Gasparri, cronaca di una candidatura quasi annunciata

Si va verso l'annuncio della candidatura di Maurizio Gasparri alle prossime elezioni regionali. Alla riunione in cui ufficialmente si deciderà la designazione ci saranno anche Abbruzzese e Ottaviani

Parteciperanno anche il consigliere regionale Mario Abbruzzese e il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani al vertice decisivo (atteso ormai per i prossimi giorni, forse perfino le prossime ore) per stabilire il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio.

In realtà è tutto definito, si tratta solo di ufficializzare la designazione del senatore Maurizio Gasparri.

Sarà lui a sfidare Nicola Zingaretti e Roberta Lombardi.

Però i passaggi formali saranno fondamentali. Intanto toccherà a Silvio Berlusconi indicare la strada, quindi Claudio Fazzone, Francesco Giro, Francesco Aracri e pochi altri (fra i quali Ottaviani e Abbruzzese) decideranno il da farsi.

Nelle medesime ore Berlusconi parlerà con Giorgia Meloni e Matteo Salvini, leader rispettivamente di Fratelli d’Italia e Lega. Poi verrà effettuato il tentativo di disinnescare la “mina” Sergio Pirozzi. Il centrodestra, diviso, non va da nessuna parte. Ma generali e colonnelli di Forza Italia non vogliono il sindaco di Amatrice. Il quale potrebbe concorrere alla Camera o al Senato.

Maurizio Gasparri potrebbe perfino prendere lui l’iniziativa e provare a parlare con Francesco Storace: i due in An non si amavano ma hanno sempre distinto l’aspetto personale da quello politico.

Il centrodestra vuole vincere dappertutto, anche nel Lazio. Silvio Berlusconi teme un successo dei Cinque Stelle dappertutto.

A questo punto Nicola Zingaretti dovrà rispondere: se Pirozzi resta in campo, lui è favorito nei confronti del centrodestra. Ma dovrà comunque vedersela con Roberta Lombardi.

Intanto però Nicola Ottaviani e Mario Abbruzzese continuano il contatto diretto con Antonio Tajani e gli altri big di Forza Italia. “È fatta per Gasparri“, si continua a ripetere nel quartier generale del centrodestra.

Ma fin quando non ci sarà l’ufficialità, può succedere (quasi) di tutto.