Commissarimento speed per Formia: si farà in fretta

Tempi rapidissimi per la ricognizione dei conti su Formia. La procedura di scioglimento partirà prima del previsto. Il voto anticipato innesca il valzer degli schieramenti. Il Pd sceglie la via e guarda alle divisioni nel centrodestra

Tempi brevi per l’avvio della procedura di commissariamento del Comune di Formia. A sorpresa il commissario ad acta nominato dal Prefetto di Latina Maurizio Alicandro, è tornato nel palazzo municipale giovedì mattina. Lo ha fatto perché l’obiettivo ora è uno soltanto: chiudere subito la pratica per la quale è stato inviato a Formia. In pratica: esaminare i conti non approvati dal Consiglio comunale, dire se sono in equilibrio, approvarli con i suoi poteri di commissario oppure avviare l’iter di scioglimento e di ritorno alle urne.

Attardi svela i conti in rosso

Biagio Attardi

Ad accorciare i tempi in maniera sensibile è stato il contributo fornito dal dirigente del settore Finanze. Ha consentito, soltanto in un paio di giorni, di fotografare la situazione economico finanziaria dell’ente. Daniele Rossi ha consegnato al commissario ad acta una prima relazione.

Sarà un canovaccio utile ad Alicandro per censire gli squilibri esistenti nei conti dell’amministrazione della professoressa Paola Villa.
I buchi ci sono, anche se prevedibili. Li ha ammessi l’assessore uscente al bilancio al comune di Formia, Biagio Attardi. Costretto all’isolamento domiciliare per via del Covid, ha parlato di «circa un milione di euro» non incassato, rispetto al bilancio previsionale 2020, derivanti dai tributi comunali.

In testa la Tari, la Tosap, l’Imu e l’imposta di soggiorno. Le casse del comune di Formia hanno risentito dell’emergenza Covid e della crisi che ha colpito tante famiglie e attività produttive, soprattutto quelle del commercio. Attività queste ultime che a Formia costituiscono una voce fondamentale, se non unica, del “Pil” cittadino.

Il lavoro del commissario ad acta ora appare decisamente in discesa. La relazione del dirigente Rossi sarà il miglior assist, dopo il parere dei revisori dei conti del Comune, per formalizzare le sue conclusioni al Prefetto di Latina. Per poi sollecitare l’avvio della procedura di scioglimento della prima consiliatura civica.

Urne all’orizzonte di Formia

Claudio Durigon

I tempi si sono contingentati. e la redazione della relazione di Rossi dovrebbe permettere ad Alicandro – come ha anticipato lo stesso Attardi – di completare il proprio lavoro «al massimo entro una settimana». Giorno più, giorno meno.

Il decreto di scioglimento dell’amministrazione formiana farà entrare a quel punto la campagna elettorale nel vivo. Anche se resta un’incognita, alla luce della pandemia e della quasi certa proroga dello stato di emergenza in Italia. Quella cioè della collocazione temporale del ricorso anticipato alle urne.

Il centro destra si è subito messo all’opera. Sinora ha visto Forza Italia e Lega parlare la stessa lingua, nella forma e nella sostanza, in ordine alla ricerca dell’unità (e del candidato a sindaco) da perfezionarsi su un tavolo di coalizione. Poi al coinvolgimento delle liste civiche espressione della società civile. Infine alla contrarietà di ricorrere alle primarie. Queste ultime strumento «desueto per lo stesso Pd che l’aveva creato» aveva detto il coordinatore regionale del Carroccio, Claudio Durigon.

Fratelli d’Italia, almeno attraverso il vice portavoce regionale Enrico Tiero ed il consigliere comunale Pasquale Cardillo Cupo, sembra professare esattamente il contrario. (Leggi qui Grande caos Formia: tutti contro tutti nel centrodestra).

Casa Dem: il lodo Bartolomeo

Sandro Bartolomeo

In questo quadro dialetticamente confuso – almeno per ora – il quattro volte primo cittadino di Formia Sandro Bartolomeo (Pd) ha deciso di «capire meglio e di attendere»  il dibattito avviato nel centro destra.
Deve affrontare e risolvere un nodo cruciale. Cioè se e come interagire con l’ex deputato di Forza Italia Gianfranco Conte. Cioè con chi, con l’avallo di Fdi, ha elaborato il progetto Rinascimento formiano riproponendo la sua candidatura a sindaco.

Sandro Bartolomeo sa di dover attendere che il quadro si delinei. Lo sa perché è orientato a dar vita ad un progetto civico trasversale che coinvolga il Pd (o parte di esso), pezzi del centrodestra e alcune delle liste civiche della ex maggioranza,  Ripartiamo con voi e Formia Vinci. Esse sono risultate determinanti. Quando? Il 28 dicembre per la mancata approvazione, con i loro quattro voti,  della salvaguardia degli equilibri di bilancio. Cioè sull’argomento ora al centro della trasferta nel sud pontino dell’alto dirigente del Viminale Maurizio Alicandro. 

Il Pd sceglie la via per Formia

Il Partito Democratico, intanto, è tornato a riunire per la prima volta giovedì sera il proprio conclave. Gruppo chiamato a decidere le future mosse. I Dem del segretario cittadino Luca Magliozzi e del presidente Gennaro Ciaramella, sanno che ogni scelta sbagliata significherebbe  l’implosione interna

I timori sono due. Se il Pd non riuscirà a varare un progetto elettorale ampio ed aggregante, la sua area elettorale diventerebbe terreno di conquista per il primo cittadino in carica. La professoressa Paola Villa nella conferenza stampa di commiato è stata chiara, sin troppo. Se dovesse ricandidarsi – come sembra – alle prossime  amministrative, il terreno che comincerebbe a frequentare «con una certa assiduità» sarebbe quello progressista. Del centro sinistra.

Il sindaco di Formia farebbe le stesse cose che sta compiendo a Latina l’omologo Damiano Coletta. Cioè colloquiare con pezzi importanti (ma non tutti) del Partito Democratico. Questo pur di tentare di riconfermarsi alle amministrative che ci saranno negli stessi giorni di Formia.

Claudio Marciano

Alla riunione della segreteria del  Pd giovedì sera mancavano due “porporati”, proprio l’ex sindaco Bartolomeo ed il capogruppo uscente Claudio Marciano.

«Che c’entro con il Partito a cui non sono neanche iscritto?» : Marciano ha una sua ricetta, molto coraggiosa, che consiste nell’avanzare una proposta politico-elettorale autonoma. Magari con la lista civica “Formia bene comune” che lo aveva sostenuto nel 2018 quando era candidato a sindaco. Poi con «tutte le altre realtà associative e partitiche che si riconoscono nel campo progressista».

Paola si accasa, Marciano da solo

«A Formia si confrontano due finte alternative. – ha osservato Marciano –  La prima è quella della destra tradizionale e la conosciamo già. Profondamente divisa, abitata da mister preferenze, senza progetti e visioni. La seconda è quella di Paola Villa. Dopo l’esito disastroso dell’amministrazione uscente, alla ex Sindaca non resta che provare la carta dei “poteri forti”. Lei contro i “marpioni”, anche se buona parte di questi marpioni sono gli stessi che si è tirata su alle precedenti elezioni. La verità è che da queste due proposte non esce fuori uno straccio di idea sul futuro della città. Città che dopo il Covid sarà come mai prima d’ora in ginocchio».

Paola Villa

Ma Marciano, che professa queste cose, sarà della partita con un ruolo di primo piano nel prossimo voto anticipato. «È noto che la mia vita professionale e privata mi ha portato lontano da Formia. Continuerò a dare una mano alla mia città nelle forme che più riterrò opportune. Di certo, mei prossimi mesi dobbiamo parlare di temi, di scuola, di lavoro, di welfare. Non di alleanze politiche con soggetti lontani anni luce dalla nostra storia».

«Questo non vuol dire non aprire la piattaforma a soggetti diversi da quelli tradizionali della sinistra. Nel campo civico uscente, come anche nel fronte moderato cittadino, vi sono persone ed energie interessanti con cui dialogare. Dialogo, tuttavia, che non può prescindere dalla centralità dei valori e delle sigle progressiste nel progetto. Questa è la mia posizione».

E se fosse unica e personale?