiglio comunale siede al centro della seconda fila di scranni, tra Federico Altobelli e il leader della Lega Lino Caschera (che alla cena non si è invece presentato). C’era Mario Cioffi, l’avvocato già del centrodestra che, dopo i tour de force preelettorali fatti sui tavoli del Pd e dei Cinquestelle, sembra essere tornato alla casella politica di partenza.

C’erano Amleto Meglio e Attilio Altobelli, due figure storiche della Democrazia Cristiana sorana. C’era anche Corrado Saccucci, già sostenitore dell’attuale vicesindaco Maria Paola Gemmiti allorquando quest’ultima voleva candidarsi a sindaco per il centrosinistra. Ma soprattutto c’era Federico Altobelli, già candidato a sindaco del centrodestra in quota Udc, poi entrato in Fratelli d’Italia dopo un fugace approccio con Forza Italia.

COORDINATI SULLA CARBONARA

Fra i presenti c’era anche qualche cuoco, il che non guasta. Infatti anche il menù culinario è stato ricco, al pari di quello politico. Due primi: uno con pecora al sugo e uno di bucatini alla carbonara. Un secondo: pecora al sugo e insalata. Il tutto accompagnato con vino bianco servito insieme alle pesche in caraffe di vetro. Per la frutta non potevano mancare cocomero e melone, per mitigare le alte temperature del clima e del vino. Il dolce lo ha portato Federico Altobelli: un semifreddo a base di pistacchio e amaretti.

E proprio durante la cena, quando ancora stavano mangiando i bucatini alla carbonara, è nata l’idea di coordinare il centrodestra affidandolo all’avvocato Cioffi. Del resto gli ospiti erano tutti rappresentanti autorevoli del centrodestra sorano: Meglio e Di Carlo per Forza Italia, Altobelli per Fratelli d’Italia, in apparenza non molto dispiaciuto del fatto che il suo Partito abbia perso la possibilità di avere in Assise un altro consigliere. Ormai è un dato di fatto la decisione presa da Antonio Lecce di ritirare il ricorso presentato al Tar per il sospetto di voti assegnati erroneamente alla lista dell’Udc. Sarebbero bastati appena 5 di quei voti per far avere un Consigliere a FdI facendo saltare il seggio di Meglio. (leggi qui Quelle schede elettorali contese che logoreranno il Centrodestra).

LA LEGA DICE NO

Lino Caschera in piedi in Aula

Indiscrezioni fondate dicono che durante la cena Corrado Saccucci abbia telefonato a leader sorano della Lega, Lino Caschera. E lo abbia invitato a raggiungere gli altri commensali per il dolce, che aveva portato Altobelli. Non è dato sapere se Caschera fosse a conoscenza della provenienza del dolce. Sta di fatto che a casa di Vittorio Di Carlo non ci è andato.

Dove c’è Federico non ci sono io” avrebbe detto Caschera, che si sarebbe legato al dito l’atteggiamento assunto da Altobelli per la vicenda della presidenza del Consiglio comunale. Il sindaco Luca Di Stefano l’aveva offerta all’opposizione a patto che ci fosse una regolare richiesta con il numero di firme previsto dal regolamento. Ma Altobelli prima firmò per Caschera e poi ritirò la firma (leggi qui Presidenza d’aula, la tagliola del centrodestra per Caschera).

Una capatina in casa Di Carlo l’ha fatta invece Gianni Iacobelli, già Lega e Coraggio Italia. Del suo gruppo fa parte Lea Gigli, anche lei candidata alle ultime Comunali di Sora con Cambiamo-Coraggio Italia, Partito in cui erano rientrati dopo il commissariamento da parte dei vertici provinciali, legato proprio alla scelta del candidato sindaco di Sora (leggi qui Coalizione decimata, Ruggeri su un campo minato).

Mario Tuzj, invece, aveva scelto direttamente di stare con Luca Di Stefano e ora fa parte del suo staff in Municipio.   

UN TENTATIVO INUTILE DI “ANDARE A PESCA”

Francesco Scalia (Foto © Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Non poteva certo mancare l’argomento Tar, visto che era il vero motivo della cena. A metterlo sul tavolo è stato ovviamente il diretto interessato, il consigliere Salvatore Meglio.

Non ha potuto fare ameno di spendere parole di apprezzamento per il professor Francesco Scalia, che lo ha assistito durante tutte le fasi che hanno scandito l’iniziativa di Lecce davanti al Tribunale amministrativo di Latina. “Francesco sin dal primo momento era convinto dell’infondatezza del ricorso presentato dall’avvocato Lecce perché era un tentativo inutile di andare a pesca, come poi dimostrato dagli eventi”.

Ora Forza Italia può programmare il futuro in Consiglio comunale: la fine della vicenda legale permetterà al Partito azzurro un’azione di rilancio politico a Sora, “adesso che abbiamo la certezza di un riferimento in Consiglio comunale”.

ASPETTANDO REGIONE E PROVINCIA

Claudio Fazzone

Si è parlato anche dell’atteggiamento da tenere nei confronti dell’Amministrazione Di Stefano. La linea è quella della “attenta osservazione, senza pregiudizi e con spirito di collaborazione. Ove sia necessario per il bene della città”.

In realtà l’incognita fondamentale è data dalle elezioni regionali del Lazio e dal ruolo che potrà svolgere il coordinatore regionale del Partito azzurro, il senatore Claudio Fazzone. Non è un segreto che ambisca a una candidatura a Governatore in quota centrodestra: se la Sicilia andrà ad un candidato di Fdi e la Lombardia andrà alla Lega, la scelta sul Lazio toccherà a Forza Italia. E lui è pronto. Anche – dicono – ad eventuali colpi di scena qualora ciò non dovesse accadere. In pratica anche a Sora Forza Italia è in una situazione di attesa e non solo per il voto alla Pisana.

Un ruolo fondamentale lo giocherà anche l’elezione del presidente della Provincia che potrebbe creare coalizioni insolite e trasversali con l’obiettivo di tentare da Sora la scalata al Palazzo Iacobucci. Come accadde quando ci provò l’allora sindaco di Sora Ernesto Tersigni: lui allora non solo non incassò la candidatura alla presidenza ma non centrò nemmeno l’elezione a consigliere provinciale. Perché oggi potrebbe ripetersi la strategia? Perché ci sarebbe la volontà comune da parte di ambienti della maggioranza e dell’opposizione per ridare a Sora il ruolo di primo piano già avuto in passato.

Tradotto: se ci sono le condizioni, il sindaco Luca Di Stefano potrebbe puntare alla Presidenza della Provincia. Sempre che non intervenga la riforma scritta anche da Antonio Pompeo, il presidente in carica che è anche presidente dell’Unione Province del Lazio.

L’unica incertezza sul sostegno in blocco a Di Stefano arriva da Federico Altobelli. Sta lavorando per ricandidarsi a sindaco fra quattro anni.           

FRATELLI D’ITALIA SI RESETTA

Micheal Di Pede, Coordinatore FdI Sora

Sul fronte esterno il candidato sindaco del Centrodestra Federico Altobelli va a cena con Salvatore Meglio, di fatto voltando le spalle al suo collega di Partito Antonio Lecce. Sul fronte interno Fratelli d’Italia riassetta gli organi dirigenziali. L’altro giorno a Sora, nell’auditorium Vittorio De Sica, è stato presentato il nuovo coordinatore Michael Di Pede, che succede all’avvocato Massimiliano Contucci

Già candidato alle Comunali in quota “Lino Caschera” con la Lega, Di Pede è ora passato nel partito di Massimiliano Bruni. A presentarlo c’erano tutti i “pezzi grossi” provenienti da ogni parte della provincia. Oltre ai nostrani Federico Altobelli e Massimiliano Bruni c’erano anche Riccardo Ambrosetti (Anagni), Daniele Maura (Giuliano di Roma), Antonio Abbate (Roccasecca e vice presidente regionale) ed il senatore Massimo Ruspandini (coordinatore provinciale).

Sono onorato dell’incarico ricevuto – ha detto Di Pede –. Per me è motivo di orgoglio e soddisfazione poter rappresentare nella mia città quello che è il primo Partito del centrodestra e d’Italia. Ringrazio i membri del circolo di Sora che mi hanno proposto e votato all’unanimità al coordinamento provinciale. Un ringraziamento al consigliere Federico Altobelli, a Massimiliano Bruni e al Senatore Ruspandini. Il nostro obiettivo è quello di aggregare e per tornare finalmente alla politica vera”.

AMMINISTRAZIONE DA PRIMA REPUBBLICA  

Federico Altobelli, Massimo Ruspandini, Michel Di Pede

Il nostro sguardo è rivolto al futuro – ha detto il senatore Ruspandinie il segno inequivocabile che questo è un Partito aperto sta nella nuova nomina del coordinamento, assegnato a Micheal Di Pede che viene da una storia diversa dalla nostra. Il nostro è un progetto inclusivo, che guarda avanti e che sicuramente si prefigge di superare il modello sorano che è l’unico modello, in controtendenza nazionale, dove le civiche contano più dei Partiti”.

Inoltre “avere un’amministrazione che vede al proprio interno da Rifondazione Comunista fino all’estrema destra è un po’ ridicolo. Sora nel quadro provinciale e regionale è fondamentale. Il problema è che la politica sorana non lo capisce. Ed è forse per questo che non si fa chiarezza. Questo minestrone che c’è in Amministrazione è da Prima Repubblica e non credo che vada nell’interesse di Sora”.

Giovani con idee vecchie.  “Io sono per coinvolgere giovani, rinnovare – ha affondato il coltello nella piaga Ruspandini – ma bisogna vedere cosa vogliono i giovani. Anche il sindaco Di Stefano è giovane però mi pare che le idee siano vecchie di cent’anni”. E ha aggiunto: “I Partiti riprendono il loro ruolo e a Sora non ci sono. Per cui credo che Sora debba correre per rimettersi in linea”.

IL SINDACO DICE BASTA

Luca Di Stefano con Francesco Facchini

Luca Di Stefano ha risposto al senatore Ruspandini, lo ha fatto sulle colonne di Ciociaria Oggi con l’aiuto del suo consigliere di maggioranza Francesco Monorchio (già Forza Nuova), prova evidente che la maggioranza che amministra Sora effettivamente attraversa tutto l’arco (costituzionale) dei Partiti.   

Mi farebbe piacere che il senatore Ruspandini guardasse al territorio sorano in maniera costruttiva – le parole del primo cittadino –. Lo ricordo a Sora solo per passerelle elettorali e slogan politici, forse perché considera Sora un mero bacino elettorale. Ma la gente ha compreso bene questo e il risultato elettorale ne è stata la prova”.

Leggere dichiarazioni in cui si parla di accozzaglia e di minestrone – ha detto invece Francesco Monorchiodovrebbe far pensare proprio a Fratelli d’Italia, partito identitario (magari altrove) che a Sora si è trasformato in refugium peccatorum, con gli unici tre ragazzi da anni nel gruppo per affinità ideologica, lasciati ai margini, scavalcati ogni volta da consiglieri neo tesserati o dagli ultimi arrivati”. E aggiunge: “Non è un caso che nonostante quello di Fratelli d’Italia fosse il gruppo più numeroso della scorsa consiliatura, siano stati rieletti zero consiglieri”.

Strascichi della campagna elettorale che fu? Risentimento per qualche invito a cena (mai accettato) da parte del senatore Ruspandini a Di Stefano per proporgli la candidatura a sindaco? O avvisaglie di quello che sarà già alle prossime elezioni?