Frosinone, quei paradossi venti anni dopo

Molti protagonisti della campagna elettorale del 1998 sono ancora sulla breccia: Francesco De Angelis, Gian Franco Schietroma, Nicola Ottaviani, Riccardo Mastrangeli, Adriano Piacentini. Eppure per alcuni le convinzioni e le strategie sono completamente diverse. E non si capiscono francamente i motivi.

Molti degli attuali protagonisti della prossima campagna elettorale di Frosinone c’erano già  più di venti anni fa, quando Domenico Marzi diventava primo cittadino del capoluogo. Introducendo nel dibattito elementi come il voto trasversale e l’importanza delle liste civiche.

I registi dell’accordo di quel centrosinistra furono Francesco De Angelis (oggi più centrale di allora), Gian Franco Schietroma (leader del Psi), Lino Diana e Francesco Scalia (che invece hanno completato le loro carriere politiche). Nel centrodestra uomini come Nicola Ottaviani, Riccardo Mastrangeli e Adriano Piacentini erano già quelli che decidevano strategie e candidature. Più di venti anni fa.

Per completare il quadro, il vicesindaco di Marzi fu per due mandati quel Michele Marini che poi venne eletto sindaco.

Dopo il Patto di Valmontone

Francesco De Angelis e Domenico Marzi

Da un lato si pone un problema di ricambio di classe dirigente in Ciociaria, considerando che Frosinone non soltanto è il capoluogo ma ha spesso rappresentato un vero e proprio laboratorio politico. Come successe del resto nel 1998, anno della prima vittoria di Domenico Marzi. Quando risultò decisivo il cosiddetto “patto di Valmontone”, siglato d Marzi e Adriano Piacentini. Con Francesco De Angelis a capotavola. (Leggi qui Quel patto di Valmontone che condannò il centrodestra all’esilio per 14 anni).

A tanti anni di distanza però il dibattito ha preso una piega completamente diversa. Il centrosinistra sa che a Frosinone senza l’appoggio e i voti di liste civiche trasversali non si può nemmeno pensare di vincere. Eppure protagonisti importanti di quella stagione sembrano averlo dimenticato completamente. E’ il caso dell’ex sindaco Michele Marini e del leader dei Socialisti Gian Franco Schietroma.

Non c’è differenza nella strategicità di una lista come il Polo Civico e quella che un tempo fu la Lista Marzi. Ma il centrosinistra è campione del mondo nell’arte di “spaccare il capello” e quindi nessuno si meraviglia più di tanto. Ma il cambio di impostazione è evidente.

Fabio Tagliaferri

Nel centrodestra Nicola Ottaviani è stato l’unico a dimostrare sul campo di poter vincere con una coalizione unita, all’interno della quale le liste civiche contano parecchio. Ma oggi più di qualcuno storce la bocca e cerca di capire se possono esserci altre strade rispetto alle primarie che hanno contraddistinto le due candidature di Ottaviani. Fratelli d’Italia potrebbe decidere di correre in solitaria.

Stessi protagonisti e convinzioni cambiate. Funziona così?