Arriva Silvio. E viene per cena. La grande attesa a Fiuggi

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Senza pigiama, senza ciabatte. Il popolo del Palazzo della Fonte a Fiuggi questa sera andrà a letto tardi. Tutti resteranno vestiti ad aspettare Silvio Berlusconi.

La voce ha iniziato a circolare nel primo pomeriggio. «Silvio arriva per cena. Non proprio all’inizio». Il tam tam cresce di minuto in minuto. Chi aveva deciso d’andare via, rimarrà. Chi aveva deciso di venire domani, anticiperà. Perché è lui l’unica attrazione in questa tre giorni autunnale organizzata ogni anno da Antonio Tajani.

L’Europa che sta prendendo forma, le elezioni alle porte, il futuro che si costruisce a partire dalla Sicilia… tutti temi interessanti. ma che passano in secondo piano rispetto a Silvio. Il totem vivente, la rappresentazione di se stesso, l’incarnazione del sogno italiano che senza di lui è diventata incubo. E con lui – secondo molti – era pure peggio, ma qui non si può dire.

Silvio verrà? «Ragazzi, è imprevedibile: lo sapete com’è» dice Antonio Tajani entrando in Sala Stampa. Vabbè ma c’è la possibilità che arrivi? «Si, ha detto che potrebbe venire qui per l’ora di cena, ma non possiamo fare previsioni».

In giro c’è Alessandro Sallusti. Il direttore al vetriolo de Il Giornale ha dormito qui. Nemmeno lui è andato via. È in altro segnale. Direttore ma arriva questa sera, il presidente? «Potrebbe essere, sapete che lui decide tutto all’ultimo momento, è imprevedibile».

Già, ma cosa viene a fare di sera Silvio? C’è una cena di beneficenza. Per devolvere l’incasso ai terremotati. Il colpo di teatro potrebbe farlo a fine cena: apparire, mandare un segnale alle popolazioni di Amatrice, trattenersi in una delle salette per un colloquio riservato. E poi andare a dormire nella suite, in attesa della grand giornata di domani.

Impossibile controllare. Tutto diventa leggenda. Ad un certo punto si diffonde la voce che sia già arrivato e sia in una stanza. La polizia smentisce in maniera convinta.

La giornata era cominciata con amministratori e referenti locali. Sono stati loro i protagonisti della seconda giornata della convegno autunnale di Antonio Tajani a Fiuggi.

La mattinata è iniziata con l’intervento del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani. Tocca il tema della sua designazione a premier: lo dice davanti a tutta la platea: Sto bene dove sto, c’è un solo candidato premier ed è Silvio Berlusconi.

Sa benissimo che non è così. E che se le urne non daranno – come molto probabilmente accadrà – una maggioranza forte, toccherà a lui scendere in campo. Per fare l’uomo della mediazione. In un governo delle larghe intese. Per questo Berlusconi non lo brucerà, per questo nelle prossime ore difficilmente  lo investirà. In questo modo lo preserverà per il momento in cui servi l’uomo della conciliazione, preso a prestito dalle Istituzioni. (leggi qui)

Dopo Tajani parla Nicola Ottaviani. Il sindaco di Frosinone parlato del modello Frosinone, del modo in cui ha stravinto le scorse elezioni comunali. Ricorda che le liste civiche sono state un elemento vincente. Musica per le orecchie di Silvio: se non cambia la legge, sarà necessario fare una coalizione, mascherare il centrodestra da maxi formazione civica.

Tocca a Mario Abbruzzese. Soffre, il presidente della commissione Riforme della Regione Lazio. Da poco, Antonio Tajani ha detto a tutti che lui è un uomo di caratura nazionale e che nel suo futuro c’è una candidatura di respiro ben più ampio di quella regionale. Per Abbruzzese è stato come dover mandare giù un bicchiere di cicuta: lui vuole stare in Regione, perché è sicuro che al prossimo giro il centrodestra vincerà. E lui farà l’assessore.

Parlano Danilo Magliocchetti, consigliere comunale e provinciale di Frosinone con aspirazioni parlamentari. E poi il sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro, il tecnico prestato alla politica che non dorme più la notte di fronte all’incubo di dover dichiarare il dissesto.

Poi tocca a Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia: parlato della necessità di dare al Paese una nuova legge elettorale: «Siamo pronti a ripartire dal modello tedesco ma è indispensabile che il Pd prima si chiarisca al suo interno e faccia capire cosa realmente vuole fare».

Il pomeriggio si parla di Welfare, di Turismo e Sviluppo Urbano, Ruolo delle Province… E del Cinque Stelle. Da Torino, un’amministratrice di Forza Italia ricorda che la sindaca Appendino non aveva stipulato l’assicurazione per l’evento della finale della Juve «Ora, tutti i danni biologici subiti da migliaia di persone saranno a carico delle casse del Comune». Improvvisazione e impreparazione a Cinque stelle?

Ormai pochi sono concentrati sulle parole. C’è un solo pensiero. Silvio sta per arrivare, mormorano ormai tutti. Alle 21.30, giura qualcuno.

Diavolo d’un Silvio: non c’è e tutti ne parlano come se fosse qui.

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