Tortoriello: «Tiene l’economia del Lazio»

L'economia del Lazio tiene. Cresce sul fronte dell'export. Ora occorre investire su digitalizzazione e innovazione. Concetti espressi dal presidente degli industriali Filippo Tortoriello

L’economia Lazio non è a rischio, ha avuto la capacità di crescere e lo ha fatto soprattutto in termini di esportazione»: è l’analisi di Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria. Che indica la strada per diventare più competitivi: digitalizzazione e innovazione. Lo ha detto nel corso di un’intervista nella sede dell’agenzia di stampa Dire.

Per il presidente degli industriali del Lazio il trend della regione è positivo, anche se «c’è stato un leggero rallentamento». Non ci sono rischi per la stabilità economica, le imprese sono tornate ad esportare e su questo fronte hanno registrato una crescita a due cifre: la media nazionale nel 2017 è stata del +7% mentre quella delle industrie del Lazio ha toccato il 17%.

Per spingere sull’acceleratore, gli industriali hanno sottoscritto un accordo quadro con il mondo dell’università e della ricerca. «Stiamo mettendo in piedi una forte sinergia con le 7 principali università, cinque pubbliche e due private, per creare una sinergia costante con il mondo delle imprese – ha detto Tortoriello – e dare un input alla competitività che non ha più barriere geografiche. La digitalizzazione e l’innovazione sono gli elementi forti per poter competere su un mercato che non fa sconti a nessuno».

Più attenzione alla casa

Filippo Tortoriello ha chiesto ora una maggiore attenzione sul tema della casa e dell’emergenza abitativa.

Il numero uno di Unindustria ha ricordato come siano «oltre 20 anni che non c’e’ più attenzione agli investimenti che tengano conto delle esigenze abitative. Quando non ci sono gru – ha detto – c’è una economia ferma».

Bene dialogo con Governo

Nelle ore scorse c’è stato il disgelo tra Confindustria ed il Governo. Il vice premier Matteo Salvini ha ricevuto una decina di organizzazioni: chiaro segnale di inversione di rotta per un Governo che dal suo insediamento ha puntato sulla disintermediazione. Cioè sulla volontà di saltare il confronto con i sindacati e le organizzazione datoriali, per delegittimarle. E passare al confronto diretto.

Confindustria ha aperto così il confronto su temi come le grandi opere ed i tagli alle pensioni alte dei manager. Oggi e’ il turno dell’altro vicepremier e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio. Un inizio di percorso che piace anche a Unindustria, che con il presidente Filippo Tortoriello che nel dialogo vede «un elemento di grandissima positività’, l’obiettivo fondo».

Spiega che «non si tratta di dettare la linea, ma di evidenziare e portare all’attenzione del Governo le esigenze reali del Paese, viste dal punto di vista della concretezza dei fatti, che è la crescita»“.

I rischi per Fca

La ripresa del dialogo è importante per il futuro delle aziende del territorio. Filippo Tortoriello usa come esempio uno dei recenti provvedimenti: «Se con un emendamento notturno fai passare l’ecotassa e poni la questione dell’auto elettrica prescindendo dalle esigenze dell’industria italiana, scoprendo solo dopo che danneggia la filiera nazionale, senza nemmeno considerare un periodo di transizione, è evidente che non ci siamo. Se avessero ascoltato prima, lo avremmo evitato».