Addio a Giuseppe Ferraguti, il pioniere che ha lasciato il segno

Un pioniere. Un combattente e un capo. Ma soprattutto un imprenditore che si è fatto da sé, passo dopo passo, sacrificio dopo sacrificio, successo dopo successo. Capace di ascoltare tutti ma di decidere da solo a tempo di record, quando bisogna fare in fretta, quando un minuto in più può decretare la sconfitta e uno in meno un arretramento.

Giuseppe Ferraguti era tutto questo e molto altro ancora. Se n’è andato ieri a 85 anni: un’intera vita spesa a “fare”, l’unico verbo che un imprenditore vero può coniugare.

E lui imprenditore lo era nel sangue e nel cervello, nel dna. Aveva cominciato da zero, anzi dal nulla, riuscendo poi ad affermarsi con attività che hanno dato lavoro a migliaia di persone.

Emigrò in Argentina o Venezuela, come fabbro: poi tornò con un enorme patrimonio di esperienza e voglia di fare. Fu così che entrò nel business dei prefabbricati.

Al primo posto c’era l’intuizione. Dicono che fu lui a capire in che direzione stesse andando il mondo delle costruzioni. E mentre tutti restavano ancorati ai vecchi schemi, inventò un nuovo modo per fare carpenteria avanzata, conglomerati centrifugati. Presto e bene, prima degli altri e meglio degli altri.

 Giuseppe Ferraguti era un capitano di industria e un visionario: oggi sono una merce rara. Lui aveva immaginato il futuro, era stato capace di vedere prima quel progetto che poi lo ha fatto decollare. In anni nei quali in questa provincia non c’era nulla. Se non la voglia di affermarsi, la “fame” di mettere in piedi qualcosa destinato a sopravvivere perfino alla propria vita. E’ questo che ha fatto la differenza.

Se fare era il verbo che più gli piaceva, se decidere era il compito che si era dato,  se presto era il tempo che si era assegnato, al primo posto per Giuseppe Ferraguti c’era altro. C’era chi teneva insieme e rendeva possibile realizzare tutti quei dogmi. «Al primo posto ci sono sempre quelli che lavorano per noi», ripeteva.

A Ferentino, ma non soltanto, era una sorta di monumento. Esposto ogni giorno davanti ai figli Silvio, Pierluigi e Annamaria, affinché osservandolo nella sua quotidianità potessero assorbire giorno dopo giorno gli insegnamenti autentici, spontanei, quelli che fanno la differenza, quelli che davvero racchiudono l’essenza di una vita.

Nell’home page della società si legge:

La Effegi S.p.A. è un’azienda dinamica, attiva in vari settori industriali, come la produzione di materiali sintetici per la moda, la realizzazione di edifici industriali in carpenteria metallica e la produzione di edifici prefabbricati in calcestruzzo precompresso. In particolare, qui ci occuperemo di quest’ultima attività. La Effegi S.p.A. nasce nel 1988, quale evoluzione della ditta Ferraguti Giuseppe (nata nel 1961)”.

E’ tutto in quella parola: “evoluzione”. Perché Giuseppe Ferraguti negli anni ha scalato tutte le posizioni che un uomo possa scalare, nel lavoro ma pure nella vita. Lasciando un’impronta indelebile.

Il figlio, Silvio Ferraguti, ha preso quegli insegnamenti e quell’azienda, proiettandola con gli stessi principi sui mercati internazionali. Quei principi ha cercato di esportarli sul terreno più arido: la provincia di Frosinone, seminandoli dalla tribuna di Federlazio di cui è stato presidente provinciale e vice presidente Regionale.

Giuseppe Ferraguti ha messo in campo elementi che non si trovano in nessun mercato: competenza, capacità di soffrire, reputazione, voglia di non arrendersi mai, di essere sempre sul pezzo. Di dare l’esempio, che è l’unico valore che davvero trascina.

Un pioniere, un visionario e un campo.

Giuseppe mancherà a ben più che ai suoi affetti.

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