Fischi e fiaschi della settimana XXXIII 2021

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

FISCHI

CASCHERA-LA ROCCA

Alberto La Rocca, Giuseppe Ruggeri, Lino Caschera

Sono stati gli assoluti protagonisti della settimana politica sorana, che poi ha avuto una dimensione provincial-regionale. Il primo, Lino Caschera, con la sua presenza ingombrante. Il secondo, Alberto La Rocca, con la sua assenza “essenziale”. C’è ma non c’è. (Leggi qui Lino caterpillar licenzia Giuseppe. Riecco Alberto La Rocca).

Lino Caschera è un personaggio che spacca, anche all’interno della Lega. Complicato, anzi impossibile provare a gestirlo. Certamente la spaccatura della coalizione su una candidatura a sindaco data per acquisita non è un “fischio”. Ma neppure un “fiasco” se si capisce prima della presentazione ufficiale che c’è qualcosa che non va.

Ma l’azione politica diventa “fischio” quando si è capaci di ribaltare la situazione e di togliersi dall’angolo nel quale si era finiti spalle al muro. Lino Caschera è stato abile a portare la discussione fin dove poi Giuseppe Ruggeri gli ha urlato contro “tu non fa nulla dalla mattina alla sera, ti alzi alla dieci. A quel punto nessuno ha ricordato più cosa aveva fatto e detto Caschera per una settimana.

L’imprenditore Alberto La Rocca è evocato da tutti: destra, centro, sinistra, partiti, civiche, big e “mediani”. L’unica cosa che deve temere è la sindrome da “Sora Camilla”, dove Sora sta per signora-sorella e non per Comune. La “Sora Camilla” è quella che tutti vogliono e nessuno piglia. A questo punto se La Rocca viene candidato a sindaco, diventa il grande favorito. Se invece resta a casa, il grande rimpianto per tutti quelli che perderanno.

Il Caterpillar e l’Invisibile.

LORENZO LOPPA

Lorenzo Loppa (Foto: Filippo Rondinara)

Dal Vescovo di Anagni una straordinaria lezione di coraggio, modernità e buon senso. Nel corso di una omelia ha sviluppato un ragionamento talmente semplice da sembrare scontato. Ma non lo è. (Leggi qui Il vescovo non si nasconde: “Il bio metano è questione di sapienza” e qui La risposta a Loppa: arriva il festival dell’Ambiente).

Lorenzo Loppa ha detto che la questione dei rifiuti va affrontata e che bisogna essere grati a tutti quelli che lo fanno. Perché è una materia tanto necessaria quanto impopolare. Ha aggiunto, con evidente riferimento al biodigestore, che vanno seguite quelle soluzioni  che non impattano sull’ambiente. E qui il capolavoro: in generale smaltire i rifiuti rispettando leggi e norme è una garanzia per tutti. Perché ci sono i controlli, perché c’è la possibilità di monitorare le situazioni. Evitando sul nascere discariche abusive e pratiche inquinanti.

Una lezione per tutti quelli che continuano a dire no a prescindere senza neppure volersi confrontare sulle soluzioni proposte.

Urbi et orbi.

UN PO’ FISCHI E UN PO’ FIASCHI

ABBRUZZESE-CIACCIARELLI

Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese

È sempre stato evidente, ma adesso è alla luce del sole. Il dirigente regionale di Coraggio Italia Mario Abbruzzese e il consigliere regionale della Lega Pasquale Ciacciarelli marciano (apparentemente) divisi per poi colpire insieme. D’altronde non è un segreto che Abbruzzese è il mentore e lo spin doctor di Ciacciarelli. Come Kit Carson per Tex Willer.

I due giurano di non saperne niente ma sono stati i loro colonnelli schierati su Sora a bombardare e affondare la candidatura a sindaco di Giuseppe Ruggeri. Con l’obiettivo di favorire la discesa in campo di Alberto La Rocca. Dimostrando quindi strategia e idee chiare. (Leggi qui Lino caterpillar licenzia Giuseppe. Riecco Alberto La Rocca).

Allo stesso tempo però non hanno tenuto nella minima considerazione gli equilibri fragili della coalizione di centrodestra e anche della Lega. Provocando un terremoto del quale, a bocce ferme, rischiano di essere chiamati a rispondere. Se a Sora si perde daranno la colpa a loro, se si vince il caso verrà comunque preso come pretesto per un regolamento di conti interno. (Leggi qui Sora, il regno del Caos ha inghiottito Partiti piccoli piccoli).

Soprattutto sono entrati nel mirino di Fratelli d’Italia. Il senatore e commissario provinciale Massimo Ruspandini e il coordinatore regionale Paolo Trancassini se la sono legata al dito. Forse era preferibile agire allo scoperto. Senza agguati e “blitz”. Anche se, hanno dimostrato i fatti, a mali estremi estremi rimedi.

Il fine giustifica i mezzi. Ma non sempre.

OTTAVIANI-FAZZONE

Claudio Fazzone

Il sindaco di Frosinone e coordinatore provinciale della Lega si è trovato spiazzato dall’offensiva portata avanti da Lino Caschera, Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli (anche se gli ultimi due giurano in ogni modo la loro estraneità). E infatti ha sbandato paurosamente.

Poi però ha preso le misure e ha capito che poteva volgere la situazione a suo vantaggio. E lo ha fatto: commissariando la federazione della Lega a Sora e tenendo per sé le deleghe (quella di vicesindaco a Frosinone non l’ha più assegnata). A questo punto cercherà di limitare l’allargamento nel partito del responsabile dell’organizzazione Pasquale Ciacciarelli. Per poi andare ad alzare la voce su altri tavoli. Magari regionali.

Di Claudio Fazzone ha stupito il silenzio. Il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia è uno che non ha paura neppure di Belzebù. A Roma ha demolito la campagna elettorale di Enrico Michetti, determinando un cambio di organizzazione. (Leggi qui Fazzone suona la sveglia a Michetti: “Finora hai sbagliato tutto”).

A Sora non vuole sbilanciare Forza Italia e quindi intende aspettare di capire chi sarà il candidato sindaco e da chi verrà sostenuto. Nel centrodestra dirà la sua in altri contesti. A cominciare dal Comune di Frosinone.

Vecchie volpi.

FIASCHI

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte

Quella frase a proposito del dialogo con i Talebani è destinata a pesare per molto. Forse per sempre. L’auspicio del dialogo serrato con gli studenti coranici verrà ricordato anche tra dieci anni. E il fatto che in queste ultime ore gli sia andato in soccorso Alessandro Di Battista non fa che rendere le toppe ben peggiori del buco.

In realtà l’ex premier proprio non ce la fa ad accettare il fatto che a Palazzo Chigi è stato sostituito da un fuoriclasse assoluto come Mario Draghi. Con il quale non può nemmeno pensare di competere.

Ma, da presidente del Movimento Cinque Stelle, non riesce neppure ad accettare il fatto che comunque dovrà sempre fare i conti con Luigi Di Maio, il ministro degli esteri. Con il quale non ha ritenuto di condividere il senso di dichiarazioni che inevitabilmente avrebbero avuto un impatto forte. In politica estera una parola sbagliata può provocare disastri, figuriamoci in un contesto come quello dell’Afghanistan in questo particolare momento.

Quando poi è stata fatta la frittata, Giuseppe Conte ha provato il solito scaricabarile, tuonando contro tutto quelli che avevano strumentalizzato la sua dichiarazione. Nessuno aveva strumentalizzato una presa di posizione probabilmente dettata da Rocco Casalino, il potentissimo portavoce.

I Talebani sparano sulla folla e impongono la sharia. Ma quale dialogo serrato!

Rosicamento… diplomatico.

VIRGINIA RAGGI

Virginia Raggi e Marcello De Vito (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

La consiliatura che avrebbe dovuto cambiare Roma si è chiusa in modo inglorioso: senza maggioranza e senza possibilità di incidere su nulla. L’isolamento politico della sindaca Virginia Raggi  fa davvero impressione: Giuseppe Conte se ne tiene lontano, Beppe Grillo non la difende più, i Cinque Stelle tendono a smarcarsi appena possono. (Leggi qui Urla e insulti per l’ultimo atto della consiliatura Raggi).

E’ la vittoria della sua avversaria interna più potente, Roberta Lombardi. Virginia Raggi cercherà di fare il massimo in campagna elettorale e i sondaggi dicono che è ancora in corsa. Ma resta il fatto che in questi cinque anni Roma ha dovuto fronteggiare decine di emergenze (quella dei rifiuti è di respiro mondiale) e non ha effettuato un solo passo avanti.

Per non parlare del No alle Olimpiadi 2024 che avrebbero rilanciato la Capitale sotto molti punti di vista. Ha cambiato assessori e collaboratori in quantità industriale e probabilmente questo è stato l’errore politico più grave. Perché non è riuscita a garantire nessun tipo di assetto.

Fallimento Capitale.

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