Radiografia di una retrocessione (di A. Salines)

I fattori che hanno affondato la squadra giallazzura. Ma il futuro è già iniziato. La società è pronta rilanciare.

Alessandro Salines

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Pioggia, freddo e vento. Quasi un presagio. Maledetta primavera, canta Loretta Goggi. Una maledetta primavera per il Frosinone che con tre giornate d’anticipo torna in serie B dopo il pari a Reggio Emilia contro un Sassuolo che non regala nulla e rimonta nella ripresa il doppio svantaggio firmato Sammarco-Paganini.

Con dieci punti di ritardo e sole tre gare da giocare impossibile raggiungere la quart’ultima Udinese che domenica scenderà proprio allo “Stirpe”. I numeri lasciano poco spazio alle interpretazioni e certificano l’insucesso. Penultimo posto con 24 punti, 5 vittorie, 9 pareggi e ben 21 sconfitte (record in serie A condiviso con il fanalino di coda Chievo). Ventotto gol segnati (secondo peggior attacco del campionato) e 64 subiti (terza difesa più battuta dopo Chievo ed Empoli).

Insomma una stagione, la seconda in A, disgraziata, partita male e finita peggio. Una retrocessione sancita dalla matematica dopo la partita col Sassuolo ma che ormai era nei fatti da qualche settimana.

Radiografia di una retrocessione

Si è detto e scritto tanto sul deludente campionato del Frosinone. Ma tirando le somme sono quattro i fattori principali che hanno affondato i giallazzurri.

Si deve iniziare per forza dal ritardo nella programmazione del campionato. I canarini hanno terminato i playoff soltanto il 16 giugno scorso con tanto di strascichi giudiziari dovuti alla finale di ritorno col Palermo. Un campionato difficile e competitivo come quello di serie A non può essere pianificato in poco tempo. Come dice il proverbio la fretta è una cattiva consigliera e così è stato.

Conseguenza diretta di questo ritardo è stato il mercato che non si è rivelato all’altezza della situazione. Molto probabilmente il Frosinone ha forzato più di qualche scelta considerando il poco tempo a disposizione e l’avvicinarsi degli impegni.

Senza considerare il prezzo pagato per il rinnovamento adottato dalla società. Tanti giocatori nuovi che si sono dovuti ambientare e integrare.  L’amalgama poi non si compra al mercato come invece pensava Angelo Massimino, storico patron del Catania. Emblema negativo della campagna acquisti del Frosinone è stato sicuramente l’attaccante Campbell che doveva rappresentare per il peso dell’investimento effettuato la punta di diamante della squadra e invece è rimasto un oggetto misterioso fino alla sua cessione al Leon a gennaio.

Altro aspetto che ha inciso in maniera decisiva sul torneo del Frosinone è stata la falsa partenza. Un punto nelle prime 8 gare è un macigno che ti porti dietro per tutto l’anno. Un handicap difficile da correggere. Insomma il vero campionato dei giallazzurri è cominciato soltanto alla fine d’ottobre.  

Quarto fattore negativo la differenza di rendimento tra le partite in casa e quelle fuori. Allo “Stirpe” i ciociari hanno conquistato solo 1 vittoria con 5 pareggi e 11 sconfitte. In totale 8 punti: primato negativo per la serie A. Tutt’altra musica in trasferta. I giallazzurri hanno collezionato 16 punti (4 successi, altrettanti pareggi e 10 ko) e in un’ideale classifica sarebbero quattordicesimi. Il nuovo stadio di viale Olimpia dunque non si è rivelato quella fossa dei leoni che era stata in passato il vecchio “Comunale”. 

Il futuro: tante certezze, poche incognite

Il Frosinone ripartirà in primis da una tifoseria appassionata e sempre presente malgrado i risultati deludenti. Anche a Reggio Emilia i supporters giallazzurri non hanno fatto mancare il loro apporto. Sotto la pioggia e al freddo hanno incitato i canarini fino all’ultimo secondo. Un patrimonio fondamentale per una società.  

E poi si ripartirà da una società solida e dalle sue infrastrutture (stadio “Stirpe” e centro sportivo di Ferentino). Al timone ci sarà sempre Maurizio Stirpe che ha confermato il suo impegno ed ha anticipato di avere già le idee chiare sulle strategie future.

Il presidente è pronto a rilanciare così come ha sottolineato in una recente intervista a Radio Day e rilanciata dal sito frosinonecalcio.com: «Noi proveremo sempre a mettercela tutta. E’ evidente che il Frosinone dopo quello che ha realizzato a livello di infrastrutture, di assetto societario e di settore giovanile non può presentarsi dicendo che deve salvarsi. Sarebbe una grande ipocrisia. Certamente proveremo a competere per raggiungere risultati ambiziosi…»>. 

Sarà dunque un Frosinone forte che proverà a lottare ancora una volta per la promozione. Insomma la serie A non dovrà restare un sogno vissuto per due stagioni ma il naturale approdo della navicella giallazzurra.

Secondo le prime anticipazioni il club giallazzurro non dovrebbe subire stravolgimenti particolari. La società ha ormai un assetto ben definito ed un’organizzazione efficiente. L’area tecnica, guidata da Ernesto Salvini, vedrà l’inserimento a pieno regime dell’ex capitano Alessandro Frara, diventato direttore sportivo. Prenderà il posto di Marco Giannitti che nelle scorse settimane ha rescisso il contratto. Frara comunque è già al lavoro da qualche tempo. Per quanto riguarda la guida tecnica non è scontata la conferma di Marco Baroni. La società s’aspettava di più in queste ultime partite (1 punto in 4 gare) e quindi farà le dovute riflessioni. 

E la squadra? Al netto dei prestiti, una buona base per ripartire c’è. Tuttavia alcuni innesti nei vari reparti sono obbligati per allestire un rosa in grado di lottare per i primi posti. Il futuro quindi è già iniziato e stavolta si avrà tutto il tempo necessario per costruire un organico che possa regalare ai tifosi le soddisfazioni che meritano.    

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