Quei deputati rimasti al 1874 quando i preti non potevano parlare di politica

Un post dell'onorevole Francesca Gerardi (Lega) apre il dibattito sul ruolo della Chiesa in politica. Il Non Expedit di Pio IX è stato formalmente abrogato dal 1919. Per questo padre Zanotelli, eroe dell'inferno di Korogocho in Kenya, può criticare Matteo Salvini.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

L’onorevole Francesca Gerardi, consigliere comunale di Pontecorvo e deputato della Lega, in un suo post su Facebook rimprovera il missionario padre Zanotelli di

parlare di politica invece di dire messa: istiga giudici, avvocati e chi più ne ha più ne metta, a trascinare un ministro anzi un difensore dei cittadini italiani in tribunale.

Il riferimento è a Matteo Salvini, ministro dell’Interno, ispiratore del divieto di sbarco per i profughi a bordo della nave Diciotti. (leggi qui Quelli che guardano alla Diciotti e non vedono i dazi per le auto Fca fatte a Cassino)

 

Padre Alex Zanotelli è un missionario combiniano, fondatore di Nigrizia, sacerdote di Cristo in servizio presso gli ultimi, direttore della rivista nonviolenta fondata da don Tonino Bello vescovo in via di beatificazione.

È l’uomo che si infilò nell’inferno della baraccopoli di Korogocho in Kenya, sfidando Aids, fame, prostituzione, droga, alcolismo, violenza; mise su piccole comunità cristiane ed cooperativa per il recupero dei rifiuti con cui creò lavoro.

 

Padre Zanotelli parla di politica a pieno titolo. Così come possono farlo tutti i sacerdoti, i presbiteri ed i cristiani da quando è stato abrogato il Non Expedit: la disposizione con cui Papa Pio IX nel 1874 vietò ai cattolici italiani di partecipare alla vita politica italiana.

La Storia rivela che alla lunga fu un errore: perché tolse dal dibattito i principi etici dei cattolici. Ne fu pienamente consapevole Papa Benedetto XV che nel 1919 revocò la disposizione del suo predecessore.

Fu grazie a quel provvedimento che un altro prete, don Luigi Sturzo, fondò il Partito Popolare e divenne senatore della Repubblica Italiana a vita. Diede così un riferimento politico a tutta la massa di cattolici italiani.

 

I preti che parlano di politica sono scomodi e danno fastidio. Perché a differenza di molti altri interlocutori hanno la solidità della formazione, l’esperienza del ministero svolto tra la gente, spesso in zone allegre come l’inferno di Korogocho. Questo non significa che tutti i preti capiscano di politica: ma chi decide di farlo ha gli strumenti per parlarne.

Non a caso, il Partito di don Sturzo venne sciolto dal fascismo. Perché con le sue parole e la sua azione rappresentava un serio problema per il regime.

Scomodi, in tempi più recenti, sono stati lo stesso don Tonino Bello (al quale si sono ispirati moltissimi atei e laici attivi in politica). O Gianni Baget Bozzo: un altro prete che ha parlato e fatto politica, diventando due volte parlamentare europeo. È stato nel Partito Socialista, in Forza Italia, nel Popolo delle Libertà.

 

I preti possono parlare di politica, oltre che dire Messa, come ha fatto padre Zanotelli. Possono anche fare politica, fondando Partiti come fece don Sturzo, ispirando la via ai politici come fece don Tonino Bello, candidandosi e facendosi eleggere come don Baget Bozzo.

Che l’onorevole Francesca Gerardi non ne fosse al corrente non è deplorevole. Perché ogni governo è lo specchio del Popolo che lo ha eletto. E, leggendo i commenti al suo post è chiaro che molti elettori della provincia di Frosinone sono rimasti al 1874 ed al Non Expedit.

 

Il problema, semmai, è sapere se anche la visione politica della deputata è quella che ebbe Pio IX. Oppure se la sua visione è aperta a quella che fu la successiva Rerum Novarum di Leone XIII, base della moderna dottrina sociale della chiesa.

Sono due direzioni diverse verso le quali condurre gli elettori ed il Paese.

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