Fratelli d’Italia e Psi, le mine vaganti a Frosinone

Il Partito di Massimo Ruspandini non intende essere subalterno alle logiche del centrodestra di Nicola Ottaviani, mentre i Socialisti di Gian Franco Schietroma non sopportano il ruolo delle civiche trasversali e la prospettiva del Campo Largo. Potrebbero giocare un ruolo decisivo, magari al ballottaggio. Ma Lega e Pd la pensano diversamente.

Fratelli d’Italia e Partito Socialista Italiano. Sono due partiti ricchi di storia che a Frosinone potrebbero rivelarsi delle mine vaganti alle prossime elezioni comunali. Il senatore Massimo Ruspandini vuole capire bene come si articolerà il centrodestra nel capoluogo e quali saranno le indicazioni di Nicola Ottaviani, coordinatore provinciale della Lega. Mentre Gian Franco Schietroma non condivide nulla della “dottrina” De Angelis: dal Campo Largo alle primarie.

Frattura scomposta

Ruspandini e Ottaviani

Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, la frattura interna è netta e scomposta. Lo si è visto anche nell’ultima riunione della coalizione di qualche sera fa, dove magari Fabio Tagliaferri e Domenico Fagiolo avrebbero fatto meglio a risolvere in privato i loro problemi.

La situazione è questa. I consiglieri comunali Domenico Fagiolo e Maria Rosaria Rotondi fanno parte integrante della maggioranza di Ottaviani e non intendono spostarsi. Sulla loro stessa posizione c’è l’assessore Pasquale Cirillo (che al momento non risulta avere rinnovato la tessera con FdI, o almeno non presso il Circolo cittadino).

Invece Fabio Tagliaferri non vedrebbe l’ora di conclamare la spaccatura e intraprendere un percorso autonomo. Di contrapposizione frontale con il centrodestra cittadino guidato da Nicola Ottaviani.

Per comprendere le contrapposizioni occorre partire da due considerazioni. I consiglieri e l’assessore fanno riferimento ad Alfredo Pallone, politico espertissimo e di lungo corso che fu coordinatore regionale del Popolo delle Libertà quando Berlusconi guidava il Governo e contava il 40%; lui ed i suoi fanno parte delle nuove sensibilità dei Fratelli d’Italia. Fabio Tagliaferri fa riferimento al senatore Massimo Ruspandini, militante della primissima ora e tra i fondatori del Partito. I primi sono alleati di Ottaviani, i secondi non vogliono essere subalterni alla Lega. E puntano ad eleggere il sindaco. Tagliaferri è il loro uomo di punta: votatissimo in ogni tornata, già vicesindaco, è stato messo fuori recentemente da Ottaviani che ne conosce benissimo le potenzialità elettorali.

La ragion di Partito

Fabio Tagliaferri

Ma Massimo Ruspandini deve tener conto della “ragion di Partito”, cioè delle scelte che effettuerà Fratelli d’Italia.

Nel caso il coordinatore regionale Paolo Trancassini decidesse che FdI comunque dovrà far parte del centrodestra, allora bisognerebbe comportarsi di conseguenza. Ma Fabio Tagliaferri ha sempre detto che non si fida delle Primarie indette da Ottaviani, le considera una trappola. E per questo non intende in alcun modo partecipare: “Semmai c’è Fagiolo” pare abbia detto, riferendosi al fatto che già dieci anni fa il consigliere Domenico Fagiolo sfidò Ottaviani in un turno di Primarie bulgare.

È certo che Tagliaferri non parteciperà alle primarie ma confida e lavora per lo strappo. Convinto che le elezioni anche questa volta si decideranno al Ballottaggio, cioè il turno che scatta quando nessuno supera il 50% dei consensi e mette di fronte solo i due più votati nel primo giorno di elezioni. Per Tagliaferri e la sua ala FdI, tanto vale allora usare il primo turno come se fossero Primarie e chi arriva primo ottiene il sostegno di tutta la coalizione nel turno di ballottaggio.

Ne è convinto anche Massimo Ruspandini. Che attende un via libera dal Nazionale. Al quale ha detto con chiarezza che le Primarie di Ottaviani sono una trappola. Per ingabbiare FdI. Impedirgli di prendere la guida del centrodestra in città ed in provincia. Dilurire nella coalizione una eventuale sconfitta. Al punto da rinunciare ad una designazione d’ufficio del candidato, che spettava alla Lega per accordi regionali, in cambio delle Primarie.

Frattura senza composizione

Gian Franco Schietroma (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

A convincere Ruspandini e Tagliaferri che il primo turno non potrà eleggere il sindaco di Frosinone è anche quanto sta accadendo nel centrosinistra. Dove permane la divisione.

Gian Franco Schietroma, segretario regionale e nume tutelare del Psi, sta già lavorando alla costruzione di una coalizione di centrosinistra diversa da quella che si riunirà attorno al Pd. Metterà in campo un suo candidato sindaco e cercherà di aggregare tutti gli scontenti. Il centrosinistra ha vinto a Frosinone (due volte con Domenico Marzi, una con Michele Marini) quando ha dimostrato di essere unito. Di più: granitico. Schietroma non accetta che all’interno della coalizione contino di più le liste civiche trasversali, quelle che cioè provengono dal centrodestra. Gli viene ribattuto che soltanto in questo modo si può colmare il gap e sperare di vincere.

Ma il leader socialista la pensa diversamente e comunque non si lascerà convincere. La spaccatura è insanabile.

Un altro elemento a favore della spaccatura al primo turno è la riunione tenuta ieri dal Centrosinistra a trazione Pd. Non ha registrato riavvicinamenti con i Socialisti e comincia a temere una fuga autonomista di Mauro Vicano, l’ex dg Asl ed ex presidente Saf che è pronto a scendere in campo.

Vacana ed i suoi amici

La novità del vertice di ieri sera è stata la presenza del vice presidente uscente della Provincia Luigi Vacana. Alle Provinciali di dicembre ha centrato ancora una volta l’elezione con il suo schieramento civico trasversale, al quale hanno partecipato anche i socialisti.

Presenti per il Pd il Segretario Provinciale Luca Fantini, il presidente provinciale Stefania Martini, il dirigente cittadino Luigi Sacchetti. Per Possibile – Sinistra Italiana – Frosinone in Comune c’erano Gianmarco Capogna (portavoce di Possibile) e Stefano Pizzutelli (consigliere in carica). A rappresentare Demos c’era Maria Grazia Baldanzi, i Verdi erano rappresentati da Francesco Raffa, Il Movimento 5 Stelle da Francesca Ruggeri.

Al tavolo riunito ieri sera Luigi Vacana ha annunciato che sarà in campo alle elezioni Comunali di Frosinone con una sua lista civica, larga, trasversale, sintesi del percorso fatto in questi anni sulla Provincia e calato ora sulla città di Frosinone. Nei giorni scorsi ne aveva discusso con il consigliere comunale di Frosinone Christan Bellincampi (uscito dal M5S), il coordinatore provinciale di Demos Luigi Maccaro, l’ultimo Segretario provinciale di Sel Giuseppe Fortuna, il referente provinciale dell’area Smeriglio Gaetano Capuano, con Stefano Vitale e Biagio Cacciola. E con l’ex presidente della Provincia Giuseppe Patrizi. (Leggi qui Sette a tavola, otto paccheri ed una lista).

Quindi tutti pronti per varare il Campo Largo? No, non ancora.

Campo largo, tempi lunghi

Luca Fantini

Il tavolo ha deciso di aggiornarsi tra altri dieci giorni. Ufficialmente perché bisogna lavorare ancora sulla piattaforma programmatica. Nei fatti, perché tenere dentro tutti è una scommessa al limite dell’impossibile. Perché i grillini hanno detto che le Primarie non fanno parte del loro Dna (Fantini gli ha fatto notare che sono un’evoluzione delle loro graticolarie alle quali viene aggiunta la legittimazione di popolo e non dei soli iscritti). Possibile preferirebbe una sintesi politica.

Nei fatti, poco alla volta il Campo Largo prende forma. Anche se resta una grande incognita. Mauro Vicano si prepara a scendere in campo con due sue liste civiche. A quel punto, se si andrà alle Primarie potrebbe diventare a sua volta soggetto da invitare al Tavolo del Campo Largo. E si candierebbe alle primarie come candidato della sua area civica, non di un’area politica.

Fabio Tagliaferri e Gian Franco Schietroma si prefiggono, come risultato minimo, quello di essere decisivi al ballottaggio. Nicola Ottaviani e Francesco De Angelis, però, la pensano diversamente. Non perché ritengano di chiudere la partita al primo turno, ma perché al ballottaggio nessuno in realtà controlla i propri voti.