Il Villa bis riparte e si ferma: convocazione illegittima

A Formia si riparte dopo il ritiro delle dimissioni fatto dal sindaco. Ma è subito polemica. Per il mancato coinvolgimento dei Capigruppo. E per la seduta in "seconda convocazione". Le reazioni: "Se non ha i numeri se ne vada”, "Immonda furbata”, "Attaccata alla poltrona”

Vita nuova, caos vecchio. Il ritiro delle dimissioni del sindaco di Formia non ha cancellato le polemiche, non ha tolto il chiassoso assedio intorno a Paola Villa. Già dal primo atto della sua seconda vita politica. (Leggi qui Via la giunta e le dimissioni Villa gioca il jolly e spiazza).

La convocazione del Consiglio comunale nel quale affrontare l’assestamento dei conti entro la fine dell’anno ha scatenato l’opposizione. Perché non è stata preceduta dalla rituale riunione dei Capigruppo. E soprattutto perché il presidente d’Aula Pasquale Di Gabriele è ricorso ad uno stratagemma giuridico che non da tutti è stato gradito.

Meglio ripartire in… seconda

Paola Villa e Pasquale Di Gabriele. Foto © Andrea De Meo

Lo stratagemma consiste nel convocare il prossimo Consiglio in “seconda convocazione. Un argomento è in “seconda convocazione” quando la sua trattazione è saltata nella seduta precedente. La differenza è che basta un numero inferiore di Consiglieri per approvare il tema.

Paola Villa ha ritirato le dimissioni ma non ha una nuova maggioranza. Nessuno è corso in suo aiuto. La percezione chiara che hanno dato le consultazioni avvenute in queste tre settimane da dimissionaria è che la sindaca nemmeno volesse quell’aiuto.

Allora come farà ad approvare i conti? Appunto: in seconda convocazione. Con quello stratagemma potrebbe essere autosufficiente. Perché con la prima convocazione  erano necessari almeno 13 Consiglieri per insediare la seduta (la metà più degli eletti);  invece con la seconda “chiamata” basteranno 11 consiglieri compreso il sindaco per rendere validi lavori. 

Ma appena la convocazione è stata spedita ha innescato il caos.

Scontro giuridico

Una recente seduta di Consiglio

Le riunioni di Consiglio vanno precedute da un confronto tra i Capigruppo. Cosa che non è avvenuta. E poi: è legittimo convocare la seduta “in seconda“?

Per il Segretario Generale Alessandro Izzi si. Ha fornito il suo parere al presidente Pasquale Di Gabriele che si è regolato di conseguenza.

In pratica, la seduta del 30 novembre è stata revocata a seguito delle dimissioni rassegnate dal sindaco poco prima dei lavori. Quindi – è l’interpretazione del segretario – si riparte da lì.

Per le opposizioni invece il 30 novembre c’è stato un formale atto di revoca: nel Diritto Amministrativo la revoca è un atto di secondo grado mediante il quale viene ritirato definitivamente un altro atto amministrativo.

Fuoco di sbarramento

Il Partito Democratico è stato quello che dal primo momento ha detto no a stampelle, no a giunte di salute pubblica, si a nuove elezioni. Il Consigliere Claudio Marciano apre il fuoco contro quella convoicazione.

Claudio Marciano. Foto © Andrea De Meo

«La Sindaca ritira le dimissioni senza spiegare quale maggioranza la sosterrà. Il Consiglio Comunale viene convocato senza preventivo accordo con le minoranze sulla data e senza un passaggio nella conferenza dei capigruppo. Addirittura, lo si convoca già in seconda convocazione, dopo che la prima era andata deserta a causa dei banchi vuoti nella maggioranza, e che la seconda è stata ritirata dal Presidente del Consiglio a causa delle dimissioni della Sindaca».

Per l’esponente Dem «L’impressione che ne ricavo da lontano è di un tentativo disperato di continuare a governare senza averne i numeri che porta gli amici della maggioranza a non rispettare neanche le più banali formalità democratiche».

La sua conclusione è «Se la maggioranza ha almeno 13 voti in Assise, uguali o diversi da quelli che hanno avuto il vaglio degli elettori, torni a fare il suo dovere. Se non ce li ha, se ne vada a casa».

Immonda furbata

Tagliente e caustico il commento del dimissionario coordinatore della Civica Formia Città in comune Enrico D’Angelis.

Enrico D’Angelis

«A questo non si era mai arrivati. Credo che si possa dire, sinceramente, Vergogna! Se si doveva andare in seconda convocazione (ammesso e non concesso che questo sia corretto dal punto di vista amministrativo)  la sindaca perché ha fatto, allora, la sceneggiata ingiudicabile, di dare le dimissioni per poi ritirarle

«C’è stato chi ci ha messo più di trenta anni prima di tentare, senza successo, di arrivare a queste immonde furbate. Qui si vede che in meno di un decimo degli anni hanno imparato bene come giocherellare con le quisquilie di legittimità amministrativa». 

Ha concluso D’Angelis esortando «Le persone serie di questa maggioranza la smettano di mettere la loro faccia su questi giochetti da tre soldi. Chissà il Prefetto cosa dirà».

La Lega rompe la tregua        

Il gioco del sindaco è apparso chiaro. Le sue dimissioni sono servite a smascherare gli avversari. Nessuno di loro ha intenzione di tornare subito alle urne. Altrimenti sarebbe bastato che in tredici fossero andati dal notaio o dal Segretario Comunale a dimettersi in maniera contestuale. (Leggi qui Il bluff di Paola Villa che ha messo a nudo gli avversari).

Governerà dalle Commissioni, tentando di condurre fino a dove potrà un’anatra zoppa. Lo farà perché conviene ai suoi avversari. Resterà in sella fino a quando i suoi oppositori non avranno raggiunto un’intesa sul nome con cui sostituirla e sull’alleanza con cui presentarsi alle urne. Non è detto che ci riescano. Non è affatto probabile.

La Lega intanto ha rotto gli indugi. Fino alla settimana scorsa pensava di contribuire a trascinare il Comune fuori dalla crisi. Ora è arrivata ad una severissima conclusione: meglio l’arrivo del commissario Prefettizio che questo pantano.

Per la Lega «ha sceneggiato delle consultazioni e senza avere una maggioranza politica ha ritirato le dimissioni pur di restare attaccata alla sua sedia di Sindaco. Ma come pensa di gestire una città senza una maggioranza?»

Cambio di rotta

Antonio Capraro con il sindaco

Polemiche che nel pomeriggio hanno indotto ad un cambiamento di strategia. Il presidente del Consiglio comunale Pasquale Di Gabriele ha convocato la Conferenza dei capigruppo per domani alle ore 15.30.

A scanso di dubbi si procede con la convocazione collegiale del Consiglio comunale.

Ma alcuni hanno già fatto sapere che non andranno. È il caso del civico Antonio Capraro: un altro di quelli che sarebbe potuto rientrare in maggioranza.