Fischi e fiaschi della settimana XXXI 2021

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

FISCHI

NICOLA ZINGARETTI

Nicola Zingaretti (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Nell’intervista ad Alessioporcu.it ha detto una cosa enorme nella sua semplicità: Fincantieri ci ha scelto perché abbiamo reso il Lazio più attrattivo, più efficiente, più competitivo. (Leggi qui Zingaretti: “Fincantieri ci ha scelto perché abbiamo cambiato il Lazio”).

Ed è questo il tratto che maggiormente ha caratterizzato l’azione di governo di Nicola Zingaretti in questi due mandati. L’uscita dal commissariamento della Sanità è stata un’impresa titanica, che poi ha riverberato effetti a cascata dappertutto. Dal piano fiscale a quello della mobilità sostenibile.

Se oggi le grandi aziende guardano al Lazio lo fanno perché sono cambiate le condizioni. Ma in questa settimana Nicola Zingaretti si è distinto anche per aver reagito all’attacco hacker perpetrato ai danni della Regione Lazio. Un attacco fortissimo, dalle conseguenze gravissime. La piattaforma per i vaccini è stata ripristinata a tempo di record e i backup salvati e recuperati. Non era semplice. Zingaretti si conferma costantemente sul pezzo.

Non mollare mai.

CAMILLI-BORGOMEO

Angelo Camilli

Il presidente di Unindustria Angelo Camilli ha voluto far capire a tutti che l’operazione Fincantieri ha delle opportunità irripetibili per questo territorio e lo ha fatto esaltando il ruolo di Francesco Borgomeo come numero uno della Territoriale di Unindustria di Cassino. (Leggi qui Camilli: “Abbiamo di fronte anni di grande sviluppo”).

Non lo ha fatto a caso, perché Francesco Borgomeo è un imprenditore super impegnato, spesso su più fronti contemporaneamente. Il fatto che si sia perfettamente calato anche in un ruolo di massima rappresentanza dell’associazione di categoria vuol dire che ha voglia, capacità e attributi per stare anche su questo fronte. Il cassinate, tra Stellantis e Fincantieri, ha le potenzialità per ambire al Distretto. Francesco Borgomeo lo sa e ci sta lavorando.

Angelo Camilli è da quasi un anno al vertice di Unindustria: ha cambiato molte cose in silenzio e in provincia di Frosinone non manca mai di far sentire il suo peso politico e la sua voce. Unindustria è tornata.

Asse di acciaio.

DELLE CESE-RUBERTI-D’AMICO

Guido D’Amico e Giovanni Acampora (Foto: Massimo Scaccia / Giornalisti Indipendenti)

Ci sono uomini che preferiscono stare nell’ombra. Non per ordire trame segrete ma per lavorare senza essere notati, senza la pressione di ambienti spesso ostili. Ne abbiamo scelti tre, molto diversi tra loro e per ambito di competenza e professionalità.

Ma il filo rosso è quello: determinare, condizionare, decidere. Dando l’impressione che siano altri a farlo. Marco Delle Cese, presidente del Cosilam, è stato tra i principali protagonisti dell’operazione Fincantieri. Sotto la sua guida il Consorzio industriale del Basso Lazio è cresciuto in termini di peso specifico.

Albino Ruberti: C’è sempre lui al centro di qualunque operazione seria e decisiva: politica, amministrativa, economica. Come su Fincantieri, come su tutto il resto. Ormai è insostituibile.

Guido D’Amico, presidente nazionale di ConfimpreseItalia e consigliere della Camera di Commercio del Basso Lazio, si è messo in testa un’idea: rilanciare Fiuggi. Nel Lazio, in Italia e nel mondo. Ci sta riuscendo con la moral suasion e con una serie di eventi, anche culturali, che hanno rimesso al centro della scena la città termale.

Decisionisti.

FLOP

CLAUDIO DURIGON

Claudio Durigon (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Non è soltanto per l’idea, urlata in un comizio, di reintitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, togliendo quindi i nomi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il fatto è che nel Lazio (lui è coordinatore regionale della Lega) il centrodestra arranca e il Carrocio ancora di più. (Leggi qui «Ridateci il parco Mussolini»: e su Durigon si scatena la polemica bis).

A Latina (la Pontida del centrosud, come l’ha definita Matteo Salvini) non c’è ancora il candidato sindaco. A Roma è stato scelto Enrico Michetti, vicino a Giorgia Meloni. La Lega lo ha accettato senza convinzione e adesso stanno emergendo molte perplessità. Perfino a Sora la candidatura a sindaco da parte del centrodestra non ha ancora spiccato il volo in maniera sostanziale e definitiva. (Leggi qui Il Centrodestra tiene Zaccheo sulla graticola).

La Lega sta soffrendo troppo il doppio ruolo di lotta e di governo e questo si fa sentire ancora di più laddove Fratelli d’Italia è più forte. In provincia di Latina per esempio. Forse anche in provincia di Frosinone. Ma è quanto sta accadendo a Latina a far emergere le difficoltà della Lega. Claudio Durigon è uno dei fedelissimi più influenti di Matteo Salvini, sottosegretario al Mef e coordinatore regionale. Serve una registrata alla macchina, non una rievocazione del Duce. Distratto dalle vere priorità.

VINCENZO ZACCHEO

Vincenzo Zaccheo

Un nome come il suo non merita di stare sulla graticola. Per il passato politico e amministrativo, ma anche per lo stile dimostrato in questi dieci anni. Durante i quali è uscito a testa alta e completamente pulito da due vicende che potevano annientarlo: la questione della Metropolitana leggera e l’accusa di aver chiesto a Renata Polverini di avergli sistemato la figlia. In entrambi i casi Zaccheo è uscito pulitissimo.

Il centrodestra pontino è in panne, diviso e rancoroso. I big dei partiti non si fidano l’uno dell’altro. Parliamo di Claudio Durigon (Lega), Claudio Fazzone (Forza Italia), Nicola Calandrini (Fratelli d’Italia). (Leggi qui Le giravolte senza senso sul candidato a Latina).

L’errore clamoroso che Vincenzo Zaccheo ha commesso è uno solo: doveva pretendere (il verbo giusto è questo) che le segreterie regionali dei tre partiti mettessero nero su bianco la richiesta di richiamarlo in servizio. Soltanto dopo lui avrebbe accettato. La storia recente del centrodestra dice che le candidature a sindaco sono il tallone d’Achille della coalizione.

Uno come Vincenzo Zaccheo doveva pensarci.

Errore fatale.

MICHETTI-RAGGI

Mario Abbruzzese con il candidato sindaco di Roma Enrico Michetti

Il candidato sindaco del centrodestra Enrico Michetti appare sempre più isolato anche all’interno del centrodestra. Forse pensava che sarebbe bastata l’impostazione da tribuno della plebe per vincere una campagna elettorale difficile e durissima.

Continua ad essere primo nei sondaggi, ma la partita della Capitale si giocherà tutta al ballottaggio.

I confronti diretti hanno dimostrato che l’impostazione sta cambiando. La Città Eterna ha bisogno di risposte vere, concrete e fattibili su temi come i rifiuti, la manutenzione, l’urbanistica, il sociale. Non bastano frasi ad effetto, non bastano sorrisi, non bastano pacche sulle spalle.

La sindaca Virginia Raggi con l’elezione di Giuseppe Conte presidente del Movimento Cinque Stelle è ancora più isolata all’interno dei pentastellati. Al di là delle frasi di circostanza, in tanti nel Movimento hanno preso le distanze da lei. E altri continueranno a farlo.

Passi falsi a ripetizione.