Quelli che aspettano il treno ad alta velocità

Frecciarossa

Domenica ognuno dei protagonisti giocherà una propria partita: i sindaci di Nicola Ottaviani ed Enzo Salera, ma anche il presidente Antonio Pompeo. E naturalmente il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

Domenica prossima giocheranno tutti una loro partita politica nel corso della doppia fermata del Treno ad Alta Velocità a Frosinone e Cassino. Intanto sindaco del capoluogo Nicola Ottaviani, che avrà due ghiotte opportunità: sul piano amministrativo una fermata Tav rappresenta introspettiva una grande opportunità per il territorio.

Sul piano politico Ottaviani ha la possibilità di fare vedere a Matteo Salvini e ai big della Lega quanto può essere importante avere un sindaco da Roma in giù. Nicola Ottaviani ha avviato una seconda fase del suo impegno politico e cercherà di ricavarsi uno spazio per una candidatura che conti davvero. Alla Camera o al Senato. Oppure alla presidenza della Regione Lazio.

Ottaviani
Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani con il logo del Consorzio per il marketing territoriale

Il sindaco di Cassino Enzo Salera si sta accreditando come punto di riferimento di un’intera area geografica, quella del sud di questa provincia. Alle comunali ha avuto sì il sostegno del Partito Democratico, ma con i big provinciali ha un rapporto di conflittualità.

La fermata Tav lo pone sotto i riflettori. E gli impone un esame di maturità: dovrà dimostrare di avere una capacità di visione che esca dalle mura del Cassinate, un’abilità relazionale capace di coinvolgere tutti i sindaci della provincia, conciliando esperienze ed aspirazioni diverse. Trovando innanzitutto un punto di equilibrio tra due aspirazioni parimenti legittime: la richiesta di realizzare la futura stazione sulla linea Tav a Cassino oppure a Ferentino.

A quel punto farà capire bene che non intende fermarsi a fare il sindaco, che nel suo futuro vede anche una candidatura alla presidenza della Provincia.

Pompeo e Variati
Antonio Pompeo con il sottosegretario Achille Variati

E qui veniamo ad Antonio Pompeo, presidente della Provincia e dell’UPI Lazio, oltre che sindaco di Ferentino. Lui fa parte di un’area, Base Riformista, che è quella degli ex renziani che sono rimasti nei Democrat, che cioè non hanno seguito l’ex rottamatore. Un’area che, se dovesse saldarsi con quella di Dario Franceschini, potrebbe mettere in seria difficoltà Zingaretti sul piano interno.

Antonio Pompeo sa che il suo futuro politico si intreccia con quello di Mauro Buschini, presidente del consiglio regionale del Lazio. Chi si candiderà dove? È questo il nodo da sciogliere. Uno al Parlamento e uno alla Regione? Questo potrebbe essere lo schema più vantaggioso per entrambi. Altrimenti tutti e due in corsa per le regionali. Una guerra fratricida.

Infine c’è Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd e presidente della Regione Lazio. Lui ha un altro obiettivo in questo momento: rafforzare un Governo nel quale crede fino ad un certo punto. Ma senza il quale il Pd non avrebbe spazi di manovra. Domenica sarà nella veste di Governatore, quella che maggiormente gli si addice. Ma pure lui sarà in trincea.