Gaeta cardine fra Balcani e Spagna, il sogno di Di Majo

Il porto commerciale pontino in dirittura d'arrivo per il restyling che guarda al futuro. E al decennio in cui le autostrade del mare sostituiranno quelle d'asfalto. Per guardare lontano con gli occhi del presidente dell'AdSP.

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Mettere l’Italia in connessione trasversale con Penisola Iberica e Balcani. Ma non su ruota: via mare. Un piano capace di rendere Gaeta lo start portuale ideale. Quello da cui questo progetto punta a rilanciare l’economia di un paese che deve coniugare fatturato e green. Per coronare il sogno serviva una sterzata logistica che desse al porto commerciale di Gaeta la più ambiziosa delle patenti. E Francesco Maria Di Majo ha voluto testare di persona questa idoneità. Come? recandosi a controllare i lavori di potenziamento delle banchine, i dragaggi e le migliorie infrastrutturali.

Francesco Maria Di Majo Foto © Alessia Mastropietro / Imagoeconomica

Senza dimenticare la viabilità e con un sogno in più. Dare a quel nuovo spot il nome di una regina soldato. Regina come Maria Sofia di Baviera che proprio sui bastioni di Gaeta divenne icona di eroismo e redentrice della “leggerezza” del coniuge Franceschiello. Era lei ad incoraggiare i soldati del regno delle Due Sicilie asserragliati in quell’ultimo bastione.

Con quei presupposti mastini che hanno portato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale a puntare gli armatori. Ed allettare un settore che Covid ha reso ora più che mai cruciale per lo sviluppo del paese.

Sopralluogo e disco verde

Cosa è emerso da quel sopralluogo? Si accorciano i tempi per l’apertura dei nuovi piazzali realizzati dall’Autorità del Mar Tirreno Centro Settentrionale. Li ha progettati nell’ambito degli interventi di potenziamento delle banchine del porto commerciale di Gaeta.

Il Presidente dell’AdSP Francesco Maria di Majo ha compiuto il tour insieme al dirigente dell’Area Tecnica, Maurizio Marini. Con loro anche l’amministratore del Consorzio stabile ‘Grandi lavori’ di Roma, Umberto Esposito. Inoltre al direttore dei lavori della società ‘Modimar’, Mauro Marini.

Sono, infatti, arrivati a buon punto gli interventi di pavimentazione dei piazzali attigui alle banchine del porto commerciale. Piazzali che, con una superfice di oltre 70mila mq, «rappresentano uno strumento. Ma anche una vera occasione di rilancio dello scalo di Gaeta». Così ha sottolineato lo stesso di Majo.

Con il cantiere aperto dalla ‘Rcm Costruzioni’ di Salerno, l’AdSP mantiene fede alla promessa. Promessa di potenziamento infrastrutturale del ‘Salvo D’Acquisto’. Questo con l’obiettivo di intercettare nuove società armatrici. Ed alla vigilia di un decennio che si preannuncia decisivo per la portualità italiana e internazionale. (Leggi qui Porti, Di Majo fa rotta verso la nomina all’AdSP).

Autostrade del mare: la scommessa

Foto © Saverio De Giglio / Imagoeconomica

Il porto commerciale di Gaeta punta dunque a giocare un ruolo di primissimo piano nell’ambito delle ‘Autostrade del Mare’. Rispondendo anche alle indicazioni normative suggerite dall’Ue per qualificare e innovare gli scali portuali.

Nel completamento di quei lavori Di Majo ci vede una scommessa vinta. E un’occasione di competizione unica di riscatto ambientale. E che morda il freno si capisce dalle sue parole. «L’ultimazione dei lavori di pavimentazione dei piazzali renderà il porto commerciale di Gaeta ancor più competitivo. E lo farà sullo scenario internazionale e mediterraneo. Inoltre lo renderà sicuro ed ecocompatibile sul piano ambientale».

Poi prosegue e descrive le caratteristiche del sito. «Nelle prossime settimane l’area sarà consegnata all’AdSP. Sarà dotata di sei torri faro con corpi illuminanti a led. Inoltre di un innovativo impianto di videosorveglianza. Si tratta di un piccolo ma importante ‘retroporto’ di cui Gaeta aveva bisogno. E che sarà messo a disposizione degli operatori interessati a movimentare le loro merci. E a farlo in modo finalmente competitivo, moderno e funzionale».

Il sopralluogo del numero uno di Molo Vespucci ha anticipato la consegna della vasta area la cui sistemazione è stata finalizzata dal CIPE. Che, con i 33 milioni di euro stanziati, ha permesso di realizzare i dragaggi dello specchio acqueo antistante le banchine. E di conseguenza, di imbonire i piazzali retrostanti nel frattempo realizzati. «Questo mosaico sarà completato quanto prima. Lo sarà con la realizzazione dell’ultimo intervento previsto dal progetto di rilancio del porto commerciale di Gaeta».

Una viabilità degna della sfida

L’area Prysmian del porto di Gaeta

Di Majo conosce il valore della mobilità e della logistica, e su quei punti va a parare sicuro. «Uno scalo degno di questo nome deve avere una viabilità di accesso e di uscita. Viabilità che coniughi rispetto dell’ambiente da una parte. Poi sicurezza per gli operatori portuali e per gli automobilisti in transito nella vicina strada regionale Flacca dall’altra».

Il progetto è quello di ridisegnare la viabilità. Per avere uno sbocco rapido ed un collegamento veloce per le merci. «Abbiamo già aperto il cantiere per realizzare una moderna rotatoria».

In occasione del suo sopralluogo il Presidente dell’AdSP ha fatto trapelare una volontà. Quella di dedicare il nuovo piazzale del porto commerciale di Gaeta all’ultima regina del Regno delle Due Sicilie. Cioè Maria Sofia Von Wittelsbach. Fu sorella della più nota Principessa Sissi che D’Annunzio definì l’“Aquiletta bavara”. Il tutto in ricordo del suo amore per Gaeta. E per i gesti eroici da lei compiuti durante l’assedio di Gaeta del febbraio 1861.

La regina e il protocollo

La dedica a Maria Sofia, la “regina soldato”, vuole anche simboleggiare la nascita di un corridoio Gaeta-Bari. Cioè dove la regina arrivò via mare dal porto di Trieste il primo febbraio 1859. In ricordo della figura della monarca asburgica il 30 agosto 2018 il Presidente di Majo ha sottoscritto un protocollo d’intesa. Lo ha fatto con l’omologo dell’Autorita’ di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi. Questo per rendere funzionale e competitivo il corridoio che unisce i porti di Bari, Manfredonia e Termoli da una parte e quelli di Civitavecchia e Gaeta dall’altra.

Il porto di Gaeta

«Il nostro obiettivo – ha concluso di Majo – è di far connettere trasversalmente l’Italia con la penisola iberica e quella greco-balcanica. Questo attraverso flussi logistici inbound. Cioè precedenti il processo produttivo, riguardanti le attività di approvvigionamento e stoccaggio dei materiali. Ed anche outbound. Vale a dire a produzione avvenuta e riguardanti attività di stoccaggio e distribuzione dei prodotti finiti. Nonché trasferire sul mare gran parte delle merci che ancora oggi vengono trasportate attraverso i collegamenti stradali».