Forza Italia o Lega, sempre loro comandano

Gli album di famiglia non mentono. I vertici che guidavano Forza Italia cinque anni fa sono gli stessi che oggi governano la Lega. Come ci sono riusciti. Perché lo hanno fatto. E cosa accadrà in futuro.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Cambiare tutto affinché tutto resti com’è”: si sarebbe potuto trasferire a Frosinone il principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Avrebbe ricevuto decine di spunti in più per la realizzazione del suo capolavoro letterario Il Gattopardo.

Sarebbe bastato sfogliare l’album delle fotografie scattate nelle riunioni di Forza Italia a cavallo degli anni 2016 – 2018. Sorridenti, immortalavano a futura memoria gli azionisti di maggioranza: Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli, Nicola Ottaviani, con Antonello  Iannarilli a svolgere il ruolo di “anima critica” del Partito.

Poi, si sarebbe dovuto prendere l’album delle fotografie scattate nelle riunioni della Lega a cavallo degli anni 2022-23. Sorridenti immortalano, rendiconto per i contemporanei, gli azionisti di maggioranza: gli stessi Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli, Nicola Ottaviani, senza però Antonello  Iannarilli andato a svolgere il ruolo di “anima critica” nel Partito dei Fratelli d’Italia.

Cambiare tutto per cambiare niente

Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi

Eppure gli anni 2016 – 2018 erano quelli nei quali in provincia di Frosinone c’erano l’onorevole Francesca Gerardi, il senatore Gianfranco Rufa e l’onorevole Francesco Zicchieri che aveva influenza diretta sulla provincia di Frosinone all’interno del potentissimo ruolo di Coordinatore regionale del Partito.

Una triade che aveva letteralmente in mano il Partito provinciale. Ne determinava strategie ed azioni politiche sul territorio. Uno scenario come quello attuale era non credibile: perché la Lega di allora era contro il berlusconismo, nemica giurata di Mario Abbruzzese. L’allora vicesindaco leghista Carmelo Palombo rivelò che proprio Zicchieri gli ordinò di far cadere l’amministrazione comunale di Cassino guidata da Carlo Maria D’Alessandro: il vero scopo era affondare Mario Abbruzzese. (Leggi qui: I sassolini di Palombo: “Ecco le colpe di Fagiolo e Zicchieri. Lega al capolinea”).

In appena cinque anni c’è stato uno tsunami. Un totale travaso di uomini da Forza Italia alla Lega, accompagnato da un radicale cambio al vertice del Partito. Il Cda che era di Forza Italia a Frosinone è diventato quello del Partito di Salvini. Come se Moggi Giraudo e Bettega ai tempi d’oro della Juventus che vinceva tutto in Italia e all’estero,  avessero preso dopo qualche anno il posto di Moratti, Facchetti e Peppino Prisco nell’inter.

Calati giunco, passa la piena

Ciacciarelli, Piacentini, Abbruzzese

Invece gli album di famiglia non mentono. Oggi Francesco Zicchieri, Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa sono letteralmente scomparsi dai radar della Lega e della politica. Rimpiazzati a pieno titolo da Nicola Ottaviani, Pasquale Ciacciarelli, con Mario Abbruzzese dietro le quinte ma straordinariamente incisivo nella pianificazione. Il Partito adesso sono loro. Ne condividono le strategie, straordinariamente efficaci. (Leggi qui: Nicola Ottaviani sale sul palco della Lega: per mandare in soffitta Forza Italia).

Una differenza con il passato c’è. Ed è la sostanza. Perché la Lega dissoltasi con la triade Zicchieri – Gerardi – Rufa non aveva nemmeno la parvenza del peso specifico della Lega di oggi. Se è vero (come è vero) che Nicola Ottaviani oltre ad essere deputato e Coordinatore provinciale del Partito è diventato il costante riferimento diretto di Matteo Salvini sulle tematiche finanziarie; ha dovuto dire No ad un ruolo da Sottosegretario solo perché la legge gli avrebbe imposto di chiudere il suo studio di avvocato. In Tv ed in Aula per la Lega mandano lui ogni volta che c’è un dibattito su temi finanziari: a SkyTg24 come a La7, a Mediaset come in Rai.

Pasquale Ciacciarelli era il coordinatore provinciale di Forza Italia. Oggi è il responsabile Organizzazione della Lega su tutta la provincia di Frosinone. È stato nominato da una settimana assessore regionale del Lazio: con una delega all’Urbanistica estremamente importante.

Come e perché da Forza Italia alla Lega

Ottaviani e Tajani

Mario Abbruzzese continua a rifiutare l’ingresso formale nel Partito: ritiene di essere più utile così. I rumors dicono che nei prossimi mesi il centrodestra in evidente crisi di quadri busserà alla sua porta.

E sta proprio qui la spiegazione del tutto. L’operazione che ha condotto i vertici di Forza Italia ad appropriarsi della Lega non è stata una banale scelta di opportunismo. Al contrario. I fatti hanno dimostrato che la Lega fosse in una totale crisi di rappresentanza sul territorio: cresciuta troppo in fretta, non aveva fatto in tempo a sviluppare in modo naturale ed organico la sua classe dirigente. Il boom di consensi per Matteo Salvini la portò ad avere intere aree che la votavano ma nessun quadro dirigente.

Si spiega così l’invio a Frosinone del senatore Umberto Fusco da Viterbo per tentare di organizzare. Ed altrettanto così si spiega l’investitura dell’onorevole Francesco Zicchieri spedito in Ciociaria da Terracina. Ma i risultati, semplicemente, non ci sono stati. La classe dirigente di Forza Italia invece era la selezione di anni d’attività politica, sviluppatasi in modo graduale.

La migrazione è avvenuta in maniera quesi naturale. Innescata dalla chiusura di Silvio Berlusconi all’idea di un Partito che fosse ‘scalabile’. Che stava soffocando le legittime aspirazioni dei vari Ottaviani, Abbruzzese, Ciacciarelli e tanti come loro.

La Lega di oggi come Forza Italia di ieri

Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese

Infatti, Ottaviani Ciacciarelli ed Abbruzzese hanno anche strutturato il loro nuovo Partito sul territorio affidandosi a donne ed uomini di fiducia. Esattamente quelli che costituivano la spina dorsale nell’organizzazione di Forza Italia. E coloro che si sono trovati in disaccordo con le loro scelte hanno potuto fare una sola cosa: andarsene. Non per mancanza di dialettica interna. Ma per totale incompatibilità con le linee politiche del Partito, scritte dal suo gruppo dirigente. Basta vedere quello che è successo a Ceccano alle Regionali: tana per gli infiltrati di Fratelli d’Italia nella Lega; a Cassino c’è stato un repulisti profondo.

Quale è stata la loro grande intuizione nell’impossessarsi del Partito? Dopo anni di scaramucce e scontri aperti sui quali Antonio Tajani spesso doveva intervenire per riportare la pace, Ottaviani – Abbruzzese – Ciacciarelli hanno capito che è molto più utile andare d’accordo. O almeno sforzarsi di farlo piuttosto che litigare e mettersi a fare la guerra. Durante e dopo. In casa e fuori. (Leggi qui: Scoppia Forza Italia per Ottaviani sul palco della Lega: «Cogl**ne, non capisci la politica»).

Riccardo Mastrangeli

L’accordo intorno a Riccardo Mastrangeli come sindaco di Frosinone è stato vero e leale. Altrettanto nella corsa per la presidenza della Provincia. Allo stesso modo, la strategia per spingere Pasquale Ciacciarelli alle Regionali è stata evidente: Ottaviani ed Abbruzzese hanno costruita la lista intorno a lui.

Il che ha trasformato i rapporti con il livello Regionale. Il coordinatore leghista del Lazio Claudio Durigon ora non ha più la necessità di venire a Frosinone per ricucire. E questo ha fatto si che la Lega di Ciociaria abbia un parlamentare e un assessore regionale.

A guardare bene il loro Dna politico, si scoprirebbe che in tutti c’è un po’ di sangue andreottiano.