Frosinone, e ora la Serie A per costruire un’identità territoriale

[IL PUNTO] La terza promozione nella massima serie in 8 anni è un record. La politica dei piccoli passi la annunciò il presidente Stirpe un anno fa: "Continuare a fare il lavoro svolto nell’ultimo anno: grande pazienza e responsabilità". Fabio Grosso, un 'Maestro' di calcio. Gli indicatori portano ancora a lui ma tutto potrà essere svelato nella conferenza stampa del patron a giugno. E in serie B è ancora 'bagarre' quasi totale, tranne 5 verdetti

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

Sulla prossima fermata, la prima giornata del campionato di serie A che attende il treno del Frosinone, c’è scritto rigidamente in giallo con sfondo azzurro: Continuiamo a sognare. Cambia la categoria, è quasi un altro sport la Serie A rispetto alla  B ma qualità e sostanza dovranno sempre coniugarsi con sogni e coraggio. Il calcio non ammette pause e non sarà mai una scienza esatta anche se composto da numeri. Nella testa dei tifosi del Frosinone ripassano i fotogrammi del film delle precedenti due stagioni nella massima serie. I giallazzurri le affrontarono entrambe con tanto entusiasmo ma da solo non bastò. Quei fotogrammi, quelle esperienze serviranno per farne tesoro.

Il Frosinone però è indubbiamente cresciuto in questi ultimi 4 anni di Serie B. Ha sentito sulla propria pelle il dolore fisico di una terza promozione mancata dopo il ritorno in B e poi ancora le paure in una stagione ‘pericolosa’ prima di riuscire a scacciare gli incubi con l’arrivo di Fabio Grosso, quindi i play off accarezzati e sfuggiti lo scorso anno, il corposo ‘maquillage’ dell’estate scorsa e infine la corsa bella, sfrontata, entusiasmante che si è virtualmente conclusa lo scorso 1 maggio con la promozione. Il tempo di metabolizzare tutto e si volta pagina.

Un grosso Grosso maestro di calcio

Il tecnico Fabio Grosso

In questi giorni tiene banco il tecnico Grosso. Lui non è solo l’allenatore del Frosinone che ha scritto un’altra pagina di Storia. Grosso insegna calcio per professione e per il piacere di farlo dopo essere stato un campione da calciatore.

Grosso cura i dettagli sempre in prima fila, si ‘sporca’ le mani sul campo a 40 gradi o sotto il diluvio, è uno stakanovista all’ennesima potenza, spiega tutto come un libro aperto, consiglia tutti con la saggezza di un veterano, sa usare carota e bastone nel chiuso dello spogliatoio, ha saputo creare un mix di umanità fantastico. Sarà lui il tecnico giallazzurro anche in serie A? Gli indicatori delle ultime due settimane portano a pensare di sì.

Stirpe, un anno fa disse: non diminuire le ambizioni

Il presidente Maurizio Stirpe

Ma tutto potrà essere svelato definitivamente il giorno della conferenza stampa del presidente Maurizio Stirpe, in programma orientativamente a metà del mese di giugno in occasione dei 20 anni di presidenza. Il presidente aveva parlato in conferenza stampa il 29 giugno del 2022: “Il Frosinone deve continuare a fare il lavoro che ha fatto nell’ultimo anno: grande pazienza e responsabilità…”.

E aggiunse una frase che a distanza di 12 mesi dà ancora più senso e valore alle strategie che hanno condotto alla promozione: “Nel campionato di B la città di Frosinone ha 44.000 abitanti, se non sbaglio siamo la penultima. Ci andiamo a confrontare con città che hanno 600-800 mila abitanti e in grado di mettere sul campo risorse diverse dalle nostre… Ci sono 12 squadre molto attrezzate, 7-8 di queste addirittura superiori come organici di partenza ma non dobbiamo diminuire il livello delle ambizioni…”. E poi durante la rituale cena di Natale: “In questo momento il Frosinone è un esempio dentro il campo e fuori dal campo ed era quello che io volevo vedere…”.

Identità territoriale

L’entusiasmo dello “Stirpe” dopo la promozione

Se sul cartello della prossima fermata il treno giallazzurro troverà scritto Continuiamo il sogno, su uno dei cartelli delle prossime sfide del Frosinone c’è scritto Identità territoriale. Grosso ha detto più volte che tra gli obiettivi di inizio stagione c’era quello di ricreare l’entusiasmo attorno al Frosinone. E il concetto lo ha ribadito a botta calda, sabato sera dopo la vittoria sul Genoa, anche capitan Lucioni. Adesso quell’entusiasmo che si è tradotto nel (primo) tutto esaurito della stagione dovrà essere il trampolino di lancio per radicare i colori giallazzurri in tutta la provincia ciociara. Fatti due conti, teoricamente un terzo degli abitanti di Frosinone era allo stadio con Reggina e Genoa. Anche se poi la passione chiaramente per il Frosinone pulsa in altre aree della provincia ma ancora a macchia di leopardo.

La sfida a medio termine, grazie a questa rinnovata esperienza in serie A, sarà quella di eliminare quanto più possibile il vuoto del tifo giallazzurro. Cosa che andrà di pari passo con il percorso che sta compiendo la Società giallazzurra, ben oltre i risultati sportivi: un sostanziale equilibrio economico-finanziario, crescita progressiva del brand-Frosinone, valorizzazione del Settore Giovanile, radicamento delle infrastrutture.

Nei giorni scorsi è aperto anche un dibattito riguardo i riflessi positivi della serie A grazie alle inestimabili bellezze culturali-storiche-enogastronomiche della Ciociaria. Il calcio non si fa con il turismo ‘Gruppo Vacanze’, il calcio del terzo Millennio è sempre di più ‘mordi e fuggi’. E questo anche per le norme sempre più particolari che veicolano le tifoserie in trasferta.

I verdetti

Michele Mignani, tecnico del Bari

Due retrocessioni (Spal e Benevento), due promozioni (Frosinone e Genoa) e terzo posto (Bari) già decisi, Modena sconfitto ma felicemente all’approdo della salvezza, Ternana teoricamente ancora in ballo virtualmente per i playout solo per un improbabilissimo meccanismo legato alla differenza reti col Cosenza (Ternana -14, Cosenza -22) nel caso di arrivo a braccetto, al pari del Cittadella alla quale servirà 1 punto per la sicurezza.

E poi bagarre senza quartiere: il quarto posto che dà diritto a saltare un turno è ancora in ballo, incertezza per altre due posizioni sul treno playoff, per la terza che scenderà direttamente in serie C e per le squadre che andranno ai playout. A 90’ dal termine della stagione regolare, la situazione è cristallizzata dai risultati anche abbastanza scontati della 37.a.

I casi Benevento e Spal

Massimo Oddo, tecnico della Spal

Il Benevento vince 2-1 su un Modena che ha mollato la presa da quando ha allungato dalla zona rossa. I sanniti scendono in Lega Pro tra il disinteresse dei tifosi e i dubbi che apre lo stesso presidente Vigorito: “Io ho mantenuto le promesse, oggi l’apertura di credito la chiedo alla gente…”. Certe retrocessioni sono tanto più dolorose se rapportate al fatto che l’organico del Benevento è di primissimo livello.

A proposito di retrocesse, è rovinosa la caduta della Spal che perde 1-0 in casa con il Parma. Oddo aveva sferzato la squadra, non è bastato. A fine gara contestazione per tutti, anche sotto la sede del club dopo che tra patron Tacopina e i tifosi c’era stato qualche… incomprensione di troppo durante la gara.

Stagione sfortunata in corsa (aveva rilevato De Rossi) per l’ex terzino di Lazio e Milan che si aggiungono, a ritroso, a quelle riportate con il Padova (sconfitto nella finale playoff lo scorso anno dal Palermo), poi l’esonero a Pescara, la retrocessione in Lega Pro ai playout con il Perugia, le dimissioni a Crotone in serie B ed l’esonero all’Udinese in serie A. Quel trionfo in B nella sua Pescara si perde indietro nel tempo. Il Parma da parte sua compie tre passi in avanti ma è quinto per quel punto di penalizzazione figlio di un ritardato pagamento. A Ferrara in forse anche la permanenza di Tacopina che però ha dichiarato: “In 2 anni ho messo 25 milioni, questa squadra senza cuore e anima”. Ma il legale di Trump ha fatto capire che ci sarà un bel repulisti.

Playoff e playout, corsa ancora aperta

Fabrizio Castori, tecnico del Perugia

Si tiene aggrappato alla speranza di agguantare i playout il Perugia che però perde 3-2 a Venezia. Espulso Casasola che aveva segnato il rigore del 2-3, confusione tra le due panchine e clima tesissimo. I lagunari nei playoff per ora, vogliono fare il blitz a Parma, il Perugia nel valzer dei portieri ha fatto esordire Abibi, italo-albanese. E Castori ha perso Struna per infortunio. I grifoni per sperare di agguantare i playout debbono battere il Benevento e sperare che il Brescia perda a Palermo. Contestato il patron Santopadre dai 246 tifosi presenti al ‘Penzo’.

Incroci maledetti per il Brescia che si illude in casa con il Pisa dopo il gol di Bisoli ma Masucci gela tutti e finisce 1-1. Venerdi sera il Brescia affronta il Palermo del bresciano Corini che può mandarlo direttamente in serie C se il Perugia batte i sanniti. L’ex tecnico delle Rondinelle ha dichiarato a botta calda: “Dispiace ma a noi servono punti playoff”. Quanto ai toscani dovranno battere la Spal e sperare che non vinca una tra Venezia e Palermo. Solo a quel punto bisognerà fare i calcoli sulla classifica avulsa. Un caos. Il solito Palermo a Cagliari: passa con Segre e poi si fa ribaltare dai gol di Deiola e Lapadula. Per centrare la extra-season potrebbe bastare anche un punto in base ai risultati di Pisa, Reggina e Ascoli.

Il centrocampista Benedetti del Bari

A proposito di playout, il Cosenza fa 1-1 ad Ascoli ed è quasi certo di andare alla lotteria-salvezza per la seconda stagione di fila. Partita sempre sul filo, gran gol di Buchel per i marchigiani ma Marras spreca il pallone dello 0-2. Il Bari con Folorunsho mette al sicuro il terzo posto battendo la Reggina che ora deve fare i calcoli negli ultimi 90’ per poter sperare nei playoff. Mignani perde Pucino. Sulla testa della squadra di Pippo Inzaghi – che potrebbe salpare per altri lidi – pesano i -5 comunque scontati dal -7 iniziale.

Il Cittadella per salvarsi dopo l’1-1 in casa del Sudtirol non deve farsi raggiungere dal Cosenza: basta 1 punto con il Como in casa. I lariani intanto battendo la Ternana 3-1 staccano il biglietto per la serie B 2023-’24, per gli umbri quarto ko di fila. Eloquente il sorriso amaro di Lucarelli dopo il 2-1 del Como che si tiene come carta di riserva una chance playoff. Un gran bel puzzle i 90’ finali. E’ la serie B forse più pazza degli ultimi anni.