Un congresso per fare cosa? Il paradosso di Forza Italia

Ci sono appena 45 iscritti a Forza Italia in tutta la provincia. Antonio Tajani è sparito, in tanti sono andati via e continuano a farlo. In provincia di Frosinone gli “azzurri” avrebbero bisogno di riunirsi attorno ad un progetto, non di pensare alle prossime candidature.

L’ultimo congresso provinciale di Forza Italia si chiuse con la vittoria dell’area di Mario Abbruzzese, che elesse Tommaso Ciccone alla segreteria. Nicola Ottaviani era già fuori dal Partito, la delusione di Adriano Piacentini fu enorme.

Poi però dopo qualche mese Abbruzzese e Ciacciarelli lasciarono gli “azzurri” e passarono in Cambiamo con Giovanni Toti. Sempre in quello stesso momento Antonio Tajani decise di non occuparsi più di Forza Italia in Ciociaria. Il senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale e commissario provinciale, si affidò a Gianluca Quadrini per rimettere in piedi il Partito. Lanciarono la campagna di Search & Rescue che riportò in Forza Italia molti che se ne erano allontanati: fu un periodo nel quale tanti continuarono ad uscire ed altri rientrarono.

Quindi anche Quadrini è caduto in disgrazia politica con Fazzone. Al di là delle versioni ufficiali, il problema sorto tra i due è uno soltanto ed è il più classico: Gianluca Quadrini ha pensato di essere il nuovo padrone del Partito in Ciociaria; Claudio Fazzone invece lo era nei fatti attraverso l’assolutismo garantito dalla democrazia interna. Le scintille sono iniziate quando i due sono arrivati al più tradizionale dei colli d’imbuto: chi è a decidere. I fatti hanno risposto.

La rivoluzione inutile

Anselmo Rotondo

È di ieri la notizia che Anselmo Rotondo si è autosospeso dal Partito. Perché si è trovato solo nella sua iniziativa di chiedere il Congresso. Non lo hanno seguito nella sua via dell’auto sospensione nemmeno i suoi amici più vicini: né Gianluca Quadrini né il consigliere provinciale Gioacchino Ferdinandi. (Leggi qui Forza Italia niente rivoluzioni, Rotondo si sospende).

Ma a cosa doveva servire il Congresso? Per arrivare a quale tipo di soluzione?

Claudio Fazzone ha dato un assetto al Partito, un assetto che potrà non piace a tutti. Però nessuno presenta un modello diverso e alternativo. La decisione di Rotondo di autosospendersi ha lasciato isolati Gianluca Quadrini e Gioacchino Ferdinandi. La loro linea di rottura non ha trovato d’accordo nemmeno chi ha osservato con diffidenza i cambiamenti dei mesi scorsi: è il caso di Martina Sperduti, coordinatore regionale delle Pari Opportunità. Il dibattito non ha minimamente appassionato il neo sindaco di Cervaro Ennio Marrocco, già consigliere provinciale ma interessato in questa fase a concentrarsi sulla fase amministrativa e non su quella politica.

Il Congresso è già convocato

Claudio Fazzone e Anselmo Rotondo

Inoltre quella rivoluzione partiva da presupposti infondati. Sosteneva che si dovesse mettere fine al commissariamento, riunire l’Assemblea degli iscritti ed arrivare ad un Congresso.

Salvo poi scoprire che un Coordinatore provinciale c’è e si chiama Claudio Fazzone, l’Assemblea si è già tenuta ed in maniera pubblica tanto che ne hanno parlato tutti gli organi d’informazione. Proprio in quell’occasione è stato annunciato il Congresso provinciale, per la prossima primavera. (leggi qui Via a Forza Italia 4.0: è quella di Fazzone).

Lo conferma proprio il senatore Claudio Fazzone: «Come abbiamo già detto a Frosinone lo scorso 12 ottobre, a primavera si farà il congresso in Ciociaria. Se poi la pandemia dovesse terminare prima, anticipiamo».

Per il Coordinatore Regionale e Provinciale ad interim, le iniziative di questi giorni sono solo dei pretesti. Perché «Certe decisioni, tipo l’auto sospensione, non si annunciano prima a mezzo stampa. C’è spazio per la critica interna a Forza Italia: ma si fa all’interno del Partito».

La tensione resta alta in Forza Italia

Gianluca Quadrini e Claudio Fazzone

Rimane alta la tensione con l’ex vice coordinatore regionale Gianluca Quadrini. Che ieri, sulla sua bacheca Facebook ha espresso vicinanza e solidarietà all’amico Anselmo Rotondo. Scrivendo che si sarebbe fatto promotore di un confronto con gli organismi nazionali del Partito.

È stata una tanica di benzina lanciata sul fuoco. Che ha autorizzato Claudio Fazzone a ricordargli, ancora una volta «Se qualcuno pensa di intimorirmi lasciando paventare di potersi rivolgere a chi nel Partito ricopre cariche superiori, deve sapere che come coordinatore regionale ho tutti i poteri gestionali. L’unico ruolo superiore su questo versante è quello di Silvio Berlusconi».

Un ulteriore messaggio l’ha riservato ad Anselmo Rotondo, che protesta per il fatto che in 25 anni non è mai stato tenuto in considerazione dal Partito: «Faccio notare che quando sono risultato il più votato come senatore non ho rivendicato nulla».

Forza Italia, molte chiacchiere e pochi iscritti

Quadrini, Tajani, Fazzone

La cruda realtà dei fatti è quella che Claudio Fazzone sbatte in faccia a tutti. I Congressi di Partito si fanno con gli iscritti ed in questo momento momento ce ne sono appena 45 in tutta la Ciociaria

Forza Italia non ha più le percentuali di qualche anno fa. È data intorno al 6-7%. Continuare a dividersi indebolisce tutti. Il congresso si può fare se si hanno dei progetti e degli uomini o delle donne da proporre. Invece qui il braccio di ferro è soltanto sullo scenario. Cioè su chi intende candidarsi dove. Se c’è uno che non ha problemi di candidature (per tutti i successi che ha avuto), quello è il senatore Claudio Fazzone.

Fare il commissario provinciale in Ciociaria non lo esalta, ma non ha altre soluzioni al momento. Più che un congresso sarebbe forse preferibile che gli “azzurri” si riunissero per guardarsi in faccia e capire cosa fare.

Altrimenti in questo modo ne resteranno sempre di meno.

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