«Impossibile mandare via Acea, mancano requisiti». Sindaci verso la resa

Acqua, per l'avvocato dei sindaci non ci sono più le condizioni per procedere contro Acea. Dopodomani la decisiva seduta dell’assemblea dei sindaci

La proposta di deliberazione è quella di «prendere atto che non sussistono i presupposti per disporre la risoluzione contrattuale avviata con delibera numero 2 del 18 febbraio 2016». E «di confermare l’applicazione delle penali come definite nella Consulta d’Ambito del 22 luglio 2016, salvo verifiche in base alla documentazione presentata dal gestore». Infine, «di considerare concluso il procedimento di risoluzione avviato con delibera di conferenza dei sindaci».

È quantosi legge nella bozza di delibera dell’Ambito Territoriale Ottimale 5, pubblicata oggi sul sito on line.

La conferenza dei sindaci chiamata ad esaminare quella proposta si riunirà dopodomani alle 14.30.

 

L’AVVOCATO: LASCIATE STARE

Sempre oggi è arrivata l’integrazione di parere legale richiesto all’avvocato Riccardo Farnetani e anche quest’atto è consultabile sul sito dell’Ato 5.

Scrive Farnetani: «In conclusione, a mio avviso l’inadempimento attualmente imputabile al gestore è decisamente ridimensionato rispetto a quello contenuto nel febbraio 2016, talché sarebbe rischioso – con la certezza di un complesso contenzioso – sostenere che sussistano ancora oggi i presupposti per la risoluzione del contratto ex articolo 34 della convenzione di gestione e del Disciplinare tecnico. È certamente invece consigliabile ed anzi doveroso negoziare col gestore un piano di rientro del debito, in modo che il gestore assuma obblighi puntuali con scadenze precise».

Farnetani ricorda di aver scritto nel primo parere che «il gestore ha provveduto al pagamento di buona parte dei canoni concessori arretrati dovuti».

 

RITARDI DI ACEA COLPE DEI SINDACI

L’avvocato sottolinea «che è innegabile che il mancato pagamento di somme così ingenti non può essere ignorato, e perciò richiede un intervento dell’Autorità concedente, come infatti è avvenuto dal momento che codesta Autorità ha doverosamente contestato gli inadempimenti ed applicato penali, oltre che avviare il procedimento volto alla risoluzione del contratto».

Quindi argomenta: «Occorre però affrontare la questione anche e soprattutto dal punto di vista sostanziale… Quanto ai canoni concessori degli anni 2006-2011, la recente sentenza del Consiglio di Stato, sezione V n. 1882 del 12/5/2016, ha ritenuto che tale mancato pagamento non costituiva un inadempimento imputabile al gestore perché correlato al mancato adeguamento tariffario da parte dell’Aato, talché l’obbligazione di pagamento del canone poteva considerarsi esigibile soltanto “una volta avviata l’azione di recupero presso l’utenza dei conguagli ad essa (cioè al Gestore) spettanti”».

Per quanto riguarda i canoni del periodo 2012-2015, parliamo di somme vicine ai 21 milioni di euro. «Debito che – nota Farnetani – non può certamente considerarsi irrisorio né irrilevante». Poi però Farnetani ricorda come il gestore ha segnalato «l’esistenza di circostanze oggettive e non dipendenti da sua responsabilità che, nel periodo 2012-2015, hanno alterato l’equilibrio economico e finanziario della gestione, e che codesta Autorità è per legge tenuta a riequilibrare».

 

NON PAGHI E SCARICHI SUGLI ALTRI

Scrive l’avvocato: «In particolare per il periodo 2014-2015, il gestore ha presentato un’istanza di riconoscimento di maggiori costi per morosità (circa 18% delle fatturazioni emesse all’utenza) lamentando un disequilibrio economico finanziario. L’Aeegsi con l’approvazione delle tariffe 2012-2015, ha riconosciuto al gestore, per detti anni, una morosità minima del 6,5% (maggiore del 3% applicabile per l’area del centro Italia), riconoscendo il diritto del gestore al conguaglio per quegli anni, che verrà però recuperato nella fatturazione agli utenti soltanto nel prossimo periodo regolatorio. Il che perciò stesso dimostra l’attuale squilibrio economico e finanziario della gestione, che verrebbe ulteriormente aggravato in caso di pagamento di canoni concessori arretrati».

 

LE INTEGRAZIONI STO

Depositate anche le integrazioni della Sto (pubblicate sul sito), con in calce le firme degli ingegneri Serafino Colasanti e Umberto Bernola. «Dal punto di vista tecnico – ritiene la Sto – gli inadempimenti contestati e tutt’ora non rimossi noncostituiscono gravi inadempienze tali da pregiudicare o rischiare di pregiudicare la continuità, la qualità dei servizi affidati o il raggiungimento degli obiettivi posti dal piano».

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