Fischi e fiaschi della XXXIV settimana 2022

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della XXXIV settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni.

Fischi e fiaschi: i fatti centrali ed i protagonisti della XXXIV settimana 2022. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nei prossimi giorni.

FISCHI

VLADIMIRO DE ANGELIS

Vladimiro De Angelis

Per settimane lo hanno usato come un metro. Sul quale misurare la proprie doti di mira nel gioco nazionale del lancio delle palle di fango. Lo hanno sommerso con il tiro di pallottole caricate non solo di terra bagnata ma anche di altra roba marrò. Indicandolo Vladimiro De Angelis come il faccendiere a caccia di polizze assicurative, autore della proposta indecente che ha fatto saltare i nervi al Capo di gabinetto del Comune di Roma Albino Ruberti. Talmente indecente da farlo andare fuori di testa: come ha reso immortale il video pubblicato da Il Foglio. Imponendone le dimissioni immediate e come danno collaterale il ritiro della candidatura a Montecitorio per Francesco De Angelis, fratello di Vladimiro.

L’attivazione della Magistratura a mezzo stampa è ormai una conseguenza che fa parte del copione. La sorpresa è stata quando sono bastati dieci minuti di verifiche per stabilire che Ruberti (seppure ci fossero state proposte indecenti) non avrebbe potuto soddisfare alcuna richiesta di contratti per tutelare alcunché. Perché il Comune di Roma ha talmente tante cose, persone, situazioni da assicurare che gli è convenuto farsi la sua compagnia interna. Fine della storia.

Anzi no. Siccome la cena è avvenuta a Frosinone, le polizze da stipulare erano quelle della Asl. Altra sorpresa: un’indagine lampo ha accertato sono state assegnate con un bando di gara europeo e quando il Dg Luigi Macchitella ha prorogato senza gara quelle stipulate dal suo predecessore Isabella Mastorbuono, la compagnia di Vladimiro ha fatto pure risparmiare una Asl che nessuno voleva assicurare.

La decisione presa a Fiuggi il 25 agosto scorso dai protagonisti della cena di consegnare ai giornalisti de La Verità e del Fatto Quotidiano le chat di quella sera hanno infine confermato la surreale spiegazione che avevano dato subito. E cioè che tutto era nato da una infelice battuta di Albino Ruberti al sindaco di Giuliano di Roma Adriano Lampazzi sul derby tra Lazio e Roma: «Ma come fai ad avé visto il fallo da rigore té che sei sempre ubriaco». La risposta di Lampazzi non è stata un esempio di garbo.

Si sfiora la zuffa, Vladimiro prova a rasserenare, Ruberti ormai più fuori d’un balcone gli dice “Io ve rovino”. Il broker, che gode di un certo successo professionale gli risponde “Ma chi ti credi d’esse’: me te compro co tutte le scarpe”. Scatenando l’apoteosi di Albino. (leggi qui: La Verità nelle chat: cosa è successo davvero nella cena a Frosinone).

Resta sempre da capire perché allora Ruberti gridi, nel cuore della notte, che se De Angelis e Lampazzi non si inginocchiano e gli chiedono scusa rivela a tutti quello che gli hanno chiesto a tavola.

Vladimiro De Angelis

In genere, essere il ‘fratello di‘ comporta dei vantaggi. A lui invece è toccato prendersi per una settimana tutto il fango possibile. Tacendo, in attesa che le cose si dimostrassero da sole. “Nessuno – commenta ora – potrà mai ripagarmi di cosa ho sofferto e sto soffrendo in questo giorni insieme alla mia famiglia. Vorrei solo che la “giuria popolare dei social” evitasse di continuare nel tentativo assurdo di fare giustizia senza neppure dare la possibilità di difesa. Ho anch’io messaggi di quella notte che avrebbero potuto confermare la veridicità del mio racconto ma non li ho pubblicati e non lo farò mai perché preferisco soffrire in silenzio ma non mi sento in nessun modo di dover fornire prove ai “giudici da tastiera”.

Con un’amarezza più inaccettabile di tutte: l’hanno fatto passare per una specie di parassita che stipula le polizze grazie al fratello politico; ma Francesco sposta circa 35mila voti, Vladimiro ha almeno 80mila clienti. Semmai è lui che porta qualcosa.

Mo me te compro pure a te France’.

MAURO BUSCHINI

Daniele Leodori con Mauro Buschini

Alla movimentata cena finita poi su tutti gli smartphone d’Italia lui non c’era. Ufficialmente perché era a sostenere l’elezione di Angelo Pizzutelli e Domenico Marzi: impegnato in un incontro elettorale all’Astor Hotel. In realtà perché era vero quello che scrisse Alessioporcu.it lo scorso inverno: il legame di Buschini con De Angelis è fraterno e sincero, con il resto del gruppo un po’ meno. La rappresentazione plastica ci fu a ridosso dello scorso Natale quando Nicola Zingaretti venne ad inaugurare i cantieri per le rotatorie Asi di Francesco De Angelis: Buschini arrivò solo per la foto e si mise distante da Sara Battisti; lei non andò a Veroli da lui all’inaugurazione della mostra di Klimt; lui non andò da lei all’inaugurazione del Villaggio di Natale ad Aquino (Leggi qui: Manovra Buschini sul Pd).

Il perché lo hanno confermato le chat di questi giorni. Colpa della rivalità interna con Sara Battisti, nella quale più di qualcuno ci vede le impronte digitali del suo compagno Albino Ruberti (Su Repubblica annunciano il loro imminente matrimonio a Fiuggi, auguri!); è lui – stando a quanto emerge in questi giorni – a ritenere opportune e non rinviabili le dimissioni di Buschini da Presidente del Consiglio Regionale quando esplode il caso Allumiere; dal quale poi però Buschini uscirà pulito. Il sospetto è che gli stessero scavando politicamente la fossa.

Il freddo diventa contrapposizione quando Buschini tiene la manifestazione a Villa Ecetra a Patrica con centinaia di persone. Ed invita il vice presidente della Regione Daniele Leodori. Lo fa in virtù di un legame che va avanti dal 3 ottobre 2020 tra la componente di De Angelis (e quindi di Buschini) e di un rapporto leale che va avanti da anni. In base al quale lo vedrebbero bene come come successore di Nicola Zingaretti. (Leggi qui la cena del 3 ottobre 2020: Astorre e De Angelis a pranzo: termina con il patto della crostata).

Ruberti non gradisce e scrive a Francesco De Angelis:  «Quello che è successo stasera non va bene come non va bene presenza LeodoriCosì si gioca sporco. Sara non lo merita» scrive. In un altro messaggio aggiunge: «lo non sarò neutrale. Parlate solo con Sara da oggi io non esisto più». (Leggi qui: La Verità nelle chat: cosa è successo davvero nella cena a Frosinone).

Perché? A Roma i riferimenti politici (Claudio Mancini e Goffredo Bettini) hanno detto che la direzione è un’altra: si deve sostenere Enrico Gasbarra. E l’invito a Leodori viene considerato un gesto d’indipendenza di Buschini inaccettabile.

Più silenzioso di un monaco trappista in fase ascetica, in questi mesi Mauro Buschini non ha detto una sola parola. Anzi, ha fatto di tutto per ribadire la sua eterna gratitudine umana e politica a Francesco De Angelis. Negando qualsiasi dissapore all’interno della componente. Le chat hanno indicato che la situazione era un’altra. E per questo lui quella sera non era a cena.

Autonomie pericolose.

FIASCHI

CARLO CALENDA

Carlo Calenda (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Sarà che è la prima volta, sarà che la crisi e le elezioni sono arrivate con tempi rapidissimi. Ma nella scelta dei candidati da schierare per il rinnovo del Parlamento Carlo Calenda non è stato proprio fortunato. In una settimana ha dovuto affrontare due casi emblematici. In parte veri, in parte gonfiati dal clima di veleni che affianca ogni campagna elettorale.

Il caso più clamoroso. È quello di Pasquale Del Prete, candidato Camera in Campania. Nel corso di un comizio tenuto a Frattamaggiore nel 2020, pronuncia più volte lo slogan “sono camorrista e fiero di esserlo”.

Nella stessa regione è candidata a Stefania Modestino D’Angelo, docente di italiano e capolista al Senato nel listino plurinominale di Caserta per Calenda – Renzi. Appena è stata ufficiale la sua candidatura sono riapparsi dal passato una serie di post: contro Biden e Zelensky, con plausi per il dittatore bielorusso Lukashenko; nei quali la presidente europea Ursula Von der Leyen viene definita “una cameriera”, ed il presidente francese Emmanuel Macron “un fattorino”.

Calenda si è dovuto precipitare a difendere le sue scelte ed i suoi candidati. “Amici questa è un’ignobile fake news. Ignobile. La persona in questione è totalmente incensurata, non hai mai avuto un problema giudiziario”: nel caso di Del Prete, Calenda spiega che il suo candidato intendeva lanciare una provocazione , rivolto alla prefettura che aveva sciolto per infiltrazioni il Comune in cui era assessore.

Nel caso della prof, lei ha rimosso i post, giurando che sono “strumentalizzati. Sono atlantista“. E che ne è stata letta solo una parte, togliendola dal contesto.

Vero. Verissimo. Ma in una campagna elettorale che ormai è priva di temi e di sostanza, dove tutto è basato sugli slogan e sulle battute fulminanti, su casi che si gonfiano e dissolvono in una settimana, i valori sui quali basare la scelta dei candidati sono i tweet ed i post. Che vanno sempre verificati. Trasformando le selezioni in un ibrido tra casting ed esame di coscienza. Triste ed avvilente. Ma vero.

Sono le nuove elezioni, bellezza.

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini al mercato di Frosinone

Chi sarà il prossimo premier? «A un mese dal voto mi sembra un dibattito prematuro la Costituzione detta i modi e i tempi dell’incarico. Ma siccome sono un inguaribile ottimista penso che la Lega possa diventare il primo Partito. Poi dal 26 settembre Mattarella farà quello che riterrà opportuno». Dal palco de La Piazza (l’appuntamento politico di fine agosto organizzato dal quotidiano on line Affaritaliani.it con Comin & Partners) Matteo Salvini semina il panico nella coalizione di centrodestra. Rivendicando la possibilità che sia lui e non Giorgia Meloni il prossimo premier.

Perché pensa di prendere più voti? La risposta arriva dall’analisi autorevolissima del professor De Rita del Censis: “Sui social, i politici sono prigionieri dell’opinione, non la gestiscono. L’opinione infiamma, crea grandi scontri, ma alla fine non mobilita“.

E poi alle scorse elezioni Salvini fu il più votato. Ma il Quirinale non gli conferì l’incarico di premier. Ed ora potrebbe accadere lo stesso. I veti incrociati, la necessità di fermare la crescita politica ed elettorale.

Invece il fatto che il più votato avrebbe espresso il Presidente del Consiglio Incaricato da proporre al Presidente della Repubblica era uno dei capisaldi dell’accordo in base al quale Fratelli d’Italia non ha corso da solo ma si è alleato con il centrodestra.

Metterlo in discussione ora fa intravedere una scollatura netta, prima ancora di avere vinto. Che non lascia prevedere una grande capacità di coesione per il dopo.

Cominciamo bene.