Formisano e la tempesta: “Per questo le imprese ce la faranno”

L'analisi dell'economista vice presidente dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, e presidente della Bpc. Quanto durerà la speculazione sul gas. Quando ne usciremo. Come resisteremo. Le variabili Superbonus ed Ucraina

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Il tessuto imprenditoriale del Lazio Sud “è coriaceo: ha sviluppato la scorza affrontando crisi micidiali e selettive. Una prima selezione naturale c’è stata negli anni Ottanta con il crollo del sistema costruito intorno alla Cassa per il Mezzogiorno. Poi c’è stato il collasso del sistema automobilistico negli anni Novanta. Siamo passati nella fine degli incentivi europei e l’estinzione di un modello industriale nel decennio successivo. Questo ha prodotto aziende più forti, radicate, capaci di innovare e sviluppare prodotti. La nostra forza sta in questo essere diventati coriacei”. L’analisi è del professor Vincenzo Formisano: ordinario di Economia e Gestione delle Imprese, vice presidente dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, presidente della Banca Popolare del Cassinate.

Per professione e per missione studia le aziende, il loro sviluppo, il flusso dei capitali. Deve capire le crisi prima che accadano, preparare le soluzioni che accompagnino il sistema produttivo durante la traversata che conduce fuori dal deserto. Lo ha fatto con successo quando si è scatenata la pandemia che ha condotto al primo lockdown tutta la rete delle imprese. E lo sta facendo anche ora con la grande speculazione che sta portando alle stelle i prezzi dell’energia.

L’interrogativo è chiaro: le aziende possono uscire da questa nuova crisi? E con quali conseguenze? 

Chi specula non vuole che finisca

Mario Draghi

Lo studio del professor Vincenzo Formisano parte con la composizione della cornice entro la quale stanno accadendo alcune cose. “Non ne usciremo facilmente, perché c’è qualcuno che ci sta guadagnando. E se Francia e Germania fanno certe manovre è perché loro hanno margine per farlo. Il nostro governo ha fatto qualcosa, ma noi abbiamo un debito esorbitante”.

Serve diplomazia, serve quello che stava facendo il premier Mario Draghi, ovvero cercare alleati. Perché, per Formisano “In certi consessi non serve urlare, serve trovare chi vuole lavorare con te. Non si è trovata una soluzione perché chi sta guadagnando tanto, vorrà continuare a farlo”.

Un messaggio chiaro, che poi rappresenta quell’azione diplomatica che in Europa sta continuando, che vede le resistenze di taluni Paesi. Ma che secondo la presidente Ursula Von Der Leyen porterà ad un risultato, in quando “sfide eccezionali, richiedono misure eccezionali”. Non sarà il debito comune come nel COVID, ma qualcosa arriverà. E l’Italia dovrà lavorare bene con i suoi alleati e non mettersi a sbraitare.

Qui abbiamo imprenditori forti e coraggiosi

Foto: Michael Gaida © Pixabay

Dalla cornice poi il professor Formisano passa alla tela, al centro del quadro. Che è rappresentato dal territorio, dalle persone, ma soprattutto dalle imprese. “Noi percepiamo innanzitutto – afferma il Presidente BpC – quella che è una certezza: malgrado tutto e checché se ne dica, abbiamo una classe imprenditoriale di tutto livello, che combatte e crede nel futuro, perché ha progettualità”.

Questo è l’assunto di base e non si fonda sulla volontà di lisciare il pelo a qualcuno, ma sui dati reali. Ai quali va aggiunta una variabile impazzita che proprio nel sud del Lazio ha scatenato i suoi effetti peggiori. “Io vi posso assicurare che in questi mesi di tempesta perfetta, dobbiamo aggiungere un altro fattore: il superbonus. Qui ci sono migliaia di lavoratori che dipendono dalle imprese edili e queste sono in difficoltà. Una vicenda che incide insieme agli aumenti: è tutta nostra e non dobbiamo sottacerla”.

Perché? C’è stato un effetto a cascata: gli aumenti hanno fatto lievitare i costi dei materiali in maniera importante, i preventivi fatti dalle imprese sono saltati, non sempre è stato possibile portare a termine gli iter finanziati con i superbonus. E questo ha messo in crisi le imprese ed i loro dipendenti.

Effetto selettivo

Maurizio Stirpe

Sta accadendo quanto già visto con la crisi innescata dal Covid. Nel 2020 quando non si intravedeva una via d’uscita, il sistema delle imprese di ogni genere ha provato a resistere ed in larga parte ci è riuscito. Tanti hanno mollato, ma sono stati una minima parte, perché alla fine chi aveva struttura e soprattutto aveva progetti e visione non si è arreso, ha messo un punto ed è ripartito.

Ma qui, in questa situazione, si vede una data d’uscita? L’economia è una scienza e chi sa maneggiarla può scrutare l’orizzonte, come fece Maurizio Stirpe, collegato telefonicamente su Teleuniverso nella primavera 2020, affermando che il 2022 sarebbe stato l’anno del ritorno a livelli di ordini e produzione normali. Così è stato.

Peccato che da Mosca ci abbiano inviato la carta degli “imprevisti” come accade nel Monopoli. Formisano non si fa illusioni, ma afferma che a meno di imprevisti, si dovrà attendere tutto il 2023.

Un piano fino al 2024

Vincenzo Formisano

La data del 2023 è inserita all’interno dei dossier e dei report che la BpC e la sua struttura stanno analizzando per studiare prodotti utili alle imprese.

La forza degli imprenditori ci sta spingendo a continuare a mettere in campo risorse. Proprio qualche ora fa stavamo varando un piano di prossima attuazione. Si tratta di uno strumento – ha spiegato Formisano – utile a colmare il gap tra ciò che si pagava prima e ciò che si paga ora per gas e luce. Un piano utile a coprire questo scorcio di 2022, tutto il 2023 ed il primo semestre 2024”.

La chiave è proprio nel 2024: dare sei mesi ulteriori alle imprese per ripartire, fissando il presupposto che tutto potrebbe risolversi nel 2023. Il tutto sfruttano una norma dello Stato, chiamata “quadro temporaneo”, che consente di finanziare situazioni d’emergenza a otto anni con la garanzia del Mediocredito.

E se le previsioni fossero sbagliate? Se arrivasse un altro imprevisto? “Questo sarebbe un problema afferma laconico Formisano, che aggiunge “Noi possiamo fermarci qui e sappiamo che queste misure non bastano, ma ce la mettiamo tutta”. 

Ma come nella medicina esistono cura e prevenzione, anche nell’economia si può fare un discorso del genere. Prevenire costi esorbitanti a livello energetico può essere fatto sfruttando le energie alternative. “Noi da tempo – sottolinea Formisano – stiamo finanziando nel manifatturiero, perché per ristorazione e simili sarebbe complicatissimo a livello infrastrutturale, la nascita di impianti fotovoltaici. Quello che possiamo fare è erogare finanziamenti in tempi brevi per questi impianti e lo stiamo facendo, dando la possibilità di una indipendenza energetica a quelle imprese che ne richiedono”. 

Rischio risparmio, ma “Noi ci saremo”

Foto © Gerd Altmann / Pixabay

Non solo imprese, ma anche famiglie. E qui c’è un rischio concreto, rilanciato dalla Camera di Commercio attraverso i dati Excelsior: erosione del risparmio per le famiglie ed annullamento del margine di guadagno degli imprenditori.

Oggi le famiglie stanno erodendo il risparmio. Noi in banca possiamo vederlo, i cittadini stanno andando a prendersi quello che avevano da parte, ma questo fin quando può andare avanti? Il serbatoio resterà pieno, a metà o vuoto? Dalla nostra – sottolinea Formisano – abbiamo la resilienza mostrata durante il Covid, ma ora servono risposte concrete dal Governo. Solo così, il pessimismo verso il futuro che genera le crisi, può trasformarsi in ottimismo. Noi – conclude il Presidente BpC – non abbandoneremo alcuna famiglia ed alcuna impresa del territorio”.

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