Giacomo D’Amico, il sussurro tra i potenti nella corsa per la Asl

Lo stile è curiale, i modi decisamente cardinalizi, l’intelligenza e la lucidità si adattano alle leggende dell’Opus Dei, la determinazione e la “cattiveria” gli avrebbero spalancato la carriera più fulgida nel Santo Uffizio. O Dottrina della congregazione della Fede, come si chiama oggi per non spaventare i fedeli con locuzioni che richiamano alla mente l’Inquisizione.

Giacomo D’Amico, potentissimo vice capo di Gabinetto alla presidenza del consiglio regionale, è un sussurro tra le voci dei potenti. Ma riesce sempre ad essere ascoltato. Identici ruoli aveva ricoperto ai tempi di Renata Polverini (presidente del Consiglio era Mario Abbruzzese) ed in giunta con Piero Marrazzo. Non sta al centro rispetto alla Destra o alla Sinistra, semplicemente sta al di sopra. D’altronde basta dare uno sguardo alle sue frequentazioni: Edward Luttwak (falco di varie Amministrazioni Usa e analista di politica militare) e Luigi Bisignani (l’uomo che continua a sussurrare ai potenti), su tutti.

Ma Giacomo D’Amico ha anche uno straordinario rapporto personale con dom Pietro Vittorelli, ex abate di Montecassino. Insomma, frequenta quelli che contano. E quelli che contano lo ascoltano. Più che a Richelieu somiglia a Mazzarino: il primo voleva che tutto il mondo sapesse della sua influenza, il secondo no. Era più discreto, non voleva mai compromettere il risultato.

Il risultato immediato in provincia di Frosinone Giacomo D’Amico lo ha chiarissimo: la nomina del dottor Narciso Mostarda a direttore generale della Asl di Frosinone. Al posto di Isabella Mastrobuono, sempre più nervosa per il continuo slittare del suo trasferimento al vertice dello Spallanzani.

Il Pd provinciale deve mandare un segnale di “comando” sul territorio, soprattutto sulla Sanità. Per la verità il consigliere regionale Mauro Buschini e il presidente dell’Asi Francesco De Angelis continuano a non escludere anche il nome del dottor Renato Sponzilli. Ma il nome di Mostarda, suggerito in perfetto stile episcopale da Giacomo D’Amico, si sta facendo largo.

C’è un problema da superare: Nicola Zingaretti finora ha quasi sempre attinto dalla short list che ha fortemente voluto. L’unico ciociaro presente tra i top manager è Mauro Vicano, adesso presidente della Saf, il quale si è perfino dimesso dalla Asl di Frosinone perché i due ruoli erano e sono incompatibili. Mauro Vicano però, in fondo al cuore non ha rinunciato al sogno di tornare alla guida della struttura sanitaria di via Armando Fabi. A frenarlo è l’ambizione di trasformare lo stabilimento di Colfelice per la lavorazione dei rifiuti in un impianto di fama nazionale; ma anche Francesco De Angelis, che non ha alcuna voglia di riaprire la partita alla Saf.

Per chiudere il cerchio all’Azienda Sanitaria non basta la politica, servono i Grandi Burocrati, quelli che danno l’impressione che decidano i politici ma che in realtà fanno tutto loro.
Giacomo D’Amico è tra questi. Punta su Narciso Mostarda. La contromossa della Mastrobuono potrebbe essere quella di convincere che non è necessario fare altre nomine. Perché in questo caso le subentrerebbe come facente funzioni il direttore amministrativo Mario Piccoli Mazzini. Infine, la soluzione di Vitaliano De Salazar: un “mostro sacro” che ha ricoperto molteplici ruoli di rilievo nella sanità provinciale. Un nome che sarebbe molto gradito al senatore Francesco Scalia.

Un elemento che aumenta la determinazione di Giacomo D’Amico per piazzare Narciso Mostarda.

D’Amico e Scalia non si sopportano (politicamente) ed entrambi, per un curioso scherzo del destino, vengono soprannominati “Il cardinale”. Uno è di troppo. Entrambi sognano di diventare Papa nel conclave della politica provinciale e regionale. Ma chi entra Papa, si sa, esce… cardinale.