Futuro Vdc, ci hanno fregato ancora una volta

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

[dfads params=’groups=105&limit=1&orderby=random’]

 

Qualcosa non quadra: l’intervista rilasciata dal presidente del consorzio industriale Asi di Frosinone Francesco De Angelis o è un pesce d’aprile o manca qualche dettaglio. (leggi qui il precedente)

Ricorrendo ad un finto tono trionfante, il presidente annuncia al giornale diretto da Stefano Di Scanno che sul futuro di Videocon…

 …stiamo correndo e, tempo due o tre mesi, uscirà il bando e procederemo alla vendita del sito (…) In questi mesi c’è chi viene a prendere notizie e informazioni ma siamo ancora ai preliminari. Sento comunque che c’è attenzione. In questo processo coinvolgeremo organizzazioni di categoria, i sindacati, pensavo di fare un passaggio insieme a Confindustria. L’idea è di realizzare una serie di presentazioni del progetto ex Videocon a Roma, Milano e anche Napoli. Metteremo in campo iniziative e strumenti per raggiungere i risultati sperati».

Se è così, il sospetto che qualcuno ci abbia fregato ancora una volta, in silenzio e sotto le lenzuola, è fortissimo e con tanto di impronte digitali. Se è vero quello che sta scritto su L’Inchiesta (e considerata la serietà dei colleghi, nessun dubbio nutriamo) allora hanno fregato i lavoratori ex Videocon, hanno fregato tutto il territorio e tutti i cittadini della provincia di Frosinone, hanno fregato il consorzio Asi, hanno fregato il suo presidente Francesco De Angelis.

Dove ed in che modo ci hanno fregati. Frughiamo in un paio di archivi, va bene pure quello di Alessioporcu.it nella casella ‘Cerca’ che sta accanto ad ogni notizia. Troviamo la notizia del 16 ottobre 2015, nella quale si da atto della trasmissione A Porte Aperte andata in onda su Teleuniverso nelle ore immediatamente precedenti al post. Dal salotto televisivo, il presidente Francesco De Angelis con soddisfazione genuina annuncia

il progetto che punta all’acquisizione dei principali stabilimenti dismessi nell’area industriale di Frosinone ed Anagni: “a costo zero, in base alla legge che ci consente di pretendere la restituzione dei fondi o la confisca dei beni alle aziende finanziate dalla Cassa per il Mezzogiorno e che se ne sono andate. Quegli stabilimenti li rimetteremo in efficienza e li offriremo agli investitori stranieri. In pratica, mentre all’estero offrono i terreni agli industriali che intendono investire, noi da Frosinone offriremo la fabbrica già pronta e ad un costo simbolico”.

Il primo obiettivo dell’Asi guidata da Francesco De Angelis, lo scorso autunno era riscattare l’immobile ex Vdc per trasformarlo in incubatore di aziende, trasformarlo e poterlo dividere tra tutte le imprese che intendono aprire nell’area industriale di Anagni. Come a dire: serve la sede? Ve la fornisce Asi, delle dimensioni adatte a voi tanto c’è spazio per tutti in questo colosso, con tanto di luce, depuratore, fibra ottica e ogni cosa già pronta, voi dovete sole entrare, assumere ed iniziare a produrre. Un progetto al quale Asi ha lavorato almeno due anni, in silenzio ed a fari spenti, come nello stile di chi è abituato a parlere con i fatti. Un fatto straordinario perché per la prima volta c’era un progetto. C’era finalmente una cornice nella quale poter disegnare il futuro. Perché? Con il progetto De Angelis un’azienda avrebbe risparmiato un anno e mezzo di tempo necessari per avere  tutti i permessi, costruire il capannone, allacciare la corrente e gli scarichi; così avrebbe invece messo una semplice firma e sarebbe entrata nell’incubatore iniziando a produrre.

Il primo traguardo viene raggiunto entro le settimane successive: l’immobile ex Vdc viene trasferito ad Asi. Iniziano i lavori? Viene messo a punto il bando per cercare le start-up e le imprese affermate che hanno bisogno di spazi? Macché. Il presidente Francesco De Angelis ingrana la retromarcia e dice: «Procederemo alla vendita del sito». Non parla più di trasformazione, di adattamento ad incubatore.

Vendere l’immobile ex Vdc così com’è? Qualcosa non quadra. Anzi: non quadra proprio niente: perché qualcuno dovrebbe comprare adesso uno stabile che poteva acquistare già prima ed è solo passato di mano? «L’unico vantaggio – tuona l’imprenditore Tonino Boccadamo, membro della giunta Federlazio – sarebbe se Asi svendesse l’immobile, altrimenti perché qualcuno dovrebbe comprare»?

Già. Ma svendere per fare un piacere a chi? Soprattutto che bisogno c’è di andare a fare presentazioni a Roma e Milano – come annunciato dal presidente De Angelis – per cercare compratori? Capannoni industriali vuoti ce ne sono a migliaia da Milano ad Anagni: è tutto un immenso cimitero di capannoni dismessi. Cosa ha il nostro da offrire? Ed il progetto dell’incubatore che fine fa?

E perchè il Comune di Anagni ha recentemente sentito l’esigenza di specificare, nel bando per la vendita dell’area ex ‘Deposito Munizioni Esercito Italiano’ che “non sono ammessi progetti per lo stoccaggio di rifiuti”?

Il sospetto principale sta nel fatto che Francesco De Angelis non è uno sciocco. Tutt’altro. Appartiene – a prescindere alle convinzioni politiche e dagli schieramenti – alla migliore classe dirigente che questo territorio abbia potuto mettere in campo negli ultimi 25 anni: a lui ed ai suoi anni in Regione Lazio si deve la nascita del Polo Logistico che ha contribuito al salvataggio dello stabilimento Fiat a cassino, si deve la nascita della rete di depuratori industriali grazie ai quali le nostre aziende hanno ancora un presente, si deve l’impegno della Regione a realizzare il Dea di II livello nell’ospedale Spaziani (ai tempi di Marrazzo), si deve la nascita dei distretti industriali.

Allora perché un politico così esperto ingrana la retromarcia in piena corsa con il rischio di spaccare il cambio?

Le risposte possono essere due: o è un pesce d’aprile o qualcuno ha costruito un muro (o tolto un ponte) sulla strada del progetto De Angelis trasformando un grande progetto in qualcosa di irrealizzabile.

Ma l’unico che può dire come stiano le cose è Francesco De Angelis