Frosinone, quelli che la Serie A…

Nel massimo campionato l’esperienza sarà fondamentale per competere nella corsa-salvezza. Servirà alzare l'asticella soprattutto per quanto riguarda la rosa. Il direttore Guido Angelozzi è il veterano, il presidente Maurizio Stirpe ha sulle spalle 20 anni di calcio, quasi un esordiente Fabio Grosso

Alessandro Salines

Lo sport come passione

“La sapienza è figlia dell’esperienza”. Ed ancora: “L’esperienza è l’unica insegnante in cui possiamo confidare”. Scomodare il grande Leonardo Da Vinci per parlare di cose di calcio sembra troppo ma le parole di uno scienziato ed artista universale possono far capire quanto sia importante l’esperienza nella vita. E quindi anche in quella Serie A che dal 20 agosto il Frosinone tornerà a calcare per la terza volta.

Se è vero come dicono in tanti che il massimo campionato è un altro sport, allora diventano fondamentali la conoscenza del nuovo contesto ed il famoso mestiere. La società giallazzurra è sicuramente più esperta rispetto alle precedenti apparizioni in Serie A. Due stagioni che sono state d’insegnamento. Ma è chiaro che si dovrà alzare l’asticella soprattutto nella rosa. Serviranno innesti d’esperienza mirati come d’altronde è stato fatto l’estate scorsa nella costruzione dell’organico che poi ha stravinto la Serie B.

Stirpe, 20 anni da presidente. Angelozzi veterano    

Guido Angelozzi e Maurizio Stirpe

La società è sicuramente più matura e pronta. Le 2 recenti esperienze in Serie A sono state di grande insegnamento e alcuni errori non verranno commessi. Maurizio Stirpe a metà giugno festeggerà i 20 anni di presidenza. E’ tra i dirigenti più navigati. Senza contare la sua carriera da imprenditore ed all’interno di Confindustria.

Rispetto al passato c’è Guido Angelozzi a capo dell’area tecnica. L’architetto della promozione. Il direttore può essere considerato il veterano della Serie A con diversi anni di esperienza. Lecce, Bari ma soprattutto Sassuolo dove ha contribuito a costruire una realtà ormai consolidata ai massimi livelli. Il suo apporto sarà determinante non solo nel mercato.

“Ho lavorato tanto tempo in Serie A e quindi la conosco. Sarà dura, perché è un altro sport rispetto alla B. Noi però abbiamo una società forte, affronteremo il campionato con dignità e coraggio. Spero che ci assesteremo in questa categoria, ma bisogna avere delle basi forti. Vuol dire organizzazione, strutture e un club solido come il nostro. Però dovremo migliorare ancora. La salvezza sarà per noi lo scudetto: è difficilissimo, ma nulla è impossibile quando si crede a qualcosa”, ha ripetuto in questi giorni.

Salvatore Gualtieri

Anche l’area istituzionale e marketing non è da meno. La crescita è stata palese come ha sottolineato più volte lo stesso Stirpe. Il direttore Salvatore Gualtieri, oltre alle esperienze in Serie A con Crotone e Frosinone, ha dalla sua tanti anni di calcio. Inoltre può mettere in campo una lunga attività nella Lega di Serie B dove ricopre il ruolo di consigliere. L’esperienza e le competenze non gli mancano.

Grosso quasi all’esordio

Fabio Grosso

Il tecnico in pectore (deve ancora firmare il rinnovo) ha conosciuto da protagonista la Serie A quando giocava. 206 gare tra Perugia, Palermo, Inter e Juve oltre alle 53 col Lione nella Ligue 1 francese. Per quanto riguarda la panchina invece è praticamente un debuttante. Ha al suo attivo solo 3 partite col Brescia tra il 5 novembre ed il 2 dicembre 2019 e 25 col Sion (Serie A svizzera) nel 2020-21.

Sarà dunque a Frosinone il suo vero battesimo con il massimo campionato. Un battesimo del fuoco: l’inesperienza potrebbe farsi sentire ma cercherà di sopperirla con l’entusiasmo, il lavoro e le idee. Lo aiuterà sicuramente il grande passato da giocatore.  

Una rosa giovane e inesperta

Il giovane terzino Oyono

L’organico attuale dovrà sicuramente essere rinforzato dal punto di vista dell’esperienza. Il Frosinone ha chiuso il campionato con la seconda media età più bassa (25,3 come il Parma e dietro il Brescia con 25,2). In solido i giocatori giallazzurri hanno collezionato in carriera 315 partite in Serie A. Poche se spalmate su una rosa di 30 elementi. Nessun calciatore canarino ha toccato le 100 presenze.

Un altro dato eloquente: senza le 147 gare dei calciatori in prestito e le 60 di Rohden in scadenza, i 14 giocatori sotto contratto sono a quota 108 partite. Insomma serviranno elementi che conoscano ed abbiano frequentato la Serie A. Il giusto mix tra giovani e senatori.

Sampirisi il top

Luca Mazzitelli

E’ il jolly difensivo, in prestito dal Monza, ad avere il primato di presenze in Serie A: 81 tra Crotone, Genoa e Chievo. Alle sue spalle Rohden con 60 e 3 gol nel Crotone (vanta pure 120 partite nel massimo torneo svedese). Poi Mazzitelli (49 ed 1 rete) con Sassuolo, Genoa e Roma. Capitan Lucioni invece ha giocato 44 volte in Serie A (3 gol) nelle file di Lecce Benevento.

Seguono Insigne (31 e 2 marcature; Napoli e Benevento), Garritano (20; Inter, Chievo e Parma), Frabotta (18; Juve), Bidaoui (4; Parma), Baez (2; Sassuolo), Caso (2; Genoa), Turati (2; Sassuolo), Kone (1; Torino) e Monterisi (1; Lecce). Bisogna precisare che Bidaoui e Baez vantano partite nella Serie A belga ed uruguaiana. Come pure Szyminski in Polonia, Lulic in Croazia, Belgio e Repubblica Ceca e Boloca in Slovacchia.

“La sapienza è figlia dell’esperienza”.