
La squadra di Di Francesco arriva all’ultima sosta dell’anno dopo il ko contro l’Inter e con una classifica ancora solida. A Milano conferme importanti sotto il profilo del gioco e della personalità. Ma in trasferta solo 2 punti. Troppi i blackout in difesa. Irritazione nell’ambiente e rabbia tra i tifosi per il rigore assegnato ai nerazzurri
Tanti complimenti, testa alta come è stato detto e scritto un po’ ovunque, ma zero punti. La sconfitta di San Siro contro la capolista Inter è stata frustrante per il Frosinone. Ancor di più se si guarda il rigore assegnato a Thuram che ha creato irritazione nell’ambiente malgrado il profilo basso della società e rabbia tra i tifosi scatenati sui social. Ma il dado è ormai tratto e quindi meglio guardare i fatti, la classifica, il campionato ed il terzo pit stop del girone d’andata. Meglio quindi tracciare un primo bilancio quando si è giocata più della metà dell’andata e proiettarsi ovviamente al futuro. (Leggi qui: Frosinone sempre a testa alta, l’Inter vince 2-0 in 5′. E qui: Il Giudizio Universale: Inter-Frosinone 2-0).
Il Frosinone arriva alla sosta dopo la quinta sconfitta stagionale e con 15 punti in 12 partite (media di 1,25). Dodicesimo posto a +6 dal terz’ultimo occupato dal Cagliari. Quasi infallibile in casa, male in trasferta. Tirando le somme bilancio positivo e qualche punto lasciato per strada (il riferimento al 4-3 della Domus Arena non è puramente casuale) che avrebbe regalato maggior tranquillità.
COSA VA

Quindici punti in 12 partite sono un buon bottino per una neopromossa. E diciamo la verità: in pochi avrebbero pronosticato un cammino così per il Frosinone, additata alla vigilia come una delle principali candidate alla retrocessione. In casa i canarini hanno dato il meglio con 13 punti (meglio solo Inter e Juve) in 6 gare.
La classifica resta buona, malgrado la sconfitta a San Siro. Certo la vittoria dell’Empoli a Napoli ha dato uno scossone alla zona bassa ed accorciato le distanze dal terz’ultimo posto ora distante 6 lunghezze (erano 7 prima dell’ultimo turno). Tuttavia il Frosinone ha alle spalle ben 8 formazioni e può continuare a lavorare con serenità.
Dopo 12 giornate, inutile ribadire che la squadra giallazzurra abbia un’identità importante ed abbia messo in mostra giovani di qualità (età media più verde del campionato). Pur perdendo anche a San Siro non sono mancati gioco e personalità al cospetto della prima della classe. La bontà del lavoro di Eusebio Di Francesco è sotto gli occhi di tutti. E di settimana in settimana arrivano risposte.
COSA NON VA

Il ko di domenica scorsa ha confermato le difficoltà incontrate finora in trasferta. Il Frosinone ha conquistato 2 punti in 6 partite (5 gol fatti e 11 subiti), primato negativo del campionato condiviso con Salernitana e Cagliari. Le sconfitte all’Olimpico contro la Roma e quella in casa dell’Inter ci potevano stare. Si poteva sicuramente fare di più tra Udine, Salerno, Cagliari e Bologna. In soldoni bruciano soprattutto i famigerati 3 punti persi a Cagliari nel recupero. Le partite fuori casa stanno diventando una palla al piede. Bisogna assolutamente cambiare passo perché non si può pretendere di vincere sempre allo “Stirpe”.
Il Frosinone continua a subire reti: è la nona partita di fila. Finora solo un clean sheet (0-0 ad Udine) alla terza giornata. Venti i gol incassati, quinta difesa più battuta. La squadra di Di Francesco non smette di accusare dei blackout fatali mostrando in alcuni momenti una certa fragilità. Sono campanelli d’allarme che vanno colti e bisogna intervenire.

L’inesperienza sicuramente sta giocando la sua parte come un assetto che in talune fasi poco equilibrato. Ma il Frosinone dovrà migliorare anche la fase offensiva. Qualche errore di rifinitura e di scelta (“Negli ultimi 15-20 metri dobbiamo trovare soluzioni alternative”, ha detto DiFra) ma anche scarsa precisione (a Milano solo 3 tiri in porta sui 12 totali).
Dopo la sosta, la sfida-salvezza interna col Genoa per ripartire.