Caporetto senza appello: l’Atalanta consegna la cinquina al Frosinone

Un Frosinone inesistente si fa rifilare 5 gol da un'Atalanta che fa poco più d'una sgambata d'allenamento allo Stirpe.

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Frosinone – Atalanta 0-5

FROSINONE (3-5-2): Sportiello; Brighenti, Goldaniga, Krajnc; Ghiglione, Chibsah, Maiello, Valzania (14’ st Cassata), Molinaro (10’ st Beghetto); Pinamonti, Campbell (39’ st Matarese).

A disposizione: Iacobucci, Marcianò, Verde, Salamon, Gori, Sammarco, Besea, Matarese.

Allenatore: Baroni.

ATALANTA (3-4-1-2): Berisha; Toloi, Djimisiti (37’ st Reca), Mancini; Hateboer, Pasalic (15’ st Pessina), De Roon (26’ st Kulusevski), Castagne; Ilicic; Gomez, Zapata.

A disposizione: Gollini, F. Rossi, Masiello, Palomino, Gosens, Tumminiello, Barrow.

Allenatore: Gasperini.

Terna arbitrale: arbitro Sig. Daniele Chiffi della sezione di Padova; assistenti sigg. Mauro Tonolini della sezione di Milano e Elenito Giovanni Di Liberatore della sezione di Teramo. IV Uomo sig. Aleandro Di Paolo di Avezzano(Aq). Al VAR sig. Maurizio Mariani di Aprilia (Lt), Assistente VAR sig. Ciro Carbone di Napoli.

Marcatori: 11’ pt Mancini, 44’ pt e 4’, 18’ e 28’ st Zapata.

Note: spettatori: 11.993 di cui 1.531 paganti di cui 735 ospiti per un incasso di euro 31.000; abbonati 11.197 per una quota pari ad euro 244.944,50; angoli: 8-4 per l’Atalanta; ammoniti: 43’ st Ghiglione, 45’ st Matarese; recuperi: 3’ st.

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Fare meglio del girone d’andata era l’imperativo assoluto. Fare peggio l’unica cosa da evitare. Il Frosinone in uno Stirpe freddo e non solo per la temperatura, ma soprattutto per l’umore, prende cinque reti dall’Atalanta sfoderando una delle più brutte prestazioni degli ultimi mesi.

Eppure, far peggio era difficile. Ma è evidente che ci siano molte cose da ricalcolare, molti obiettivi da ricalibrare. Perché i problemi anche dopo la pausa restano gli stessi. E sono pure abbastanza evidenti. 

Mister Baroni rispolvera Molinaro a sinistra e fa esordire Valzania, per il resto non ha troppe alternative e schiera l’unica formazione possibile con il 3-5-2.

Gasperini, orfano di Freuler, schiera Pasalic, mentre davanti conferma Ilicic e Gomez alle spalle di Duvan Zapata. 

Calcio d’inizio

Il Frosinone mostra buona personalità all’inizio, specie con Ghiglione e Pinamonti protagonisti al 4′ di un ottimo triangolo di tacco che si conclude con un nulla di fatto. Al 7′ azione lavorata dell’Atalanta con il pallone che arriva in area, dormita di Goldaniga che per poco non favorisce l’arrivo di Zapata che però manca la zampata vincente.

È solo un antipasto di quello che sta per accadere, perché l’Atalanta passa in vantaggio all’undicesimo: Gomez lavora un pallone sulla sinistra, scarica per Castagne che la appoggia a Pasalic, il croato dà un’occhiata al centro e crossa per l’accorente Mancini: il difensore incorna e non lascia scampo a Sportiello.

Fischi allo Stirpe

Lo Stirpe inizia a fischiare, mentre il Frosinone non riesce ad imbastire una manovra degna di questo nome e l’Atalanta è padrona assoluta del campo. Il Frosinone allora prova a mettere la testa fuori: Pinamonti recupera palla nella metà campo giallazzurra, serve Molinaro che crossa in corsa, ma Castagne si frappone tra Chibsah e la porta, stoppando il colpo di testa del ghanese.

Il Frosinone è volenteroso ma corre a vuoto contro un’Atalanta che non perde mai la palla. Il pallone lo perde, e spesso, Joel Campbell per il quale lo stadio mormora e non poco.

Alla mezz’ora Krajnc prova ad incornare una punizione di Maiello, ma il pallone è troppo debole e finisce tra le braccia di Berisha. Al 36′ Sportiello tiene a galla il Frosinone deviando in corner un colpo di testa di Pasalic, dopo un minuto il portiere è ancor più prodigioso su Zapata che scherza con la difesa giallazzurra e tira sul secondo palo, ma Sportiello dice no.

La dea dilaga

Al 43′ l’Atalanta segna il secondo gol: da destra a sinistra e poi al centro, la dea domina il campo in ampiezza con Ilicic, Castagne e poi Zapata che salta in testa a Brighenti e raddoppia. Un’azione in cui i difensori giallazzurri hanno svolto il ruolo di comparse. La prima frazione finisce qui, ma l’horror è appena all’inizio.

Nella ripresa si parte senza cambi, ma con il nuovo gol Atalantino. Dopo due minuti è ancora una sortita di un difensore a far saltare la linea arretrata giallazzurra: Djimsiti si beve prima Chibsah e poi Brighenti, in allungo tocca Zapata e l’attaccante beffa Sportiello col sinistro per il 3-0.

La squadra di Baroni allora la mette sulla rabbia, i giocatori in maglia gialla corrono su ogni pallone, ma irrimediabilmente a vuoto. L’Atalanta molla un po’ la presa, ma di tanto in tanto torna a testare le condizioni di Sportiello, come al minuto 58 quando Gomez chiama il portiere ciociaro al volo sotto l’incrocio su un tiro da fuori.

Dopo un minuto è Pinamonti, l’unico degno di menzione, a provarci nel tentativo di salvare l’orgoglio: l’attaccante salta netto Castagne e si auto lancia verso Berisha, scavalca il portiere con un pallonetto, ma la deviazione del numero uno albanese fa impennare la sfera oltre la traversa.

Poker all’inefficienza

La quarta rete dell’Atalanta è ancora un manifesto dell’inefficienza difensiva giallazzurra: è il 64′ quando Castagne crossa da sinistra, Hateboer fa da sponda dall’altra parte e Zapata anticipa ancora tutti bucando Sportiello. Il poker atalantino è servito.

Campbell al 68′ prova a scrollarsi di dosso i fischi con un pallonetto a giro sul secondo palo, la palla esce, ma siamo certi che anche in caso contrario il giudizio dello Stirpe sarebbe cambiato di poco.

L’allenamento dell’Atalanta continua e porta al poker personale di Zapata e alla quinta rete nerazzurra: ancora un cross, ancora una difesa immobile, ancora rete.

La gente con un quarto d’ora d’anticipo esce dallo stadio e di certo non si perde nulla perché l’Atalanta continua ad attaccare e a far correre a vuoto il Frosinone. I tifosi che restano non fanno nulla per nascondere il loro disappunto e forse, al di là della bravura dell’avversario, ci si deve rendere conto che con questo materiale e questo umore generale, anche il più grande degli ottimisti si fa beffe dei proclami di salvezza.