Frosinone, la promozione senza aggettivi

Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Cancellate gli aggettivi: quelli bravi non li usano. Questa promozione è il riscatto di un territorio

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Sono gli aggettivi a dare un senso alle frasi: le descrivono, le qualificano, le collocano in un contesto. Per questo i giornalisti non li usano: perché sono i fatti a raccontare loro stessi e non gli aggettivi.

Quali parole si possono usare allora per descrivere la terza conquista della serie A fatta da una squadra che sta in una città con 40mila abitanti ed una potenza economica di nessun peso? (Leggi qui: Vent’anni di Frosinone, un fenomeno da studiare).

Nella valanga di parole che ha accompagnato la vittoria del Frosinone, colpiscono quelle del sindaco Riccardo Mastrangeli, pronunciate mentre ha ancora indosso la sciarpetta gialloblù. Dice che “c’è un orgoglio tutto ciociaro, questa squadra è stata in grado di sviluppare una cultura del riscatto che sta portando alla valorizzazione del territorio partendo dallo sport”.

La cultura del riscatto. Per capirlo, dovete pensare che questa era una terra industriale: che aveva il teatro aperto agli operai delle cartiere e gli asili nido per i figli delle lavoratrici. Nell’Ottocento. Poi passò Garibaldi e quei macchinari finirono a Fabriano. E noi nella polvere.

Questa è terra di contadini senza campi che andavano a fare i braccianti nella campagna romana, i figli hanno fatto i muratori ed hanno costruito interi quartieri della Capitale; poi si sono fatti operai quando è arrivata la Fiat; ora sono laureati che portano all’estero il loro cervello perché qui di lavoro serio non ce n’è.

È la terra sfruttata dai trafficanti campani che volevano riempirla di scorie quando la Terra dei Fuochi era ormai satura dei loro veleni. La terra della Cassa per il Mezzogiorno: dove alzavi i capannoni, prendevi i finanziamenti a fondo perduto e poi sparivi. Mentre quelli che già c’erano, l’impresa locale, restava con un palmo di naso davanti a quei raider.

Maurizio Stirpe

È il tempo poi a livellare le cose: la Cassa per il Mezzogiorno è finita, i capannoni si sono svuotati, è rimasto chi c’era. Perché era attaccato a questa terra e non ai suoi soldi: questo è resistere; resistere è andare otto ore alla Fiat e poi quando torni a casa (il tempo di una sciacquata) e via sui campi; per tirare su la casa mattone dopo mattone; facendo studiare i figli e farli salire in quello che si chiama ascensore sociale. Ecco cos’è il riscatto. Ecco qual’è la terra che rappresenta il Frosinone: il sudore su quelle maglie è il sudore di questa gente. Senza aggettivi.

Senza Ricevuta di Ritorno