Fischi e fiaschi della I settimana 2022

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della I settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni.

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della I settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni.

FISCHI

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini (Foto Marco Cremonesi © Imagoeconomica)

Sta portando la Lega dove voleva lui: all’opposizione. La partita per la presidenza della Repubblica si sta complicando all’inverosimile. Quasi impossibile che possa farcela Silvio Berlusconi,  molto difficile che Mario Draghi salga al Colle, a meno che non accetti di provarci dal quarto scrutinio in poi.

Ma in tal caso inevitabilmente la maggioranza che lo sostiene sarebbe destinata a cambiare. E a quel punto la Lega andrebbe via. In Consiglio dei Ministri ci sono state le avvisaglie e il fatto che a guidare la protesta dei leghisti sia stato Giancarlo Giorgetti è molto indicativo. Se sulle barricate salgono le colombe, figuriamoci dove sono i falchi.

Per Matteo Salvini è lo scenario migliore possibile, perché il Capitano non sopporta più di essere scavalcato nei sondaggi dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Continuerà su questa linea.

Lucido e determinato.

MARIO ABBRUZZESE

Giovanni Toti e Mario Abbruzzese (Foto Giorgio Di Cerbo / Aif)

Gli va dato atto di averci sempre creduto. A cosa? Ad uno scenario di Centro che possa dire la sua anche in modo determinante. Adesso che per quanto riguarda il Colle si è delineato benissimo l’asse tra Matteo Renzi (Italia Viva) e Giovanni Toti (Coraggio Italia), appare chiaro come Mario Abbruzzese (dirigente regionale di Coraggio Italia) possa provare a calare quel tipo di scenario anche in Ciociaria. Dove peraltro il centrodestra è lacerato e debole. (Leggi qui Dal Colle alle periferie: il Terzo Polo prende forma).

Lacerato perché la Lega di Nicola Ottaviani e i Fratelli d’Italia di Massimo Ruspandini non si sopportano. Debole perché la clamorosa sconfitta di Forza Italia alle provinciali ha messo in evidenza che la gamba centrista della coalizione ha bisogno di essere rafforzata. Magari con l’Udc di Angelo D’Ovidio, ma soprattutto con Coraggio Italia di Mario Abbruzzese.

Il quale è pronto a “pesare” in ogni contesto possibile. A cominciare dalle comunali di Frosinone. Senza timori reverenziali.

A volte ritornano.

LUCA FANTINI

Luca Fantini

Il Segretario provinciale del Pd rimane dietro le quinte, non si fa notare, ma sta pesando moltissimo nell’attività diplomatica che il Partito sta mettendo in campo per il 2022.

Intanto per le comunali di Frosinone, dove ha il compito non semplice di tenere insieme il centrosinistra e realtà civiche provenienti dal centrodestra. Oltre che provare a raggiungere un’intesa vera con il Movimento Cinque Stelle. E’ già a buon punto perché ha incontrato le delegazioni dei potenziali alleati e perché si sta muovendo nell’ottica del Campo Largo voluto da Francesco De Angelis.

Ma nel 2022 c’è un altro appuntamento importante: si vota per il presidente della Provincia perché ad ottobre scade il secondo mandato di Antonio Pompeo. Anche in questo caso Luca Fantini si sta muovendo per individuare il profilo migliore. In sordina, come nel suo stile.

Forte e discreto.

FIASCHI

CONTE-GRILLO-DI MAIO

Giuseppe Conte e Beppe Grillo (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

Il Movimento Cinque Stelle ha il numero maggiore di parlamentari tra Camera e Senato e quindi potrebbe dire la sua per l’elezione del Capo dello Stato. Ma, oltre ad essere diviso, è anche confuso.

Giuseppe Conte non ha alcun tipo di “presa” sui gruppi parlamentari, che continuano a non riconoscergli la leadership. Beppe Grillo, il fondatore, preferisce disquisire su arditi paragoni tra l’obbligo vaccinale per gli over 50 e gli scenari orwelliani. Luigi Di Maio ha la forza per frenare Conte, ma non quella per imporsi lui.

In questo modo il Movimento naviga alla giornata senza avere né una rotta né un obiettivo. Giuseppe Conte ha proposto una donna per il Colle, senza però dare seguito a questa indicazione. Luigi Di Maio sembrava lavorare per la scelta di Mario Draghi, poi si è fermato. Beppe Grillo non è mai stato in partita.

Tre uomini e neppure una gamba.

ENRICO LETTA

Foto: Andrea Giannetti © Imagoeconomica

Il Segretario del Pd non sembra avere molte alternative a quella di provare a far eleggere Mario Draghi. Non è semplice e in questo caso potrebbe essere lui stesso a guidare un nuovo Governo senza la Lega. Mentre altre soluzioni (a meno di un clamoroso cambio di scenario che rimetta in pista Sergio Mattarella) rischiano di indebolirlo sul piano politico.

Questo comporterebbe degli scossoni nel Pd a quasi un anno dalle dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario. Vale a dire che Enrico Letta potrebbe dover andare a congresso con tutte le incognite del caso.

Non è un momento semplice, considerando anche i malumori di big come Dario Franceschini e Lorenzo Guerini. E considerando pure che lo stesso Nicola Zingaretti potrebbe provare a riprendersi il partito. In tutto questo Enrico Letta lascia sbarrata la porta di un possibile dialogo con Matteo Renzi.

All’angolo.

SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi

Sta lavorando seriamente all’ipotesi di una sua elezione a presidente della Repubblica. E’ l’unico ad avere una strategia dalla quarta votazione in poi e potrebbe convincere molti esponenti del Gruppo Misto a votarlo.

Quello che non considera è che Lega e Fratelli d’Italia difficilmente lo appoggeranno a ranghi compatti e in maniera convinta. E questo porta alla domanda successiva: cosa farebbe Forza Italia nel caso di bocciatura dell’ipotesi Berlusconi al Colle? Resterebbe nel centrodestra? Voterebbe per Mario Draghi?

Sono ipotesi che Silvio Berlusconi sembra non porsi. E un leader del suo calibro non può permetterselo.

Dopo di me il diluvio.