Chiodi da croce sull’auto del sindaco dopo la marcia dei fedeli

Sei chiodi per legno, di quelli lunghi, dello stesso tipo usato per inchiodare Cristo sulla croce. E poi dei calcinacci, con un pezzo d’intonaco avvolto da un giro di filo di ferro. Il tutto, lasciato sul tettuccio della Mercedes grigia del sindaco Mario Piselli. Li ha trovati al termine della nuova manifestazione tenuta ieri in mattinata sulle strade di Gallinaro dai devoti della Chiesa della Nuova Gerusalemme. Nessuno sa chi abbia messo lì quegli oggetti e perché lo abbia fatto: nessuna traccia, nessun indizio, nessun elemento che porti da nessuna parte.

E’ il sesto sabato di fila che i fedeli della chiesa del Bambinello manifestano, arrivando a migliaia in processione fin davanti al palazzo municipale. E lì recitano il rosario sotto le finestre del sindaco.

Questa volta sono arrivati su 40 corriere: circa 2mila persone. Precedute da tante polemiche. L’ultima c’era stata nella serata di venerdì, quando il sindaco Mario Piselli aveva comunicato la parziale chiusura della strada in cui i devoti pregano in massa, ogni sabato, da un mese e mezzo.

I rappresentanti della Comunità dei devoti del Bambinello venerdì sera avevano stigmatizzato la decisione. Avevano evidenziato che andava contro le prescrizioni della questura di Frosinone, che non imponeva limiti così severi. Ed avevano rinnovato le loro riserve, ipotizzavano un caso di discriminazione religiosa.

In mattinata però la strada è stata resa disponibile a tutti. Senza alcun limite particolare. Il sindaco ha spiegato che il blocco della strada, venerdì sera era stato disposto a causa di una perdita lungo la condotta Acea. Ma la ditta che si è occupata della riparazione è riuscita ad ultimare i lavori entro la nottata e quindi è venuta meno la necessità di limitare gli accessi.

Il Comitato promotore della manifestazione invece fornisce un’altra chiave di lettura. Dice che la strada è stata aperta solo grazie all’intervento in extremis della questura. Che ha costretto il sindaco a revocare l’ordinanza.

Nella mattinata di ieri ieri era previsto anche un incontro tra il sindaco, l’architetto Gemmiti che sta svolgendo le funzioni di tecnico comunale, l’avvocato ed i consulenti della Chiesa della Nuova Gerusalemme. Ma l’incontro è saltato. I rappresentanti della comunità religiosa non si sono presentati. Nella mail inviata al Comune, hanno spiegato di non avere avuto il tempo per organizzarsi. Colpa del del municipio, in quanto solo venerdì nel tardo pomeriggio aveva confermato l’incontro.

Altro elemento di polemica. Quando il sindaco è uscito dal municipio è dovuto passare – per forza di cose – davanti ai fedeli. Sostengono che li abbia fissati con sguardo di sfida. E che questo rientri in una serie di atteggiamenti di provocazione, nel tentativo di istigare i fedeli ad una reazione. «Solo il comportamento civile e composto dei manifestanti – dicono gli organizzatori – ha scongiurato il verificarsi di ogni episodio di ostilità o di violenza».

In settimana c’erano stati altri momenti di tensione. Il sindaco aveva mandato la polizia locale e l’architetto Gemmiti a verificare che fossero fermi i lavori sul collettore fognario che è al centro della contestazione. Dall’area dei lavori è stato vietato l’accesso. Perché «l’architetto non riveste il ruolo di tecnico comunale bensì di tecnico esterno incaricato unicamente per la questione inerente la problematica del depuratore». E’ stato necessario l’intervento di due marescialli dei carabinieri di San Donato Valcomino. Di fronte ai quali è stato ribadito: si all’ingresso del sindaco, no all’ingresso di un tecnico che che non ha «né il titolo né i requisiti, in virtù dello specifico e puntuale incarico ricevuto da esterno».

Altra tensione la determineranno quei chiodi e quell’intonaco. Dei quali nessuno sa niente.

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