Frosinone ed il tramonto delle speranze (di A. Salines)

Le speranze del Frosinone sono al tramonto. Resiste solo la matematica: ma i numeri sono impietosi. La rivoluzione inutile: non basta la buona volontà. Ora qualsiasi sia il finale, occorre tenere la schiena dritta

Alessandro Salines

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Le speranze del Frosinone tramontano ancor prima del sole che per l’intero pomeriggio illumina e scalda lo stadio “Stirpe” quasi a far da contraltare alle tenebre che con il passare dei minuti calano sulla stagione dei giallazzurri. Quando Vicari buca Sportiello dopo appena 13′ e i legni della porta di Viviano sputano fuori i tiri di Sammarco e Ciofani, allora si intuisce che la tempesta perfetta è pronta ad abbattersi. E così è. Il Frosinone dunque naufraga nella partita da non sbagliare e forse saluta con largo anticipo la serie A. Un campionato segnato sin dall’estate con tanti errori e un po’ di sfortuna che anche oggi ha voltato le spalle ai canarini.

La situazione: resta solo la matematica. I numeri impietosi sono una condanna.

A 9 turni dalla fine, il Frosinone è sempre penultimo a quota 17 con 8 punti di ritardo dall’Empoli e ben 10 dal Bologna che ad oggi sarebbe salvo. Insomma solo la fredda aritmetica tiene in vita Baroni e soci. E sembra stucchevole aggrapparsi al precedente del Crotone che comunque due anni fa alla 29ma era a 8 punti dal quart’ultimo posto (era occupato dall’Empoli) e poi alla fine si è salvato. 

I numeri non lasciano scampo. Il Frosinone nelle ultime 6 gare ha raggranellato la miseria di 1 punto e con quella di oggi sono 3 le sconfitte di fila. In casa ancora non ha vinto (l’ultimo successo il 16 giugno scorso nella finale playoff con il Palermo) e ha conquistato appena 5 punti (record negativo della serie A). La squadra giallazzurra ha collezionato più ko di tutte (18) e ha al suo attivo appena 3 vittorie (peggio solo il fanalino di coda Chievo).

Non è tutto: ha il peggior attacco (21 reti segnate come il Chievo) del torneo e la terza difesa più perforata (54 gol incassati). Poco da dire di fronte a cifre del genere.

La rivoluzione non paga. Le scelte discutibili di Baroni

La formazione schierata dal tecnico fiorentino non ha convinto. Inutile girarci attorno. Una squadra stravolta rispetto alle ultime uscite. Perplessità sull’inserimento contemporaneo di calciatori reduci da infortuni (Ariaudo, Ghiglione, Viviani e Pinamonti) e che non giocavano da tempo. E poi iniziare una gara fondamentale senza i titolarissimi Chibsah, Maiello e Ciano è apparso un azzardo. Come anche l’impiego di Paganini in un ruolo non suo. Certo qualche giocatore sta tirando la carretta dall’inizio (Chibsah fino ad oggi sempre in campo, 25 presenze per Ciano) ma c’è da dire che la serie A tornava dopo la sosta e quindi i protagonisti avevano potuto tirare il fiato. 

La sensazione è che Baroni abbia ragionato pensando alle due partite ravvicinate (mercoledì si gioca ancora allo “Stirpe” contro il Parma) e abbia voluto dosare le energie. Tuttavia nella situazione del Frosinone la partita più importante era quella odierna. Una partita che si doveva vincere per dare un senso alle prossime sfide. Alla resa dei conti la rivoluzione baroniana non ha sortito gli effetti sperati. Il Frosinone è partito male, contratto e confuso. Più di qualche meccanismo inceppato. Ciofani e compagni si sono svegliati dal torpore intorno alla mezzora ma non sono stati lucidi oltre che fortunati. La Spal ha segnato al primo affondo e poi ha cercato di controllare il gioco per portare in Emilia 3 punti a dir poco preziosi. Missione compiuta.

La buona volontà non basta ai giallazzurri. Troppe conclusioni fuori bersaglio

L’impegno è stato tra le poche note positive del Frosinone. I canarini si sono battuti fino all’ultima stilla di sudore per cercare un risultato positivo. Ma quando mancano precisione e qualità c’è poco da fare.

Il computo dei tiri parla chiaro. Il Frosinone ha concluso 25 volte però solo 6 nello specchio e ben 19 fuori. Gli avversari invece hanno collezionato 5 tiri (3 in porta e 2 out) e hanno vinto la partita. Significativo anche il dato del possesso palla (56% il Frosinone, 44% la Spal) e dei corner (i canarini ne hanno calciati 8, i ferraresi 3 compreso quello del gol decisivo).

Orgoglio e schiena dritta per il futuro

Come detto mercoledì sera si gioca. In programma il turno infrasettimanale, valido per la 30^ giornata. Il Frosinone sarà di scena ancora allo “Stirpe”, alle 21, contro il Parma (ko oggi tra le mura amiche con l’Atalanta). Ora non bisogna assolutamente mollare. La maglia e il campionato vanno onorati fino all’ultima giornata al di là della classifica. Guai ad arrendersi. Orgoglio e schiena dritta perché il Frosinone è un club serio e non può permettersi di andare in vacanza con 9 giornate di anticipo.

Poi si penserà al futuro. In qualsiasi categoria sarà un Frosinone a testa alta con i suoi tifosi sempre appassionati, i suoi progetti ambiziosi e il suo stadio nuovo e moderno.