Il Tar boccia il ricorso sulle elezioni: via alla resa dei conti nel M5S del Golfo

Dopo la clamorosa sconfitta di fronte al Tar, parte la resa dei conti all'interno del Movimento 5 Stelle di Formia e Gaeta

È considerato una figura di primo piano del movimento romantico: la forza della sua poesia, stilisticamente perfetta, ha un enorme potere evocativo. John Keats è sepolto nel Cimitero Protestante di Roma: sulla tomba, secondo la volontà del poeta, sono poste margherite. Fu lui a scrivere che “la vittoria ha sempre moltissimi padri, la sconfitta è orfana…a prescindere”.

Questa espressione keatsiana è diventata motivo di imbarazzo. E, secondo alcune indiscrezioni, di scontro all’interno del Movimento Cinque Stelle all’indomani della severa sentenza della prima sezione di Latina del Tar del Lazio.

Una sentenza che ha confermato la composizione del consiglio comunale di Formia uscito dalle urne in occasione dalle elezioni amministrative del 10 e 24 giugno scorsi.

E che ha bocciato, definendolo “manifestamente infondato“, il ricorso presentato dal Movimento Cinque Stelle di Formia contro la proclamazione dei tre consiglieri comunali di Forza Italia: Eleonora Zangrillo, Gianluca Taddeo e Tania Forte.

Il ricorso dell’ex candidato a sindaco del Movimento Cinque Stelle Antonio Romano e dei presentatori della lista, Delio Fantasia e Paolo Costa, è stato definito carente di elementi di prova “posti a fondamento delle domande e delle eccezioni proposte“.

Come prova erano stati prodotti articoli di stampa. Proprio quella che per il Movimento è fatta da “infami sciacalli”. In questo caso invece era talmente affidabile da essere considerata fonte di prova. Non accolta dal Tar, secondo il quale gli articoli di stampa depositati dai ricorrenti sono “non giuridicamente attendibili in quanto potenzialmente ispirati da esigenze connesse allo svolgimento della campagna elettorale“.

Il deputato di Gaeta del Movimento grillino Raffaele Trano ha preso le distanze da questa iniziativa giudiziaria dei dirigenti pentastellati di Formia. Non tanto sul piano della sostanza quanto della forma.

E – come capita in queste circostanze – la responsabilità, seppur in buonafede, è stata anche della stampa.

Ecco la spiegazione: Romano, Fantasia e Costa, in qualità di semplici cittadini, hanno avuto tutte le ragioni di questo mondo per ricorrere al Tar per denunciare le presunte irregolarità di Forza Italia nella composizione della propria lista alle elezioni amministrative di giugno. E di chiedere una verifica sul sospetto che i sottoscrittori della lista avrebbero firmato in bianco le candidature, senza conoscere il programma e soprattutto i nomi dei 24 candidati di Forza Italia al consiglio comunale. Modalità che è vietata.

Ma hanno commesso un grave ed imperdonabile errore: mediaticamente non avrebbero dovuto e potuto “metterci il cappello” del Movimento Cinque Stelle.

L’entourage del capogruppo pentastellato alla commissione Finanze della Camera è andato oltre: lo statuto del Movimento a livello nazionale stabilisce che possono promuovere iniziative giudiziarie (come quella del Tar per le presunte irregolarità procedurali commesse dai dirigenti di Forza Italia alle amministrative di giugno) i soli portavoce del movimento che, traducendo il termine nel linguaggio grillino, sono e soltanto i consiglieri comunali.

E Romano, Fantasia e Costa non lo sono.

 

Nel ricorso al Tar – è vero – i tre non si sono mai presentati rispettivamente come ex candidato a sindaco e presentatori della lista M5s. Ma hanno politicizzato la loro iniziativa facendo apparire all’opinione pubblica come se rappresentassero il popolo grillino.

E Trano ha le prove con tanto di ….rassegna stampa allegata: la conferenza stampa dello scorso luglio con cui Romano, Fantasia e Costa annunciavano il ricorso al Tar contro la proclamazione degli eletti al comune di Formia e la presentazione di una querela al gruppo di Formia della Guardia di Finanza ipotizzando una raffica di ipotesi di reati penali; un comunicato stampa della scorsa settimana in cui si preannunciava la discussione del ricorso al Tar dell’8 novembre. Poi, un file video in cui l’ingegner Romano motivava questa decisione di chiedere il conforto, il sigillo, dei giudici amministrativi.

 

Tutto regolare….tranne per un aspetto grafico: per queste tre iniziative mediatiche i ricorrenti al Tar hanno sempre inserito il logo del meetup locale del Movimento Cinque Stelle, il cui responsabile legale e politico sul territorio provinciale di Latina resta ed è… il deputato di Gaeta Raffaele Trano.

Se il parlamentare locale sapeva ed era a conoscenza di questo “sconfinamento” grafico dei tre attivisti grillini a luglio e la scorsa settimana, perché non è intervenuto immediatamente?

Perché ha atteso di farlo solo dopo 24 ore dalla “mazziata” del Tar, la cui eco è arrivata naturalmente anche a Roma?

 

Questa vicenda ha confermato quanto si sapeva sui limiti e sulla robustezza politica del Movimento Cinque Stelle nei centri del sud-pontino: una valanga di voti alle regionali e politiche del 4 marzo che dopo tre mesi , vedi il caso di Formia, del voto amministrativo del 2017 a Gaeta e dell’anno prima a Minturno, non sono bastati per l’elezione al consiglio comunale del candidato sindaco.

Il motivo? Una classe dirigente che negli appuntamenti elettorali a livello locale non è in grado di monetizzare la valanga di voti delle Regionali e delle Politiche di qualche settimana prima.

 

Naturalmente, come nel calcio, chi perde accusa sempre l’arbitro. Delio Fantasia, una laurea ed un ‘altra in arrivo, sindacalista di base ma “testardamente ancora operaio metalmeccanico” presso lo stabilimento Fca di Cassino, ha lanciato nella rete il suo sfogo.

Consapevole che ora, insieme all’ingegner Romano e a Costa (da rappresentante di commercio si è trasformato da qualche settimana in pizzaiolo nel centro di Bruxelles) dovrà mettere mano al portafoglio per liquidare i 3500 euro, più l’Iva e la cassa forense. Li devono ai legali dei consiglieri comunali di Forza Italia, della Prefettura e dell’ufficio elettorale del comune di Formia.

Se da domani mattina dovesse capitarmi di vedere un politico che ruba, che viola la legge, che imbroglia o che truffa, mi girerò dall’altro lato e non denuncerò mai più nessuno. Anzi, all’occorrenza gli darò anche una mano.

La sentenza del Tar non dice che il fatto non sussiste, ovvero che Forza Italia non abbia imbrogliato, ma che non siamo riusciti a dimostrare il fatto. Siamo stati condannati anche a pagare le spese legali degli avvocati di Forza Italia e che questo serva da lezione a tutti quelli che da domani intendessero mettersi contro loro.”

 

Più british il commento del consigliere regionale e presidente della commissione sanità alla Pisana, Giuseppe Simeone.

In questi mesi abbiamo scelto di mantenere un profilo basso sulla vicenda certi della legittimità del nostro lavoro e fiduciosi in quello dei magistrati.

Abbiamo scelto di non intervenire, neanche a seguite del forte battage mediatico a cui i ricorrenti ci hanno sottoposto, per evitare qualsiasi possibile pressione esterna sulla magistratura amministrativa.

Ed oggi, possiamo affermare di aver fatto bene. Siamo abituati a rispettare le regole perché siamo convinti che questo debba essere il perno prioritario su cui chi intende e fa politica deve muovere ogni sua azione nel rispetto dei cittadini, tutti, che a noi affidano il proprio futuro”.