Forza Italia, Piacentini prepara l’addio

Aria di addio. Ieri il coordinatore provinciale degli “azzurri” ha accompagnato Antonio Tajani nel tour in Ciociaria. Ma non nasconde l’amarezza: “In un partito dovrebbero contare storia, peso politico e risultati raggiunti. Mi aspettavo una difesa dagli attacchi di questi ultimi tempi”.

L’amarezza non ha fatto venir meno la lucidità. Adriano Piacentini, coordinatore provinciale di Forza Italia, si sarebbe aspettato una difesa del suo operato politico dell’ultimo anno. Anche e soprattutto dagli attacchi ricevuti negli ultimi mesi dall’area di Mario Abbruzzese, in particolare da Riccardo Del Brocco. (leggi qui «Ottaviani? Non è più un sindaco di Forza Italia: non ha rinnovato la tessera»).

Ieri ha accompagnato il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente nazionale di Forza Italia Antonio Tajani nel tour in provincia, da Pontecorvo a Rocca d’Arce, fino poi a Casamari. Ha avuto la sensazione di essere “sopportato”, magari per le scelte che si appresta a fare il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Portando dentro la Lega un movimento di amministratori, centrista, cattolico, civico, lo stesso movimento che Ottaviani avrebbe voluto nei mesi scorsi cooptare in Forza Italia. (leggi qui Ecco il nuovo Movimento nazionale di Ottaviani). Quando si parlava di Altra Italia, operazione poi non concretizzatasi.

Fra i vari punti di dibattito interno agli “azzurri” c’è pure la vicenda del tesseramento. Adriano Piacentini spiega: “In questi mesi sono stato costantemente sotto attacco. Non era semplice fare le tessere. Sembra che l’unico problema del Partito sia quello di fare il congresso provinciale. Ribadisco che a mio giudizio non è la Segreteria il tema principale».

Aggiunge: “Poi però mi chiedo pure quali siano i parametri che vengono tenuti in considerazione, a questo punto anche dal presidente Antonio Tajani, per valutare la militanza e il peso all’interno di Forza Italia. Basta fare le tessere? La storia di ognuno di noi, i ruoli ricoperti, il sostegno sempre dato ad ogni tipo di elezione non contano più? Francamente sono stupito in modo negativo e anche stanco. Non capisco più come si deve stare in Forza Italia”.

C’è amarezza. Per il silenzio di questi giorni. Adriano Piacentini è stato sotto attacco. Nessuno è intervenuto a difenderlo. Soprattutto, nessuno si è accorto del silenzioso lavoro di ricucitura portatili avanti per mesi.

Se mi aspettavo difese per gli attacchi subiti? Beh, certo. Ma vorrei soffermarmi anche su quello che è stato il mio operato da coordinatore provinciale in questo ultimo anno. Allora, dopo la sconfitta alle politiche e alle regionali del 4 marzo, certamente non addebitabile al sottoscritto visto che ero in carica da qualche ora, ci sono state le comunali. Bene, abbiamo vinto (tutti insieme) ad Anagni, Fiuggi e in altri Comuni. Un successo quindi“.

Poi ci sono state le provinciali. Un tonfo. “Sappiamo tutti cosa è avvenuto, sappiamo tutti per quale motivo molti amministratori di centrodestra non hanno votato il nostro candidato, Tommaso Ciccone. Candidato che ho costantemente difeso. Quella non è una sconfitta addebitabile a me, lo sanno anche i sassi“.

In diretta tv l’altra sera Riccardo Del Brocco gli ha contestato di avere lasciato chiudere la sede provinciale di Forza Italia e che ora non c’è più un luogo nel quale riunirsi, al punto che si va in albergo. E di non avere organizzato iniziative con cui riunire il popolo di Forza Italia.

Per Piacentini “Motivazioni, come la sede o gli incontri, sono francamente puerili e risibili. Oltre che naturalmente strumentali. Io so soltanto che non ho mai fatto mancare il mio sostegno al partito, ad Antonio Tajani e a tutti gli altri. Credevo che la storia politica venisse considerata, invece evidentemente mi sbagliavo”.

Non se n’è ancora andato. Per ora. Perché ufficialmente, il sindaco Nicola Ottaviani non se n’è ancora andato. Certo è che appare complicato, anzi impossibile, pensare che Adriano Piacentini possa restare nel Partito una volta “degradato”. E lasciato senza un ruolo. Non è che uno che ha ricoperto la carica di coordinatore provinciale può accettare di fare il responsabile comunale oppure rimanere da soldato semplice.

Però Piacentini ieri è stato tutto il giorno con Tajani. Dice il presidente del consiglio comunale di Frosinone e coordinatore provinciale degli “azzurri”: “Credo che in politica le valutazioni debbano sempre essere globali. Siamo alla vigilia di una stagione politica importante e le europee rappresenteranno uno snodo fondamentale. Bisognerebbe motivare tutti e tenere conto dei risultati ottenuti. Invece in questa fase sembrano contare le tessere. Ringrazio il senatore Claudio Fazzone che mi ha scelto per questo ruolo e con il quale mi sono sempre confrontato e continuo a farlo”.

Sembra un addio. O forse lo è.