Noi non abbiamo come socio né Cottarelli, né Thohir

I tifosi che pagano biglietti e abbonamenti hanno diritto di fischiare? Certamente sì. Maurizio Stirpe ha diritto di arrabbiarsi se d’un tratto due promozioni in A vengono cancellate dalla memoria? Sì. Forse bisogna tornare con i piedi per terra e avere il coraggio di dire che il contesto in cui è stato esonerato Moreno Longo è stato bruttissimo

Il nome è Interspac srl: una  cordata di interisti vip guidata da Carlo Cottarelli, che vorrebbe entrare nel capitale del club meneghino rilevando una quota minoritaria quando l’ormai ex presidente Erick Thohir (che comunque mantiene circa il 30%) dovesse trovare un accordo con Suning per la cessione della propria quota.

Dall’altro lato dei navigli, sponda Milan, da fine 2017 è stata costituita Milanisti 1899, l’associazione che riunisce i tifosi rossoneri per una partecipazione attiva alla vita e alla gestione della società Ac Milan spa, della quale detiene 49.238 azioni. Si tratta del più significativo azionista di minoranza del Milan.

Non siamo ancor ai modelli di azionariato popolare di Real Madrid e Barcellona, ma la strada è quella.

Discorso diverso e a parte per un modello societario come quello della Juventus di Andrea Agnelli, capace di vincere mandando via Conte, Pogba, Higuain, Del Piero, Marchisio e molti altri.

Probabilmente a Frosinone dobbiamo tornare tutti con i piedi per terra.
La prima domanda è: un tifoso che paga il biglietto o l’abbonamento ha diritto di fischiare e lamentarsi se la squadra è al penultimo posto della classifica e in casa non ha ancora mai vinto? Certo che sì.

La seconda domanda è: Maurizio Stirpe ha diritto di “incazzarsi” se d’un colpo viene azzerato tutto? Se nessuno ricorda che due promozioni in serie A per il Frosinone equivalgono ad una Champion’s League? Sì, ha diritto.
Perché non è che la squadra in serie A cancella tutto il resto.

In questa provincia non c’è nulla: non siamo attrattivi, non ci sono soldi, men che meno investimenti. Non c’è mercato. Vogliamo poi dire una buona volta che non soltanto esiste una distanza siderale con Juventus, Napoli e Roma, ma c’è un fossato ampio che separa il Frosinone anche da squadre come Sassuolo, Spal, Bologna, Parma, Genoa e molte altre?

Certamente in serie A si va per provare a restarci, sicuramente la campagna acquisti ha lasciato a desiderare. Sicuramente direttori sportivi, tecnici e allenatore dovevano e potevano fare di più. Però il modo con cui è stato esonerato Moreno Longo deve far riflettere: “sacrificato” sull’altare della piazza, dei tifosi. Perché sempre serve un capro espiatorio.

Moreno Longo andava ringraziato e probabilmente tutelato. Non è che Pep Guardiola con la rosa del Frosinone avrebbe centrato la qualificazione all’Europa League.

Dobbiamo tornare tutti con i piedi per terra: la conquista della serie A, per due volte, è stata un miracolo. Oggi quello che si chiede alla squadra, ai giocatori in primis, è di lottare fino alla fine, di non arrendersi, di non dare neppure l’impressione di essersi rassegnati alla retrocessione.

Vedremo dal mercato di gennaio quali sono le intenzione di Maurizio Stirpe. In ogni caso nessuno perda di vista il fatto che se oggi dalla tribuna si storce la bocca per una sconfitta con la Sampdoria è perché siamo in serie A.

Fra le altre cose, tornando ai modello societari di Milan e Inter, ci sono imprenditori di questa provincia disposti a mettersi in gioco come soci di minoranza? All’inizio Maurizio Stirpe ci aveva provato. E’ rimasto solo.

Il punto è che dovremmo renderci conto della dimensione: il Frosinone, per provare a salvarsi, deve puntare su grinta, carattere, organizzazione, tigna. Con il ruggito del leone.

Anche perché a Frosinone non verranno Antonio Conte o José Mourinho. E non avrà come soci di minoranza né la cordata Cottarelli né Thohir.