Fischi e fiaschi della VII settimana 2022

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della VII settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della VII settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni

FISCHI

NICOLA OTTAVIANI

(Foto: Stefano Strani)

Voleva le primarie, per la fine di febbraio e con un quadro di centrodestra completamente unitario. C’è riuscito per la terza volta consecutiva, ma bisogna considerare che quest’anno non è lui a concorrere.

Ottaviani fa della continuità amministrativa il valore di riferimento assoluto e quindi ha agito in questo senso. Non è stato semplice convincere Adriano Piacentini a non competere con Riccardo Mastrangeli, ma alla fine sono stati individuati autorevoli argomenti politici per motivare tutti. (Leggi qui Il cerchio è chiuso: Piacentini cede il passo a Mastrangeli).

Con Fratelli d’Italia ci ha pensato Riccardo Mastrangeli ad arrivare ad un’intesa. L’intera maggioranza è schierata con lui. (Leggi qui La rinuncia di Fratelli d’Italia: “Appoggiamo Mastrangeli”)

Quindi la ciliegina sulla torta, cioè la candidatura di due personalità importanti come Rossella Testa, assessore della Lega, e Raffaele Ramunto, professore del Conservatorio Refice. (Leggi qui Primarie, Testa e Ramunto ci sono. Manca solo il vincitore Mastrangeli).

Nicola Ottaviani sta  lanciando il centrodestra verso uno storico tris di vittorie nel capoluogo.

Inesauribile.

BRUNO ASTORRE

Bruno Astorre (Foto Paola Onofri / Imagoeconomica)

Ha compiuto un autentico capolavoro dopo aver toccato con mano che nel Pd cittadino di Frosinone la situazione non è politicamente gestibile. Perché ci sono quelli che vogliono appoggiare solo Mauro Vicano e quelli che appoggerebbero chiunque tranne Mauro Vicano.

In più Astorre si è reso conto che stavolta nemmeno big come Francesco De Angelis, Sara Battisti, Mauro Buschini e Antonio Pompeo possono risolvere la situazione.

Inoltre una terza sconfitta consecutiva potrebbe determinare effetti bruttissimi nei confronti dell’intera coalizione di centrosinistra. Allora Bruno Astorre ha deciso di aumentare la puntata sul tavolo della trattativa: “Si fanno le primarie per la scelta del candidato sindaco anche se noi al momento non lo abbiamo e si prova a costruire il Campo largo. E chi non ci sta? Si assume la responsabilità di spaccare il quadro di centrosinistra”. (Leggi qui Il Pd va alle Primarie all’unanimità e lancia due messaggi).

Un ribaltamento di posizione e di prospettiva che ha lasciato tutti a bocca aperta. Specialmente i potenziali alleati. Forse non servirà a ricomporre il quadro, ma consentirà al Pd di non salire sul banco degli imputati politici.

Mago democristiano.

ENZO SALERA

Considerando quello che è successo prima ad Anagni e Ceccano, poi a Sora e Alatri e quindi quello che si sta verificando a Frosinone, il sindaco di Cassino può legittimamente dire di essere l’unico esponente politico riconducibile al Pd ad aver vinto le elezioni comunali di una grande città della provincia di Frosinone stando in quota Democrat.

Un record, ottenuto non senza problemi all’epoca. Oggi però Salera ha costruito un modello Cassino che rappresenta una vera anomalia positiva nel campo del Partito Democratico. Ha una sua squadra, alle provinciali ha eletto un consigliere di riferimento come Gino Ranaldi e con i leader del Partito discute e tratta alla pari. Anche con Francesco De Angelis.

In tanti continuano a tirarlo per la giacca, anche per quanto riguarda la candidatura alla presidenza della Provincia. Lui però si sta smarcando sempre e comunque.

Eccezione virtuosa.

FIASCHI

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

La Lega continua a scendere nei sondaggi e a differenziarsi nettamente dall’azione del Governo Draghi. (Leggi qui È testa a testa tra Fratelli d’Italia e Pd).

In questo modo non riesce a capitalizzare né l’azione del Gabinetto Draghi (come invece sta facendo il Pd) né la protesta della piazza (come invece sta facendo Giorgia Meloni). Perfino la prossima battaglia sui referendum della giustizia rischia di trasformarsi in un boomerang per il Carroccio.

Intanto gli esperti concordano nel ritenere che difficilmente i quesiti raggiungeranno il quorum, ma in ogni caso in un Partito come la Lega non è il garantismo l’elemento che mette tutti d’accordo. Fra l’altro su almeno due dei quattro quesiti Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni sarà in disaccordo e proverà ulteriori sorpassi a destra. Matteo Salvini vorrebbe rispondere sfondando al Centro, ma finora non c’è riuscito.

Caduta libera.

LUIGI DI MAIO

Luigi Di Maio

Aspettando il prossimo giudizio del Tribunale Amministrativo, Giuseppe Conte è tornato a guidare i Cinque Stelle. Interviene e parla solo lui. Questo è successo perché la mediazione di Beppe Grillo in realtà ha lasciato a piedi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Inoltre, la conferma dello stop al terzo mandato, indipendentemente da come andrà a finire, tiene Luigi Di Maio e moltissimi altri big sulla graticola. Andando ad incidere in maniera netta pure sul peso politico che possono esercitare all’interno del Movimento.

Manca ormai un anno alle elezioni alla Camera e al Senato e Giuseppe Conte intende portare avanti la linea dura sul no al terzo mandato. In questo modo sbarrerebbe la strada a tanti “senatori” ingombranti. E se anche i Cinque Stelle dovessero dimezzare i consensi del 2018, sarebbe comunque lui a governare i gruppi parlamentari. Luigi Di Maio non ha molti margini di manovra per ribaltare la situazione.

Incudine.

SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi (Foto Sergio Oliverio / Imagoeconomica)

Il momento decisivo è stato quello dell’elezione del presidente della Repubblica. Si sono capite tante cose. Intanto che nel centrodestra ormai la scena è tutta di Giorgia Meloni da una parte e di Matteo Salvini dall’altra.

In Parlamento gli “azzurri” non sono più nelle condizioni di poter dettare la linea o di condizionare l’azione del Governo di Mario Draghi. Gli spazi al Centro si sono intasati e tanti protagonisti li stanno occupando. Poi c’è la lenta ma costante avanzata di Azione di Carlo Calenda, che presto potrebbe avvicinare ulteriormente le percentuali di Forza Italia e provare a sferrare un attacco di tipo politico.

Infine, dopo mesi di trattative e ammiccamenti, sembra ormai sepolto il progetto di una federazione tra Lega e Forza Italia. Silvio Berlusconi continua a far ripetere il concetto che senza gli “azzurri” il centrodestra non può vincere e nemmeno governare. Ma in realtà non è più così.

Ininfluente.

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