Frosinone, rientra l’emergenza Covid. Ma nel calcio regna il caos

Dodici dei 14 positivi sono guariti e Grosso può tirare un sospiro di sollievo in vista della ripresa del campionato. Intanto si va verso la riduzione della capienza degli stadi che la Serie A ha già portato a 5 mila spettatori. Mercoledì importante vertice tra il Governo ed il mondo dello sport

Alessandro Salines

Lo sport come passione

Rientra l’emergenza-Covid nel Frosinone ma nel calcio regna il caos. Si è spento o quasi il focolaio che era divampato prima di Capodanno con ben 14 contagiati nel team giallazzurro. Il tecnico Fabio Grosso ora può tirare un sospiro di sollievo e lunedì alla ripresa degli allenamenti avrà la squadra praticamente al completo. Ma sul calcio si addensano dei nuvoloni: nel mirino gli stadi.

La capienza sarà ridotta a 5 mila spettatori così come ha deciso la Lega di Serie A che farà ovviamente da apripista. Mercoledì comunque ci sarà un importante incontro tra Governo, Coni ed i vertici dei principali sport di squadra. Un appuntamento per fare chiarezza e provare ad andare avanti in sicurezza.  

SOLO DUE I POSITIVI

Fabio Grosso

Nel Frosinone è tornato il sereno. Sono guariti 12 dei 14 elementi del gruppo squadra che erano stati contagiati. Grosso quindi recupera 10 giocatori. Restano fuori in 2 che sperano di negativizzarsi nei prossimi giorni. Una buona notizia in vista della ripresa del campionato fissata per sabato prossimo a Pisa sul campo della capolista.

E’ chiaro che i calciatori recuperati non potranno essere al massimo dopo il periodo di isolamento. Tuttavia l’allenatore giallazzurro ed il suo staff avranno quasi una settimana per cercare di rimetterli in condizione. E poi chissà che Grosso non possa contare su qualche rinforzo (in chiusura le trattative per i difensiro Kalaj, Barisic e Sabelli).

La situazione-Covid in Serie B sta migliorando anche se non va abbassata la guardia. Ad oggi preoccupa il Cosenza che nelle ultime ore ha riscontrato 21 positività di cui 13 giocatori. Reggina e Ternana restano in difficoltà anche se hanno potuto registrare le negatività di diversi elementi.   

REGNA IL CAOS

Mario Draghi

Il calcio è finito di nuovo nell’occhio ciclone come se fosse il grande untore di questa nuova ondata di pandemia. Il Premier Mario Draghi in una telefonata al presidente della Figc Gabriele Gravina ha chiesto una stretta. Arrivando addirittura a paventare la sospensione dei tornei.

Se la chiusura degli stadi sarebbe un errore, lo stop diventerebbe un disastro. Come accadde ai tempi di Conte e del Ministro Spadafora l’approccio al calcio è sempre alquanto demagogico e ci si dimentica che non è solo un gioco ma un’industria che garantisce al fisco 1 miliardo di gettito ed occupa migliaia di persone tra dipendenti diretti ed indotto.

Chiudere gli stadi inoltre sarebbe un pessimo segnale per l’opinione pubblica considerando che possono entrare negli impianti solo i vaccinati. Un assist ai no-vax ed un colpo alla campagna vaccinale. Una chiusura che anticiperebbe altri stop (cinema, teatri, musei, fiere, ristoranti e bar). Una chiusura che andrebbe spiegata con dati scientifici e non con l’emotività del momento.

LA RISPOSTA  

Gabriele Gravina

Il presidente Gravina ha ribadito che il calcio andrà avanti anche se non ha escluso le porte chiuse. “Come già accadde due anni fa, al tempo della prima e della seconda ondata, l’intenzione è di superare i nuovi ostacoli che la recrudescenza del Covid sta frapponendo sulla sua strada. Ipotesi porte chiuse? Esiste il rischio che un ulteriore incremento dei contagi ci riporti agli stadi chiusi: è già avvenuto in Bundesliga, mentre in altri Paesi sono state adottate decisioni che hanno comunque imposto la riduzione del numero degli spettatori”.

La Lega di Serie A per venire incontro alla richiesta di Draghi ha stabilito la riduzione della capienza degli stadi a 5 mila posti fino a fine mese. Restano escluse la giornata di domenica e la Supercoppa di mercoledì. A questo punto anche la Serie B dovrebbe adeguarsi. 

IL VERTICE

Mercoledì prossimo intanto Governo e mondo dello sport si confronteranno sull’emergenza-Covid. L’obiettivo è trovare una quadra,  mettere fine al caos e ripartire in un clima di collaborazione. Sul tavolo i protocolli: la Lega di Serie A ne ha varato uno nuovo, in pratica con 13 giocatori negativi bisognerà giocare.

Tra gli argomenti principali inoltre il ruolo delle Asl. La Lega ha vinto 3 dei 4 ricorsi al Tar presentati contro le quarantene decise dalle Aziende Sanitarie che di fatto hanno bloccato 4 partite del turno precedente. Provvedimenti evidentemente fragili sotto l’aspetto del diritto. Il vertice servirà a rimettere le cose in ordine, evitando polemiche e soprattutto il ricorso alle carte bollate.

L’obiettivo sarà quello di arrivare ad una cabina di regia unica per avere decisioni coerenti in tutta Italia. Come d’altronde aveva chiesto Mauro Balata, presidente della Lega di B: “Bisognerebbe riflettere su un centro di coordinamento fra chi tutela il sistema sanitario del Paese, le aziende sanitarie locali e le regioni che assumono decisioni in materia. Ci vorrebbe quindi una cabina di regia unica per proseguire con le competizioni”.