Un’auto in regalo? Meglio una vigna. Così nasce Fontana Falcone (Nunc est bibendum)

Il coraggio di chiedere al papà un pezzi di terra in regalo anziché un'auto. Inizia così l'avventura di due ragazzi che decidono di tornare all'agricoltura. Per produrre l'aglianico biodinamico

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Questa settimana voglio parlarvi di una cantina molto particolare, si chiama Fontana Falcone e la cantina…ancora non esiste!

Ebbene sì, vi parlerò di una realtà neonata nella provincia di Caserta; lo faccio però con vero piacere, perché le persone che si celano dietro questa attività meritano davvero molto.

Ciao Marco, piacere sono Marco Stanzione, mi occupo di Nunc Est Bibendum, una rubrica che parla di vini…bla bla bla. Che ne dici se domani vengo a farvi visita in cantina?

Si, certo. Con vero piacere… c’è solo un problema, noi la cantina ancora non ce l’abbiamo!” (risate generali) “Vieni lo stesso però, ci vediamo a casa e chiacchieriamo un po’ davanti un bel bicchiere di vino!” È facile convincermi, lo avrete capito ormai.

In regalo un’auto? Meglio un podere

Torniamo ancora una volta ai piedi del vulcano spento di Roccamonfina, precisamente a Conca della Campania per parlarvi di un Aglianico che farà molta strada.

Ad accogliermi Marco e suo cognato Mauro: «Oggi assaggerai il frutto della nostra prima vendemmia, ma in realtà noi abbiamo iniziato circa 10 anni fa. Siamo originari di Napoli ma abbiamo sempre avuto il desiderio di possedere una terra e coltivare. Così quando mio padre è andato in pensione, con la liquidazione, al posto di chiedere la macchina nuova abbiamo preferito un piccolo appezzamento di terreno».

È con quel piccolo pezzo di terra, regalato dal papà con i soldi della liquidazione, che comincia l’avventura. «Ci siamo trasferiti dalla città all’estremità della provincia di Caserta per dedicarci alla coltivazione di nocciole, castagne e ulivi. Solo qualche anno più tardi, scoprendo il mondo del vino grazie al corso per Sommelier, abbiamo dato la svolta definitiva, la classica folgorazione. Abbiamo abbandonato castagne e nocciole e ci siamo dedicati solo all’uva».

Biodinamico è bello

Peccato non possiate vedere i volti di Marco e Mauro, mentre passeggiamo per le vigne in una rigida mattina di gennaio. I loro racconti mi riscaldano il cuore, guardano i filari come se avessero davanti una bella donna da concupire. Marco, studente di informatica a Parma e Mauro che si occupava di edilizia, hanno scelto il ritorno alla terra, il ritorno al Sud, rischiando molto e buttandosi a capofitto nel mondo dell’agricoltura biodinamica. Coraggio da vedere i ragazzi!

«Biodinamico perché secondo noi è la strada giusta, quella più veritiera. Vogliamo fare dei vini che parlino il linguaggio del territorio di provenienza, che rispecchiano le annate e che si riconoscano subito. Questo è il nostro credo, è questo ciò che abbiamo in mente e per fortuna nel nostro percorso abbiamo incontrato persone che ci hanno capito ed incoraggiato».

Per un buon prodotto occorre un esperto. «L’enologo è Gennaro Reale di “Vignaviva Agroenologia” ormai esperto nel trattare il vino nella maniera più “pulita” possibile, una persona abile e puntigliosa nel suo lavoro. Il nostro desiderio è quello di aprire una cantina tutta nostra dove poter lavorare nella maniera più personale possibile, tuttavia non possiamo proprio lamentarci di chi ci “ospita” in fase di vinificazione, infatti dopo la vendemmia utilizziamo le attrezzature e gli spazi di Mario de “I Cacciagalli” di Teano (Leggi qui Cacciagalli, i vini che nascono lì dove i Mille incontrarono il re), ormai un’istituzione del biodinamico nel Sud Italia».

Dunque non ci resta che assaggiare questo Aglianico Fontana Falcone, nunc est bibendum!

L’Aglianico di Fontana Falcone

Aglianico in purezza, il primogenito Fontana Falcone è un prodotto non facile, ha da subito ottime caratteristiche come l’aspetto visivo: un bel rosso rubino, limpido e abbastanza consistente.

Al naso è complesso nonostante sia un vino del 2017, aromi di frutta rossa tipici del vitigno ma anche sentori erbacei. Non è un vino facile perchè non è per niente ruffiano, è un vino vero, che si lascia apprezzare più per le durezze che per le morbidezze: bella acidità, sapidità e tannini marcati, nonostante ciò riesce a trovare un suo equilibrio anche non essendo molto morbido, grazie al corpo e ad una gradazione alcolica che sta sui 14°.

Aglianico puro, non filtrato e non chiarificato che trova il giusto abbinamento nella classica bistecca ai ferri. Si può abbinare a tante altre cose, brasati, pasta al forno, formaggi stagionati, ma la succulenza di una bella bistecca cotta al sangue si sposa alla perfezione con questo vino.

La cosa che più mi lascia pensare è dove può arrivare, stiamo parlando di un vino appena pronto, sono molto curioso di incontrarlo di nuovo nel mio calice tra qualche anno per studiarne l’evoluzione, credo possa raggiungere picchi molto interessanti.

Quindi una bottiglia l’ho bevuta e l’altra l’ho depositata in cantina, la rivedrò con più capelli bianchi, chissà…

Con i Pearl Jam

Consiglio di bere i vini di Fontana Falcone con “Do The Evolution” dei Pearl Jam in sottofondo, quando Eddie Vedder scrisse questa canzone dichiarò in proposito: “Riguarda le persone che sono così ubriache di tecnologie, che pensano di poter controllare la vita su questo pianeta».

Un rigurgito contro ciò che ci può “lobotomizzare”, un auspicio di pace e vita vera. Nel piccolo paesino di Conca della Campania dei piccoli passi di vita vera li stanno facendo, nel 2019, dei ragazzi appassionati, che hanno avuto, mi si consenta, le palle di ritornare alla terra, con fermezza e consapevolezza. Continuate così!

PS: aspetto la Falanghina mi raccomando! A quando la prossima?

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Recensione a cura di Marco Stanzione, sommelier di Officine Sannite