Riconquistare lo stadio "Stirpe" sarà uno dei grandi obiettivi della prossima stagione. Troppa delusione ha caratterizzato questa annata
Segnali poco incoraggianti. Se questo finale di stagione doveva dare indicazioni sul futuro del Frosinone, allora le riflessioni da fare dovranno essere tante e approfondite. Un punto in cinque partite, il campionato praticamente finito dopo la doppia vittoria con Parma e Fiorentina. Un vero crollo sotto tutti i punti di vista. E dopo la retrocessione certificata dalla matematica non c’è stato neppure quello scatto d’orgoglio auspicato da tifosi e società.
Certo non si potevano pretendere imprese titaniche ma sicuramente la gara persa allo “Stirpe” contro l’Udinese (ancora in piena bagarre-salvezza) pone una serie d’interrogativi. Ancora una volta la squadra giallazzura è stata fragile. Doppiamente fragile come canta Anna Tatangelo. Vulnerabile (le 3 reti subite si commentano da sole) e non incisiva (senza veleno sotto porta non si segna mai e poi mai). Come d’altronde è capitato nell’arco dell’intero campionato. Tutto ciò tra l’altro in casa dove i canarini non riescono a trovare energie e punti. Tanto che il deludente cammino interno (8 punti in 18 partite) è stato una delle principali cause del ritorno in serie B.
Riconquistare il “Benito Stirpe”. Il fattore campo non è un dettaglio
Manca ancora una partita in casa (con il Chievo all’ultima giornata) per cercare quantomeno di chiudere con due vittorie e quindi evitare un primato negativo per la serie A. Comunque anche lo stesso Chievo ha vinto solo una volta tra le mura amiche (ha battuto proprio il Frosinone). Un record tuttavia i canarini già lo hanno collezionato al pari sempre del Chievo: nei cinque campionati top europei nessuna formazione ha al suo attivo solo un successo in casa.
E così in vista della prossima stagione il Frosinone dovrà riconquistare il suo stadio. Rompere una sorta di tabù che si porta dietro praticamente da un anno. Lo “Stirpe” dovrà tornare ad essere un fortino e regalare quei punti necessari per puntare in alto. Il fattore-campo non può esssere un dettaglio. Soprattutto tra i cadetti. Sarà questo quindi uno degli obiettivi del nuovo Frosinone. Dopo un campionato così amaro, il pubblico del “Benito Stirpe” merita di togliersi più di qualche soddisfazione.
Tutto e tutti in discussione
E’ vero che tra serie A e B c’è un abisso ma è pur vero che il Frosinone dovrà voltare pagina e proporre una squadra che imponga il proprio gioco sempre e dovunque. Al di là degli interpreti servirà un assetto tattico più aggressivo. Una mentalità diversa. Più offensiva, salvaguardando ovviamente l’equilibrio. Il Frosinone ad esempio in questo campionato ha faticato tantissimo ad andare in rete (29 gol, secondo peggior attacco dopo il Chievo). La partita con l’Udinese è stata una conferma anche se il ritorno al gol di Dionisi apre uno spiraglio di luce.
Il tecnico Marco Baroni nel post-partita ha ribadito che del suo futuro ne parlerà con la società solo a fine stagione. Ma è chiaro che questo mesto finale di campionato non rafforza la sua posizione. Anzi la sta indebolendo e l’allenatore toscano n’è consapevole. Anche sui giocatori comunque le riflessioni della dirigenza non mancheranno a prescindere dalle posizioni contrattuali. Ci si aspettava di più soprattutto sul piano del temperamento.
La tifoseria non è retrocessa e vince sempre
Non è retorica o piaggeria ma l’unica nota positiva arriva come al solito dai supporters che malgrado la pioggia, la sconfitta e la retrocessione hanno incitato il Frosinone fino alla fine. Lo striscione esposto negli ultimi minuti della partita la dice lunga: “Il nostro amore il finale ignora. Ciò che conta è noi due ancora”. Non è un semplice slogan ma può essere il mantra giusto per ripartire.