Frosinone, le fondamenta restano solide. Arbitri: ora parlate e spiegate

La frenata nelle ultime 5 partite (6 punti) non ha scalfito le basi e le certezze di una squadra che chiuderà l’andata in testa a prescindere dal risultato con la Ternana. A Genova il calo nella ripresa e lo scarso cinismo le cause del ko. Capitolo-arbitri: la vera questione è la mancanza di trasparenza, i tifosi hanno diritto di sapere i motivi delle decisioni

Alessandro Salines

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La sconfitta a “Marassi” contro il Genoa ha confermato la flessione nelle ultime 5 partite (1 vittoria) ma non ha scalfito le fondamenta gettate finora dal Frosinone. Che restano solide e non a caso i giallazzurri sono per la prima volta nella loro storia campioni d’inverno in Serie B a prescindere di quanto accadrà al giro di boa lunedì prossimo in casa con la Ternana. Un risultato straordinario chiudere l’andata in testa, inatteso per una squadra partita per salvarsi e rinnovata in profondità.

A Genova il Frosinone non ha demeritato e soprattutto nel primo tempo ha mostrato la sua faccia migliore. Ha pagato la scarsa precisione sotto porta, un vecchio difetto che ogni tanto riaffiora malgrado il computo dei gol sia tutt’altro che deludente (quinto attacco del torneo con 25 reti). E sui titoli di coda un fallo di mano in area di Ilsanker non sanzionato ha fatto infuriare Fabio Grosso.

La squadra ha disputato un ottimo primo tempo dove ci è mancato il gol – ha detto il tecnico giallazzurro – Abbiamo avuto delle opportunità per andare in vantaggio e recuperare. Alla lunga la loro esperienza ha addormentato la gara. Nel secondo tempo abbiamo faticato a creare occasioni se non nel finale quando avremmo meritato il gol”.

Ko dopo 10 giornate

A Genova la sconfitta dopo 10 turni d’imbattibilità

Il Frosinone ha perso l’imbattibilità che durava da 10 turni (1 ottobre). Ma la frenata comunque era già iniziata: 6 punti nelle ultime 5 partite contro i 15 nelle precedenti 5. Tuttavia resta in vetta con 3 punti di vantaggio sulla seconda Reggina e 6 sulle terze Bari e proprio Genoa. Il secondo tempo giocato sotto tono può essere sintomo di un appannamento fisico dopo un girone d’andata a perdifiato.

I giallazzurri hanno perso più di qualche duello e ceduto spesso sulle seconde palle. E’ mancata la concretezza indispensabile in una partita tosta come quella di “Marassi” dove è impensabile costruire tante occasioni.

A questo punto sarebbero serviti i cambi per restituire freschezza alla squadra ed invece stavolta non hanno dato la svolta. In vista del girone di ritorno urge recuperare Lucioni e Kone, unico centrocampista in grado di cambiare passo e calciare bene dalla distanza. E poi servirà ritrovare il miglior Caso, protagonista di un ottimo avvio di stagione ed elemento che può assicurare imprevedibilità e fantasia.

Capitolo arbitri: basta silenzi, bisogna spiegare

Gabriele Gravina, presidente della Figc (Foto: © Figc)

Fabio Grosso ha parlato di arbitro poco coraggioso riferendosi a Simone Sozza di Seregno che nel finale della sfida di “Marassi” ha sorvolato sul tocco di mano di Ilsaker senza visionare neppure il Var. Un’accusa elegante ma dura che dovrebbe far riflettere anche perché lanciata da un ex campione del mondo, un tecnico sempre posato ed equilibrato.

E a proposito di coraggio, l’Associazione arbitri e la Figc dovrebbero usarlo per dare una svolta: è giunta l’ora di spiegare le decisioni principali delle partite. In un mondo che si nutre di comunicazione i tifosi che pagano i biglietti allo stadio e gli abbonamenti alle piattaforme tv hanno diritto di sapere perché Sozza non ha fischiato il fallo di mani del giocatore genoano.

I silenzi sono colpevoli, alimentano la cultura del sospetto. Ed invece il mondo arbitrale, in questi giorni nella bufera dopo le dimissioni del presidente Alfredo Trentalange, ha bisogno di massima trasparenza e chiarezza. Insomma serve aprirsi all’esterno, dare un’immagine limpida, la loro “casa” deve diventare di vetro. E quindi consentire agli arbitri di spiegare le decisioni di una partita sarebbe un passo importantissimo. Per le società dovrebbe essere una battaglia di civiltà da portare avanti nelle sedi istituzionali.

Verso il giro di boa

Il centrocampista Tourè del Pisa

Cominciano a scorrere i titoli di coda sul girone d’andata che il 26 dicembre abbasserà il sipario con una giornata intensa nella quale spicca un Bari-Genoa da brividi. Se il Frosinone ha rallentato, alle sue spalle solo il Genoa è in rimonta. I rossoblu hanno raggiunto al terzo posto il Bari a -6 dalla vetta e -3 dal secondo posto occupato dalla Reggina (impegnata lunedì nella difficile trasferta di Ascoli) che non ha approfittato appieno del passo falso dei giallazzurri (ha rosicchiato solo 1 punto, -3).

L’allenatore Roberto D’Aversa

Anche se ancora distante dai primissimi posti, è impressionante il passo del Pisa del D’Angelo-bis. Tredici risultati utili di fila di cui 5 vittoria consecutive in casa. Un ruolino di marcia che ha portato i nerazzurri al quinto posto in zona playoff a quota 26 come il Parma in frenata (ko con la Spal). Per il resto colpisce la crisi del Cagliari con una vittoria nelle ultime 9 ed una posizione ai limiti dei playout.

Fabio Liverani va verso l’esonero anche se manca l’ufficialità. Si punta su Claudio Ranieri che rispetto al passato ha dato aperture. In corsa inoltre Davide Ballardini, Beppe Iachini, Roberto D’Aversa e l’ex canarino Roberto Stellone.