Ferentino, la via delle Primarie che non spaventa Pompeo

Si allarga il fronte che dice si alle Primarie per individuare il successore di Antonio Pompeo a Ferentino. Massimo Gargani dice si. Ma è organico all'area Vittori. Se però si allarga ancora è un segnale. La strategia Pompeo. E quella di Fiorletta

Emiliano Papillo

Ipsa sua melior fama

«Raccogliamo l’appello di “Ferentino nel Cuore” a svolgere le primarie per la scelta del candidato sindaco»: l’assessore Massimo Gargani aderisce alla proposta lanciata dall’ex vicesindaco Luigi Vittori. Lo fa con una nota tutta da decifrare: sia sul piano politico che sul piano strategico.

Decriptarla può essere utile per capire quali saranno gli schieramenti che scenderanno in campo la prossima primavera. Cioè quando Ferentino andrà alle urne per eleggere il suo sindaco e scegliere il successore di Antonio Pompeo con la sua amministrazione di centrosinistra al governo da dieci anni.

Pompeo il democristiano

Antonio Pompeo

Lo scenario è avvolto in una nebbia politica più fitta di quella mai vista finora a Ferentino. Antonio Pompeo non ha ‘costruito‘ un erede: a differenza di quanto fece con lui il sindaco Piergianni Fiorletta e prima ancora fece con Fiorletta il predecessore Francesco Scalia. Una linea di successione che negli ultimi venticinque anni si è snodata all’interno dell’amministrazione: il sindaco uscente ha tracciato il solco nel quale è nata la candidatura del successore.

Antonio Pompeo una soluzione l’ha individuata da tempo. Il nome in pectore per la sua successione è quello dell’avvocato Vincenzo Galassi: principe del Foro di Frosinone, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Frosinone, espertissimo nel Diritto Penale applicato alla Pubblica Amministrazione. Allora cosa aspetta e lanciarlo ed a cosa servono le primarie?

Per capirlo bisogna partire da un’evidenza: Antonio Pompeo è iscritto al Partito Democratico, guida la componente degli ex renziani di Base Riformista, dialoga con Area Dem di Dario Franceschini e Bruno Astorre. Ma il suo Dna è totalmente democristiano. E come tale ragiona.

Proprio per questo ha negato durante una riunione tenuta nei mesi scorsi che Galassi fosse il suo candidato ideale. Lo ha negato nonostante già da luglio ne avesse sondato la disponibilità. Ha negato perché sa che non è questo il momento di tirare fuori i candidati: prima bisogna bonificare il terreno politico. Ripulirlo dalle trappole e dagli agguati di chi, legittimamente, intende porre la propria candidatura.

Idea primarie

Piergianni Fiorletta, Francesco Scalia e Luigi Vittori

Ma nella sua maggioranza c’è chi non intende starci. Bonifica o non bonifica. Chi perché non condivide il metodo di una successione decisa senza concordarla con gli alleati. Chi perché non condivide proprio la candidatura. Il pretesto è il silenzio e la risposta sono le primarie.

Cioè? Ufficialmente Antonio Pompeo non ha lanciato candidature. In quella che è stata la sua maggioranza allora nasce la legittima necessità di individuare un successore: un candidato sindaco da proporre alla città. Nasce da qui l’appello lanciato la settimana scorsa dall’ex vicesindaco Luigi Vittori. Diventato ex proprio per il tema della successione. Perché nei mesi scorsi ha preso corpo la possibilità di lanciare la candidatura del già sindaco Piergianni Fiorletta, sostenuto da Vittori e dalla sua area politica in sintonia con la componente maggioritaria del Partito Democratico.

È a quell’appello che oggi risponde Massimo Gargani. Si al metodo delle primarie per individuare il candidato sindaco. «Anche i tempi suggeriti ci sembrano adeguati, ovvero dopo le elezioni Regionali del 12 febbraio». La risposta all’apparenza non è in contrapposizione con la linea del sindaco uscente Antonio Pompeo. Perché «Le primarie sono uno strumento in cui ha creduto da sempre anche il sindaco Pompeo. Tanto è vero che si arrivò alla sua designazione proprio attraverso queste elezioni».

Apparenza e sostanza

La sostanza però è altra cosa. Perché se è vero che Massimo Gargani è assessore nella giunta guidata da Antonio Pompeo altrettanto è vero che sia storicamente vicinissimo a Luigi Vittori. La sua civica Partecipare nelle elezioni di cinque anni fa ha eletto due consiglieri, Giancarlo Lanzi e Stefano Zaccari; ma loro sono rimasti fedeli al sindaco quando Gargani si è spostato sulle posizioni di Vittori.

Nella sostanza, già un anno e mezzo fa l’ex sindaco Piergianni Fiorletta aveva detto di essere disponibile a considerare un suo ritorno ma solo di fronte ad uno schieramento ampio ed a primarie vere per designare il candidato.

L’appello di Vittori è un segnale. Con il quale avviare la costruzione di quel campo largo. L’adesione di Massimo Gargani è un ulteriore segnale. Ma non è ancora l’avvio dell’allargamento: Fiorletta e Gargani fanno parte dello stesso gruppo anche se con due nomi distinti. Il vero segnale sarà nei prossimi giorni: se ci saranno altre adesioni all’appello di Vittori. Soprattutto se dovessero arrivare prima delle elezioni Provinciali. Perché indicherebbero uno scollamento dalla solidissima maggioranza sulla quale comunque Antonio Pompeo ha potuto contare.

Agli sgoccioli

Claudio Pizzotti

Subito dopo le Provinciali, una volta eletto il suo successore a Piazza Gramsci, Antonio Pompeo si dimetterà da sindaco. Il tempo è agli sgoccioli: deve farlo con anticipo rispetto all’accettazione della candidatura alle Regionali. Per qualche giorno sarà il vicesindaco Lucia Di Torrice a guidare la città in attesa del commissario. Il consiglio sarà sciolto per poi andare alle elezioni nella primavera 2023.

La coalizione guidata da Antonio Pompeo comprende al momento il Pd, Fare Futuro, il gruppo del presidente del consiglio Claudio Pizzotti, la lista Pompeo sindaco ed il gruppo indipendente di Giancarlo Lanzi e Stefano Zaccari. Formalmente pur se negli ultimi tempi un po’distaccati della coalizione fa parte anche Uniti per Ferentino di Giuseppe Patrizi.

Completamente fermo il centrodestra.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright