Il fantasma del Palermo aspetta in giudizio al Coni il Frosinone (di A. Salines)

Foto: © Foto Casinelli, Frosinone Calcio

La partita infinita. Il Frosinone lunedì è atteso al Coni per il settimo ricorso del Palermo contro la promozione in Serie A. I rosanero nel frattempo sono stati radiati.

Alessandro Salines

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Non sono bastati sei gradi di giudizio, ventidue giudici, tredici mesi e una montagna di carte per mettere la parola fine alla querelle esplosa dopo la finale dei playoff dell’anno scorso tra Frosinone e Palermo. Lunedì nel primo pomeriggio, alle 14, a Roma al Collegio di Garanzia del Coni si tornerà a parlare della famigerata partita del “Benito Stirpe”, disputata il 16 giugno del 2018 e che regalò la promozione in serie A ai canarini.

A distanza di oltre un anno quindi si discuterà dell’ennesimo ricorso (il settimo per la precisione, il terzo al Coni) presentato dal club siciliano che nel frattempo è stato radiato per gravi irregolarità amministrative e quindi per l’ordinamento sportivo non esiste più.

Un paradosso tutto italiano che dovrebbe far riflettere sul funzionamento della giustizia sportiva e dell’intero sistema-calcio. Il Palermo comunque ha appellato l’ultima decisione della Corte d’Appello della Figc che aveva respinto il sesto reclamo della società rosanero.

L’obiettivo molto recondito è quello di ribaltare tutto e magari chiedere un risarcimento alla Figc e Lega. 

Giustizia sportiva lumaca e farraginosa

Con la sentenza del maggio scorso la lunga e spinosa vicenda sembrava finita. Il Frosinone aveva avuto ragione ancora una volta. La partita era stata regolare, la promozione legittima. Il lancio dei palloni e gli altri episodi contestati non avevano influito sull’andamento del match e le sanzioni inflitte (due gare in campo neutro e 50 mila euro di multa) ai giallazzurri erano state ritenute congrue. 

«Chi continuasse a sostenere che la partita sia stata alterata si porrebbe in contrasto con l’evidenza più solare. Pensi che la Corte Sportiva di Appello parla di responsabilità oggettiva, di un elemento di disturbo, quello rappresentato dal lancio di palloni, che, però, non ha inciso sul regolare svolgimento della gara, né tanto meno ha avuto l’effetto di impedire che la gara terminasse normalmente», aveva commentato su frosinonecalcio.com l’avvocato Mattia Grassani che ha difeso la società ciociara nell’intera battaglia giudiziaria.

Ed invece la storia continua e lunedì sarà scritto un altro capitolo di un procedimento che ha battuto ogni record di durata media. A dimostrazione di quanto la giustizia sportiva lasci a desiderare. Lenta e senza certezze con ricorsi e controricorsi che vanno e tornano in un balletto impazzito. Senza considerare inoltre il vergognoso dispendio di risorse pubbliche. La speranza è che la riforma varata dal presidente federale Gabriele Gravina possa dare la svolta ad un settore farraginoso e inefficiente.

Accanimento processuale

Lunedì dunque il Frosinone dovrà tornare a difendersi davanti ai giudici del Collegio di Garanzia del Coni.

Bisognerà valutare se la recente radiazione del Palermo influirà in qualche modo nel procedimento. Oppure si farà finta di niente. Di sicuro c’è l’accanimento processuale nei confronti del Frosinone e sottolineato dallo stesso Grassani nell’intervista rilasciata al sito della società.

Parla di «Accanimento inaudito e senza precedenti, ma gli anticorpi della società del presidente Stirpe sono resistenti e non si sono fatti spaventare, ottenendo ragione e giustizia». Un accanimento che in questi tredici mesi ha creato danni economici e d’immagine al club ciociaro.

Qualcuno alla fine della fiera nel risponderà? Ai posteri l’ardua sentenza.