Frosinone, ultima chiamata per il centrodestra

Mentre a livello nazionale la coalizione si ritrova e l’equilibrio reggerà fino all’elezione del presidente della Repubblica, in Ciociaria strappi e lacerazioni restano sul campo. E a Frosinone rischia di andare in pezzi tutto. Ma nessuno pensa ad un chiarimento vero

A livello nazionale il centrodestra si è rimesso in moto in un’ottica di coalizione. E fino all’elezione del presidente della Repubblica (in programma per i primi di febbraio 2022) non cambierà nulla. L’unità, anche se di facciata, reggerà. Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno fatto capire a Silvio Berlusconi che potrebbero esserci gli spazi per una sua elezione  al Quirinale. Vedremo alla prova dei fatti.

Nel frattempo però si tratterà di capire pure quali scelte assumeranno Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda. Con tutti i veti che arrivano dal Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte, nessuno potrebbe stupirsi nel caso ci fossero dei ribaltoni nelle alleanze.

Controtendenza locale

Intanto però in Ciociaria il centrodestra rischia perennemente di essere in controtendenza nazionale. Il fronte caldo stavolta è a Frosinone, dove Fratelli d’Italia si prepara a decidere se restare in maggioranza oppure no.

Una maggioranza guidata da un sindaco, Nicola Ottaviani, che è anche coordinatore provinciale della Lega. In altri tempi sarebbe stata convocata urgentemente una riunione della coalizione: Antonello Iannarilli, Alfredo Pallone (Forza Italia), Alessandro Foglietta (An), Anna Teresa Formisano (Udc) avrebbero sbrogliato la matassa.

Oggi è impossibile perfino immaginare che Nicola Ottaviani (Lega), Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), Claudio Fazzone (Forza Italia) possano provare a confrontarsi. Magari allargando il tavolo a Mario Abbruzzese (Coraggio Italia) e Angelo D’Ovidio (Udc).

Ultima chiamata

Dopo quanto successo a Sora (un disastro politico senza attenuanti), il centrodestra non ha neppure provato a chiarirsi. Mentre la vittoria di Alatri è stata festeggiata in una logica di ognuno per conto proprio. Ma Frosinone è il capoluogo, ha un valore simbolico e politico enorme. Una frattura al Comune avrebbe effetti ovunque. Eppure nemmeno questo basta per spingere i leader locali a cercare di trovare un terreno  condiviso.

La revoca dell’assessore Fabio Tagliaferri c’entra fino ad un certo punto. Ha rappresentato il casus belli. In realtà il centrodestra procede in ordine sparso da anni. Ogni tanto si riunisce, come ad Alatri. Ma la regola è quella di restare ognuno sulle proprie posizioni. A Frosinone però c’è l’ultima chiamata.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright