Voglio vincere col Milan… anche se amo Van Basten

Cosa accade quando il destino ti porta allo stadio e mette di Frosinone le due squadre che tifavi da bambino, una in Serie A e l'altra che in nessun sogno avresti mai immaginato potesse un giorno arrivarci? Frosinone-Milan è anche questo...

Di getto, senza rileggere.
Non appartengo alla categoria di quelli che “la prima volta che sono andato a vedere il Frosinone ero piccolo, mi ci ha portato papà“. No, ero piccolo, ma ci sono andato da solo, una forza credo elettromagnetica mi ci ha attirato. Piccolo da ricordarmela quella prima volta. Il Frosinone vinse 1 a 0, segnò Pepe, un numero 10 che comprammo dal Potenza. Solo Diego Ludovici può dirmi che anno ero. Io sono nato nel 1970, il conto sarà presto fatto.

Da lì è stata una violenta, irrazionale e irresistibile passione: negli ultimi 13 anni, uso gli anni di Gabriele mio nipote come riferimento, al Matusa e allo Stirpe sono mancato 2 volte, un Frosinone – Pisa 0 a 0 il primo tempo e 4 a 1 finale perche c’era il battesimo proprio di Gabriele, e una altra volta 28 gennaio 2017 la sofferta vittoria del 28 gennaio 2017 col Brescia. 

A cinque anni sul pulmino che mi porta avanti e dietro tra casa mia e le suore Agostiniane del tribunale dove faccio la primina c’è un ragazzo molto simpatico che fa la quinta che si chiama Maurizio che fa la quinta che è del Milan: divento del Milan anche io. Per me, già da allora, diventare di una cosa vuol dire diventare malati di una cosa e quindi sapere tutto di quella cosa, alle manifestazioni di quella cosa (la domenica, il mercoledì, ma anche il lunedì mattina) significa farsi dominare l’umore forse la fisiologia, da quella cosa. 

La seconda volta che il Milan retrocede, la prima sul campo (1982), capisco che quella squadra, a quel punto, ha bisogno di me e mi iscrivo al Milan club di Frosinone: quello che sta alla gelateria Polo Nord. Alfredo, il presidente, mi fa la tessera.

Se i bambini sono cattivi, i ragazzi sono delle carogne. E allora quelli più grandi, che essendo particolarmente carogne stavano sempre con chi vinceva, erano della Juve e a me mi prendevano particolarmente e sistematicamente per culo.

Ma, perché anche nel calcio prima o poi ci sta un “Ma”, ad un certo punto della storia dopo o Wilkins, gli Harley, i Blisset, i Gerets, a Milanello sbarca un supereroe, quello che quando sembra tutto perduto arriva e ti salva. Ad un certo punto, dopo gli anni dell’adolescenza da massacrato calcistico e quindi anche un po da massacrato in generale, arriva un olandese di Utrecht, arriva Marco Van Basten.

Ora è difficile spiegare il sentimento che io provo ancora oggi per una persona che non ho mai conosciuto e che ho visto solo da lontano allo stadio Olimpico o a quello di Lecce. Capisco quanto tutto ciò sia irrazionale, ma quando, alla fine degli anni 80, seduto sullo spigolo della vasca da bagno, dalla radio poggiata sulla lavatrice, o Ameri o Ciotti da San Siro, dall’Olimpico, dal Del Duca di Ascoli o dall’Arena Garibaldi di Pisa, la dicevano quella frase che aspettavo, che sapevo che arrivava: “Attenzione! Interrompo da Torino, Milan in vantaggio, ha segnato Van Basten!” io credo di averlo amato. Con tutto quello che in quegli anni sapevo benissimo cosa significava.

Lo capite perché ancora oggi, lo scippatore del mio portafoglio, ci troverà dentro questa figurina.

Certo poi c’è stata la discesa in campo di Berlusconi, le cui esultanze strumentali mi hanno tolto il gusto. Contemporaneamente sono apparsi Gaudino, Viscido, Malaman, Cristiano, e poi, passando per Boggia e Bartoccini, dopo un po’ Aquino, Manca, Bocchetti, (soprattutto per me) Lodi, Eder, Santoruvo, Frara , Daniel Ciofani, Federico Dionisi…

In queste mattine io capisco molto e profondamente, che io mi voglio svegliare in queste mattine qua. Nelle mattine in cui non gioco con l’Entella, con la Frattese, con il Latina, col Sora, col Calangianus o col Trapani, ma gioco con, anzi contro il Milan. 

E voglio vincere cazzo, se voglio vincere.

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Armando MirabellaProgressista, ha militato nel Pd e ne è uscito con la frattura di Pippo Civati aderendo a Possibile. Ha lasciato gli incarichi direttivi nella formazione politica. È una delle anime che ha ispirato la civica Frosinone in Comune, presente in Consiglio comunale ed all’opposizione del sindaco Ottaviani.