Forza Italia, caccia al corvo che scrive le veline al veleno

Caccia alla spia in Forza Italia. Chi sta mandando le veline scritte al veleno per ‘denunciare’ a Roma ciò che sta accadendo a Frosinone?

Chi è l’appassionato ‘iscritto a Forza Italia dalla prima ora’ (così si firma) che avverte questo profondo malessere per la situazione in cui oggi versa il partito, al punto da scrivere alla direzione nazionale?

Ma soprattutto: chi e perché dalla Capitale lo ha incoraggiato a mandarle?
E’ questo il vero quesito. Più importante di chi sia il materiale estensore. Molto più politicamente pesante dell’anonimo complice locale.

Per capire cosa ci sia dietro alle veline al veleno che stanno arrivando in queste settimane a Roma per ‘svelare’ la pessima gestione politica di Mario Abruzzese e Pasquale Ciacciarelli, bisogna spostarsi per un attimo a Roma.

Sono giorni di grande riorganizzazione all’interno del Partito. E’ in preparazione la Campagna d’Autunno per ribaltare quella che i generali forzisti chiamano ‘la grande disgregazione’. Cos’è la Grande Disgregazione? Lo spiega chi frequenta l’ambiente: “Per mesi si è avuta l’impressione che tutto fosse finito, il Partito non lo tenevamo più insieme perché Silvio nei fatti sapeva che sarebbe stato perdente nella sfida contro Renzi. E allora ha scelto la tattica che gli hanno insegnato i suoi consiglieri siciliani ‘Abbassati giunco che passa la piena’.

Ora però, qualcosa sta cambiando. E Silvio potrebbe tirare fuori di nuovo la testa, apparire nuovamente sui gli schermi tv e lanciare la sua ultima offensiva. Per uscire di scena da vincitore. E poi ritirarsi come ‘padre nobile’ di un nuovo centrodestra.

Spiegano da Roma (per capire il senso delle veline chieste a Frosinone) “Renzi è in crollo verticale nei sondaggi. “C’è di nuovo bisogno di me” ha detto Silvio. E per questo ha riunito il gabinetto di guerra. Nella war room, con i fedelissimi, si punta su due strategie: recuperare tutti i fuoriusciti, creare un nuovo soggetto politico che sia un collante, un gigantesco involucro nel quale riaggregare tutti.

Ecco a cosa servono le veline. Se le sta facendo mandare chi un giorno avrà il potere di tirarle fuori ed esibirle a Silvio nel momento in cui bisognerà compilare le liste: quelle elettorali e quelle di proscrizione: via i cattivi, quelli che sono responsabili del crollo del Partito, quelli che hanno fatto da stampella al Pd ed hanno governato spartendo il potere con i Comunisti.

Il progetto prenderà corpo in autunno. L’uomo che ha chiesto le veline intende bruciare Mario abruzzese? “No, sta semplicemente alzando il prezzo: quando arriverà il momento di collocare le pedine al posto giusto, deciderà lui come usare quei fogli”. Perché è chiaro che a) Mario Abbruzzese non è uno sprovveduto ed a Roma ha i suoi interlocutori b) le veline sono un’arma a doppio taglio. E se non si sanno usare diventano un boomerang