Ferraguti: «Subito un piano per migliorare la Sanità»

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L’incontro romano era stato convocato per fare il punto sulla situazione politica. A tavola, ad un certo punto, l’imprenditore Silvio Ferraguti, si è scagliato in una durissima invettiva sulle condizioni della Sanità nel Lazio. Ha esortato Forza Italia ad aprire un fronte, mettendo a punto proposte di riforma e dossier con cui evidenziare la situazione in ogni ospedale.

Presidente, sono mesi che il suo Partito punta il dito contro ritardi e disfunzioni nelle Asl
E ora è arrivato il momento di andare oltre. Bisogna passare alla fase della denuncia politica per smascherare le false promesse con le quali i cittadini vengono presi in giro. Non è mio costume né fare della demagogia da quattro soldi né tantomeno avventurarmi sui sentieri squallidi dello sciacallaggio politico. Però alcune domande sulla sanità locale vanno poste, soprattutto al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al commissario straordinario Luigi Macchitella.

Facciamo le domande…
Facciamo prima una premessa irrinunciabile. Innanzitutto vanno ringraziati i tanti medici ed infermieri che operano nelle strutture della provincia di Frosinone e che garantiscono assistenza sulla base esclusiva della loro professionalità e del loro attaccamento al lavoro. Sottoponendosi a turni massacranti, che spesso vanno abbondantemente al di là delle ore che andrebbero effettuate. Sarebbe bello una volta tanto che il Governatore Zingaretti li citasse per questo.

Fatta la premessa, passiamo alle domande…
Le piante organiche dell’ospedale di Frosinone e delle altre strutture sono largamente al di sotto dei livelli previsti. L’organizzazione del lavoro è un concetto sconosciuto alla dirigenza della Asl. Ci sono reparti nei quali medici ed infermieri sono ridotti all’osso ed altri dove invece magari c’è perfino qualche sovrannumero. Allora mi chiedo: ma il buon senso, una volta tanto, può… trionfare? Oltre le rigide competenze e oltre la tirannia burocratica che soffoca tutto?

Queste sono considerazioni. Le domande… ?
Si era parlato, a marzo, di oltre cinquanta assunzioni. Dove sono? Ne sono state fatte molte meno. Sento parlare di graduatorie da scorrere e di tutto il resto, ma nessuno fa “mea culpa” sul fatto che bisognava organizzarsi prima e meglio perché si conoscono perfettamente gli intoppi e i tempi in Italia. Soprattutto quando si parla di “pubblico”. Il commissario Macchitella fa riferimento a “tesoretti” che potrebbero essere impiegati per assumere personale. Ma quando?

Macchitella si sta scontrando con lo stesso problema che denunciò la dottoressa Mastrobuono: le graduatorie sono vecchie di anni, chi è in elenco o si è già sistemato o non ha interesse a venire a Frosinone. Ora, con la stabilizzazione di circa 500 precari, si potrebbe arrivare ad una soluzione. Non crede?
Non è una soluzione perché si tratta di personale che è già in servizio nei nostri ospedali. Qui bisogna capire che abbiamo bisogno di personale in più da aggiungere a quello che già c’è. Benvenga la stabilizzazione. Ma non porterà un solo uomo in più nelle corsie.
Ripeto: medici e infermieri fanno tantissimo, ma è pensabile continuare ad andare avanti così nei Pronto Soccorso? Con malati sistemati su barelle nei corridoi, in attesa (passano anche giorni) di un posto nei reparti? E’ pensabile che queste persone siano “parcheggiate” senza alcun rispetto per la “privacy” e per le condizioni minime di dignità?

Ha una soluzione più a portata di mano?
Si chiama Organizzazione. Sono tanti i reparti in sofferenza per mancanza di personale, mentre in altri magari sono in esubero. Una redistribuzione delle risorse umane e professionali è doverosa, soprattutto in questa fase. Mi auguro di non ascoltare le solite litanie sulle procedure. Una volta tanto si pensi alla sostanza.

Secondo lei che fine ha fatto il piano della professoressa Mastrobuono che prevedeva la creazione dei reparti necessari per poter chiedere il Dea di II livello nello Spaziani di Frosinone?
Ormai è chiaro che il Dea di secondo livello sarà previsto a Latina. Ancora una volta Frosinone resta di serie B. Al presidente Zingaretti vorrei dire che sono convinto che il depotenziamento della sanità provinciale ha tanti “padri”, di ogni parte politica. Del centrosinistra ma anche del centrodestra. La chiusura degli ospedali, gli accorpamenti e la logica delle macroaree hanno avuto l’effetto di salvaguardare i livelli di assistenza nelle province di Roma e di Latina. La nostra sanità è diventata periferica e la mobilità passiva (la locuzione tecnica che individua i viaggi della speranza) ne è la prova. Ma adesso è Nicola Zingaretti il presidente della Regione Lazio e tocca lui provare ad invertire la rotta con fatti concreti: i malati della provincia di Frosinone non sono “figli di un Dio minore”, così come i medici e gli infermieri che lavorano nella provincia di Frosinone avrebbero diritto a macchinari all’avanguardia, a più ambulanze, a strutture e servizi migliori. Neppure la loro professionalità è figlia di un Dio minore. Invece per troppe tipologie è necessario il trasferimento dei pazienti nelle strutture romane o pontine.
Non è accettabile.

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