Gallinaro, il vescovo estenderà ai parroci la possibilità di revocare la scomunica

L’incontro avviene a Roma, nello studio privato del cardinale. «Venga, ma niente nomi per favore, sono già stato troppo tempo sotto i riflettori e ora tocca ad altri». E’ in pensione, ma la sua voce è ancora molto autorevole e per questo lo consultano praticamente tutti i giorni.

Eminenza, la scomunica è un atto importante, il massimo della pena che si possa infliggere ad un cristiano: sia detto con rispetto, Papa Francesco ha esagerato?
Anche lo scisma è un atto grave, la scomunica ne è l’automatica conseguenza.

Ci sono stati tentativi di conciliazione che abbiano preceduto la rottura?
Il segnale dato da San Giovanni Paolo II dopo la sua visita a Frosinone fu molto eloquente e non lasciava spazio per interpretazioni (leggi qui il precedente). La Chiesa non si contratta, ‘Non si può essere Cristiani a part time’.

Avete voluto dare un segnale ?
Non parlo di decisioni alle quali non ho preso parte. Posso interpretare.

Interpretiamo
Non sarebbe serio

Cosa non andava nel ‘Bambino di Gallinaro’?
Una cosa sono i gruppi che si riuniscono per pregare, cosa diversa è assumere posizioni di dottrina dichiaratamente contrarie alla fede cattolica, negare gli insegnamenti della Chiesa. La conseguenza è automatica. E fin troppo si è atteso, un sant’uomo come Benedetto XVI è stato molto paziente. Ora non si poteva attendere oltre.

Quindi, non eravamo in presenza di un modo diverso di essere con Cristo?
Una via di mezzo non esiste: chi non è con Cristo è contro Cristo ed è ora che lo sappiano tutti quelli che dicono di non credere in nulla sperando di farla franca non schierandosi. Chi non si schiera non sta dalla parte di Cristo e allora è contro.

Tra i devoti di Gallinaro c’era pure gente in buona fede
E quella non è stata scomunicata.

Come li riconoscerete?
Noi non dobbiamo riconoscere nessuno: la scomunica inflitta ai fedeli di questa organizzazione pseudo religiosa è latae sententiae, cioè automatica, il fatto di aderire ad un altro credo pone fuori dalla Chiesa, non si può tenere il piede in due scarpe. Chi sta da una parte non ha niente a che fare con noi, chi sta con noi non ha niente a che fare con loro.

E chi ha aderito in buona fede o è andato per curiosità?
Non è scomunicato ma una chiacchierata con il proprio parroco non farebbe male.

C’è una strada per il ritorno?
C’è senpre una via per il perdono. Ma qui il problema non sono le strade, quelle non mancano. Il problema è se c’è la volontà di percorrerle.

E chi volesse incamminarsi?
Il vescovo Gerardo Antonazzo è stato incaricato dalla Congregazione per la dottrina della fede di procedere nella remissione della scomunica. Sono certo che da buon pastore del suo gregge estenderà questa facoltà a tutti i parroci della sua importante diocesi affinchè ciascuno di essi possa rimettere la scomunica.

A proposito di diocesi, circolano voci di un ulteriore riordino
Laudetur Jesus Christus, figliolo.

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