Fischi e fiaschi della XIV settimana 2022

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della XIV settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della XIV settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni

FISCHI

ZINGARETTI-FANTINI

Luca Fantini e Nicola Zingaretti

Si è fatto quello che Nicola Zingaretti aveva indicato: il Campo largo con Michele Marini in appoggio a Domenico Marzi e con una forte lista del Partito Democratico. (Leggi qui Marini appoggia Marzi: perché non è una notizia).

Al presidente della Regione viene riconosciuta una non comune capacità di analizzare lo scenario politico ‘da sinistra’. E di elaborare la strategia più efficace per affrontare il confronto e la sfida elettorale. Nel caso di Frosinone ha analizzato la situazione, compreso la natura del vero male oscuro che per dieci anni ha impedito al Pd di essere competitivo alle Comunali del capoluogo. Lo ha detto a Bruno Astorre e Francesco De Angelis, i quali hanno immediatamente compreso che bisognava andare in quella direzione.

Il Campo largo è quasi al completo, mancano Cinque Stelle, Polo Civico e lista di Tucci e Gagliardi. Ma intanto è arrivato Michele Marini. Fondamentale il ruolo del segretario del Pd Luca Fantini, che in pochi mesi inanella risultati niente male: vittoria alle comunali di Sora, trionfo alle Provinciali, riunificazione del  Pd nel capoluogo, con la ciliegina di Marini dalla stessa parte di Marzi.

Catena di comando.

TRANCASSINI-RUSPANDINI-TAGLIAFERRI

Massimo Ruspandini e Fabio Tagliaferri

Il rilancio di Fratelli d’Italia a Frosinone è iniziato con la cacciata di Fabio Tagliaferri dalla giunta per mano di Nicola Ottaviani, sindaco e capo della Lega in Ciociaria. Lo ha ricordato nei giorni scorsi il capogruppo a Montecitorio Francesco Lollobrigida, con una stilettata al sindaco leghista di Frosinone Nicola Ottaviani, in occasione del passaggio del consigliere Christian Bellincampi a FdI. (Leggi qui Bellincampi lascia Vacana: si candida con FdI).

È un dato di fatto. Con l’arrivo di Tagliaferri alla guida del Partito, si è saldato un asse tra il segretario regionale Paolo Trancassini, quello provinciale Massimo Ruspandini e lo stesso Tagliaferri. In Fratelli d’Italia è cambiato tutto: adesioni, nuovo gruppo in consiglio comunale (Marco Ferrara, Sergio Crescenzi), nomina di un assessore (Elisabetta Tozzi), lista per le comunali molto forte e agguerrita.

Paolo Trancassini si è reso conto delle potenzialità di un progetto politico che il senatore Massimo Ruspandini porta avanti ormai da anni in tutta la provincia. Mancava però Frosinone, il capoluogo: il ruolo di Fabio Tagliaferri è ormai insostituibile.

Attacco a tre punte.

ANTONIO POMPEO

Antonio Pompeo

Fondamentale nell’operazione politica che ha portato la Lista Marini nel Campo largo per le comunali di Frosinone in appoggio a Domenico Marzi.

Il presidente della Provincia ha capito che per traguardi superiori, come la candidatura alle Regionali, occorre una strategia diversa, più simile a quella che per anni ha avuto Francesco Scalia.

Bisogna pure prendere atto che nel Pd la maggioranza è sempre a favore dell’area di Francesco De Angelis e che quindi bisogna trovare spazi anche al di fuori. Pompeo lo sta facendo con la sua associazione (Volume), con i buoni rapporti con gli amministratori e adesso anche con una presenza nel capoluogo. Intanto però continua a lavorare, da presidente dell’Upi Lazio, al progetto di un rilancio completo delle Province, mandando in soffitta la Delrio.

Salto di qualità.

FIASCHI

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Siccome guarda esclusivamente ai sondaggi sta portando il Movimento Cinque Stelle su una posizione completamente ostile al Governo di Mario Draghi, che pure sostiene e all’interno del quale ci sono molti ministri, primo fra tutti Luigi Di Maio.

Ha cambiato look e stile di comunicazione su consiglio di Beppe Grillo. Sembra che il Movimento stia guadagnando qualcosa nei sondaggi, ma alle elezioni politiche manca un anno e la questione della guerra tra Russia e Ucraina non è proprio l’ultimo tassello.

Il risultato politico è che il Pd si sta seriamente interrogando sull’affidabilità di un alleato del genere e pare che Di Maio abbia ripreso a pensare al progetto di fare un suo partito. Giuseppe Conte è stato presidente del consiglio, ma lo ha completamente dimenticato.

All’inseguimento dell’ultimo sondaggio.

SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi

Dopo 40 giorni di guerra Silvio Berlusconi ha spezzato il silenzio e ha detto di essere molto deluso da Putin e che il presidente russo si è assunto una gravissima responsabilità con i crimini di guerra che stanno emergendo.

Meglio tardi che mai? Sicuramente, ma non basta. Non basta perché un leader della caratura di Berlusconi avrebbe dovuto prendere le distanze due minuti dopo l’invasione.

Sul piano interno il fondatore di Forza Italia sta portando il partito su una posizione di contrapposizione al Governo ad un anno dalle elezioni: dal catasto alla riforma della giustizia. Anche lui non va oltre le prossime elezioni e i sondaggi.

Prevedibile.

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini

Più cresce la distanza che separa la Lega da Fratelli d’Italia, più aumenta il nervosismo del Capitano del Carroccio.

In questi giorni Matteo Salvini si sta confrontando con tutti i leader del Partito, da Giancarlo Giorgetti a Luca Zaia. Nella maggioranza che appoggia Mario Draghi ormai sta strettissimo, ma deve considerare che un passaggio troppo rapido all’opposizione potrebbe dare una ulteriore spinta a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ormai più credibile in quella posizione e in quel ruolo.

Sembra tramontato anche il progetto di una federazione con Forza Italia, che avrebbe potuto dare un’impronta diversa al centrodestra. La preoccupazione unica di Salvini sembra essere quella di non riconoscere la leadership di Giorgia Meloni nel centrodestra.

Rifiuto della realtà.