Fischi e fiaschi della IX settimana 2022

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della IX settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della IX settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni

FISCHI

VINCENZO IACOVISSI

Vincenzo Iacovissi

Competenza, cultura, impegno, passione, umiltà, educazione: il vicesegretario nazionale del Psi ha messo in mostra tutte queste qualità nella presentazione della candidatura a sindaco. Guiderà il Nuovo Centrosinistra in una campagna elettorale che gli servirà per farsi conoscere nel capoluogo.

Ha parlato del progetto che da anni ispira l’azione politica dei Socialisti: la città intercomunale, necessaria perché Frosinone è troppo piccola come capoluogo per poter contare sui tavoli dove si decide per davvero. Un’area che comprenda anche Ferentino, Ceccano, Alatri, Patrica, Supino e via di questo passo.

Vincenzo Iacovissi ha conseguito la bellezza di cinque lauree e ciò dimostra che è uno che studia e si impegna. Nei prossimi tre mesi affronterà la sfida più bella della sua giovane carriera politica. Non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare.

Nuova leva.

DOMENICO MARZI

Domenico Marzi

Non era per niente semplice accettare di rimettersi in gioco e candidarsi per la quarta volta a sindaco di Frosinone. Il centrosinistra è spaccato e il caos delle ultime settimane ha contribuito a ingarbugliare ancora di più la situazione.

Marzi ha deciso dopo un triplo colloquio: con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, con il segretario regionale del Partito Democratico Bruno Astorre e con il leader dei Dem in Ciociaria Francesco De Angelis. Quando però è salito sulla pedana del ristorante Memmina ha lasciato alle spalle dubbi e perplessità, che pure ci sono. (Leggi qui Marzi fa pace con Marini: si candidano insieme).

Lo ha fatto perché la chiamata del Partito è stata di quelle che non si possono rifiutare, ma lo ha fatto anche perché ha dentro di sé quella passione politica che non svanisce con il passare dell’età. Gli obiettivi di Domenico Marzi sono arrivare al ballottaggio e vincere.

Il Partito è in campo. ieri mattina De Angelis ha avuto un vivace scambio di opinioni con Mauro Vicano, l’ex Direttore generale della Asl per il quale il Partito non ha acceso il semaforo verde perché ritenuto divisivo.  Si sono visiti a pochi passi dal bar Tucci a Frosinone. De Angelis ha chiesto a Vicano di essere coerente con il passo di lato fatto la settimana scorsa indicando, lui stesso, Marzi come punto di sintesi; mentre ore annuncia la sua candidatura a sindaco. Un’azione persuasiva che sta ad indicare come il Pd sia davvero intenzionato a far vincere Marzi e non a giocare una partita a due punte. (Leggi qui Il campo di Marzi è stretto: Vicano va avanti).

Il richiamo della foresta.

STEFANO PIZZUTELLI

Stefano Pizzutelli

Per un paio di giorni è stato ad un passo dalla candidatura a sindaco del centrosinistra. Il Partito Democratico non riusciva a convincere Memmo Marzi e nemmeno Michele Marini. (Leggi qui Un Papa nero come sindaco del Pd).

Stefano Pizzutelli (Frosinone in Comune) era l’unico in grado di poter tenere insieme le forze della Sinistra più estrema con il Pd e i Cinque Stelle. Quando però si è sbloccata la situazione di Domenico Marzi, Francesco De Angelis e Luca Fantini lo hanno chiamato per primo: Stefano Pizzutelli ha risposto che sarebbe comunque rimasto in coalizione.

Avrebbe potuto puntare i piedi, invece ha ragionato perché la politica frusinate non finisce nel 2022 ma andrà avanti. Ha guardato al futuro dimostrando affidabilità per il presente.

Ponderato.

FIASCHI

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini (Foto: Leonardo Puccini / Imagoeconomica)

La Lega ha iniziato da tempo l’opera di destabilizzazione della maggioranza di Governo, ma in questa settimana c’è stata un’accelerazione significativa. Sulla riforma del catasto si è sfiorata la crisi per un solo voto in commissione.

A questo punto sarebbe preferibile decidere di strappare e uscire dalla coalizione, con le dimissioni dei ministri. Anche il premier Mario Draghi dovrà valutare questa situazione perché è il primo a rendersi conto che non si può andare avanti in questo modo.

Sulla guerra in Ucraina Matteo Salvini ha condannato l’invasione della Russia, ma contemporaneamente ha tenuto comportamenti diversi sul tema. Per esempio quando ha detto no alle armi letali all’Ucraina. Esistono forse armi non letali?

Eccesso di equilibrismi.

SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi

Sulla riforma del catasto si è fatto trascinare dall’alleato leghista perdendo anche la caratteristica principale di Forza Italia in questo ultimo anno: l’assoluto sostegno all’azione di governo di Mario Draghi, specialmente in un momento delicato come questo.

Inoltre è emerso che un terzo dei parlamentari di Forza Italia non versa al Partito la propria quota, che è molto più bassa rispetto a quella dei colleghi degli altri partiti: 900 euro mensili. Nel Pd sono 2.000, nella Lega 3.000. Si tratta di risorse che servono per pagare le spese dei Partiti, specialmente le campagne elettorali. Un tempo non c’era problema: pensava a tutto Silvio Berlusconi. E’ giusto che non lo faccia più lui, ma questo modo di fare dimostra per l’ennesima volta che tra gli “azzurri” il senso di appartenenza ad una comunità politica è svanito di molto.

La responsabilità politica di Berlusconi è di non avere costruito mai una classe dirigente giovane e nuova che potesse guidare il partito.

Dopo di me il diluvio.

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

È passata un’altra settimana senza che gli organi della giustizia amministrativa si siano pronunciati in merito all’ordinanza del Tar che ha di fatto “congelato” la leadership politica dei Cinque Stelle.

L’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte ripete continuamente che in ogni caso il Movimento deve ripetere la fase dell’elezione degli organismi dirigenti. Ha perfettamente ragione. Ma perché non lo fa?

In questo modo rimane in una situazione di sospensione della leadership e consente a Beppe Grillo, Luigi Di Maio e a tutti quelli che non accettano che sia lui il leader politico di continuare nell’eterna ragnatela del prendere tempo.

Indeciso.

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