Federlazio, fuori dalla crisi ma paura della guerra

I numeri di Federlazio: dopo la crisi generata dal covid c'è stata la netta ripresa per le industrie del Lazio nel 2021. I segnali sono ottimi. Ma la guerra cambiera tutto o quasi

Le imprese del Lazio recuperano anche se la guerra sta per provocare una nuova tempesta. Dopo gli anni di crisi per la pandemia l’economia regionale segna un +11,5% dell’export, un saldo positivo delle aziende del +2,2% (siamo cresciuti molto più della media nazionale che è all’1,4%) c’è stato un calo della cassa integrazione del 7,3%. L’occupazione segna +21.000 addetti, crescono i contratti a termine mentre sono stabili quelli a tempo indeterminato.

In piena ripresa

Foto © Dmitry Racer

A scattare questa fotografia delle Piccole e Medie Imprese laziali è stata l’associazione degli imprenditori Federlazio. I numeri rilevati tra i suoi associati dicono che il settore economico laziale è in ripresa. ma c’è una serie di preoccupazioni all’orizzonte.

Sono legate al boom dei costi dell’energia ed alle difficoltà nel reperimento di materie prime. Ai quali si aggiungono ora i timori per le conseguenze economiche della guerra in Ucraina: gli indicatori di Federlazio dicono che la guerra e le oscillazioni delle tariffe hanno messo di nuovo in discussione l’equilibrio e le prospettive di sopravvivenza del sistema. E lo hanno fatto in maniera drammatica.

Qurgli stessi indicatori dicono che il 2021 è stato l’anno dell’uscita dalla pandemia e della ripresa. Le imprese che hanno registrato un incremento del fatturato sono state il 47% e sono cresciuti in maniera particolare i ricavi sul mercato nazionale privato (+22%). In crescita anche quello internazionale (+12%) mentre è in equilibrio stabile il mercato delle commesse pubbliche.

Molto ha inciso la capacità di differenziare, sganciarsi dalla monofornitura: saper creare un proprio prodotto e venderlo su tutti i mercati. L’esempio calzante è quello dell’indotto Stellantis, ben diverso dall’indotto Fiat. È capace di confrontarsi con l’intero mondo dell’automotive. (Leggi qui Indotto Stellantis, la crisi è alle spalle).

Fuori dal tunnel

Foto Archivio Fim Cisl

Rispetto alla situazione pre-pandemia il 49% delle imprese ha dichiarato di trovarsi completamente al di fuori dell’ emergenza; solo il 10% delle aziende è in forte difficoltà. Quasi due sue tre (il 58,7%) ha realizzato investimenti nel 2021 e per quanto riguarda le previsioni relative al primo semestre del 2022 il 40% delle aziende aveva dichiarato aspettative di incremento del fatturato mentre quelle che, invece, sì attendevano una riduzione sono state Il 13,9%.

Questi ultimi dati hanno un limite. Molto forte. Sono stati rilevati prima dell’invasione russa all’Ucraina. E proprio il conflitto modificherà in modo decisivo lo scenario. Ne è convinto il presidente di Federlazio Silvio Rossignoli.

Dobbiamo essere consapevoli – ha sottolineato il presidente – che la guerra avrà conseguenze irreversibili sull’aspetto geopolitico e dei mercati sia su scala globale che a livello locale. Tutto ciò comporta grandi difficoltà. In particolare comporta il rischio di vanificare il grande lavoro che è stato fatto lo scorso anno per resistere, risollevarci e rilanciare le attività”.

Federlazio guarda con ottimismo al futuro per via dei risultati ottenuti nel 2021. Individuando due punti di snodo: le transizioni energetica e digitale. 

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